Se Donald Trump diventasse presidente degli Stati Uniti, entro la fine del 2025 il prezzo di alcune criptovalute potrebbe esplodere. È quanto suggerisce da Geoff Kendrick, global head of Digital Assets Research di Standard Chartered, secondo cui Bitcoin potrebbe aumentare di tre volte il suo valore, Ethereum di quattro volte e Solana addirittura di cinque.
A suo giudizio, un’amministrazione Trump sarebbe più favorevole all’ecosistema Solana, cosa che darebbe maggiore probabilità all’introduzione di un ETF avente come sottostante proprio questa criptovaluta. “Le metriche suggeriscono che il mercato stia scontando un futuro di crescita molto brillante per Solana, con un aumento previsto del throughput della rete da 100 a 400 volte”. In questo contesto, ci sarà un nuovo software client di validazione di terze parti che migliorerà l’efficienza di Solana attraverso l’aumento a un milione delle transazioni al secondo, riferisce Kendrick. Grazie all’elevato throughput, Solana potrebbe “stabilire una posizione dominante in diversi settori, tra cui la finanza, i servizi ai consumatori e l’infrastruttura fisica decentralizzata”.
Al contrario, se dovesse essere Kamala Harris a trionfare alle votazioni di novembre, sarebbe Ethereum la valuta digitale in pole position per crescere di più. Potrebbe raggiungere una quotazione di 7.000 dollari entro la fine del prossimo anno. A seguire Bitcoin, mentre Solana salirebbe meno. A prescindere da chi vincerà le elezioni, Bitcoin arriverà a 200.000 dollari per quella data, secondo Kendrick.
Criptovalute: gli investitori preferiscono Trump
Gli investitori in criptovalute sono più propensi ad acquistare con Trump al comando degli Stati Uniti, in quanto più volte il leader repubblicano ha dato dimostrazioni palesi di sostegno all’industria crittografica. Poco tempo fa ha affermato che vorrebbe fare del Paese un centro delle valute digitali a livello mondiale, promettendo tra l’altro il licenziamento dei soggetti – come Gary Gensler presidente della Securities and Exchange Commission – che in questi anni hanno assunto una posizione negativa nei confronti delle criptovalute.
Quando mesi fa Trump era in vantaggio nei sondaggi rispetto all’allora sfidante Joe Biden, gli investitori in criptovalute erano entusiasti. Le quotazioni di Bitcoin sono arrivate in area 70.000 dollari dopo il duello televisivo tra i due candidati che vide il leader dei democratici in grande difficoltà. Il quadro è cambiato dopo il ritiro di Biden e l’arrivo in corsa di Harris, soprattutto da quando i sondaggi hanno iniziata a premiare la candidata democratica. Il teme che l’amministrazione Harris possa essere più rigida in tema di regolamentazione nei confronti delle criptovalute, il che potrebbe frenare l’ingresso di molti investitori istituzionali.
Una fase di stallo
Attualmente le quotazioni delle monete virtuali si trovano in una fase di stallo. Il rafforzamento del dollaro e la minore prospettiva di un altro maxi-taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve hanno contenuto gli acquisti. Dopo gli ultimi dati brillanti sull’occupazione americana che allontanano il rischio di una recessione, la riduzione dei tassi potrebbe essere più lenta. Oggi, secondo il CME Fedwatch, c’è una probabilità dell’81% che a novembre la Banca centrale americana abbassi il costo del denaro di 25 punti base e il 19% di probabilità che non effettui alcuna modifica. Anche il dollaro più forte ha messo sotto pressione le cripto, visto queste sono quotate nella valuta americana e tende a esserci un rapporto inverso tra i due prezzi.