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Come funziona il passaporto digitale per il settore della moda – BorsaNews24

2025/02/18 2

Il passaporto digitale di prodotto (DPP, Digital Product Passport) per il settore moda, comparto responsabile di un elevato tasso di inquinamento specie a causa del fast fashion, è stato introdotto dall’Unione europea all’interno delle norme di ecocompatibilità varate con il Green Deal. Ogni vestito, calzatura e accessorio avrà presto un codice QR associato ad un registro elettronico che fornirà alle consumatrici e ai consumatori (ma non solo) tutte le informazioni necessarie per illustrarne la tracciabilità e la circolarità. L’entrata in vigore, molto attesa in un campo come quello tessile che dà lavoro a circa 75 milioni di persone nel mondo, è prevista per il 2030.

 

Come funziona il passaporto digitale della moda

I primi dati per capire il funzionamento di questo strumento che sarà cruciale per la moda sostenibile del presente e del futuro arrivano dal progetto TRICK, la piattaforma di data collection lanciata nel 2021 da un consorzio di 31 partner in prevalenza italiani (da ACCUDIRE, ADM ed ENEA a Politecnico di Milano, SMI e Univerlab) e realizzata con un costo totale di 9,6 milioni di euro, di cui 8 milioni finanziati dal contributo dell’UE. Il servizio permette alle imprese di raccogliere dati su tutti i prodotti tessili: il passaporto digitale degli abiti, infatti, traccia tramite blockchain l’intero percorso di un capo d’abbigliamento lungo tutta la filiera, dalla materia prima al fine vita.

L’obiettivo di TRICK è aiutare le imprese, in particolare le PMI, nella raccolta di dati protetti per prodotti e servizi, in modo da poterne valutare la qualità dei processi produttivi, l’impronta ambientale (la PEF, Product Environmental Footprint), la salubrità, le garanzie presenti e la circolarità delle materie prime utilizzate. La piattaforma analizza l’intera filiera produttiva: la produzione del tessuto, il filo, la fibra, la confezione, la distribuzione, il fine vita del prodotto. I dati vengono estratti da file come i documenti fiscali per la certificazione di origine preferenziale e vengono integrati, connessi e organizzati con altri come ad esempio la distinta dei materiali.

Questo dataset di informazioni aggregate è salvato in una specifica blockchain per ogni lotto di produzione. Il risultato conclusivo, disponibile per consumatrici e consumatori finali, stakeholder delle filiere e autorità regolatorie, sarà una raccolta sui consumi di energia, materiali, acqua, emissioni e produzione di rifiuti. In questo modo sia i clienti che i distributori riusciranno ad avere un quadro generale dei prodotti acquistati e ad identificare limiti, colli di bottiglia e punti critici, permettendo ai produttori di pianificare e mettere a punto azioni di miglioramento dell’impatto ambientale lungo l’intera filiera. La protezione dei dati e la tutela della privacy sono garantite dall’applicazione degli smart contract della blockchain, con diversi livelli di accesso e un principio “granulare” di localizzazione delle informazioni per specifici gruppi target. In futuro TRICK promette di replicare questo modello anche per il settore cibo e bevande.

 

DPP, i primi test sul Digital Product Passport nel fashion

Nella fase pilota di TRICK, che ha completato il suo percorso di lancio il 31 ottobre 2024, il sistema di tracciamento e le componenti software sono state testate sulle filiere del tessile tradizionale e del tessile tecnico legato al cosiddetto workwear, ovvero quella gamma di tessuti (ignifughi, ignifughi permanenti, antistatici, impermeabili, resistenti a calore, fiamme e chimica) conforme a tutti i tipi di requisiti specifici di sicurezza del lavoro. ENEA in particolare ha condotto due studi sulla PEF di un cappotto in lana di alta qualità e di una divisa da lavoro in viscosa e meta-aramide, una fibra resistente al calore e alle fiamme.

Il data model della piattaforma è standard e pubblico, completo e affidabile: ad avvalersene sono in particolare le aziende più piccole, che così abbattono i costi di adeguamento, e i fornitori che evitano il ricorso a servizi di tracciabilità proprietari da dover adattare ad ogni singolo brand. TRICK diventa quindi uno strumento fondamentale per le aziende che dovranno applicare l’etichettatura ambientale, introdotta dall’Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR). In vista della definizione del regolamento, resta soltanto da risolvere il nodo dell’integrazione della piattaforma con i singoli sistemi aziendali e doganali.

Le normative sulla comunicazione dello smaltimento dei capi e dei packaging sono diverse a seconda dello specifico Paese, con grosse difficoltà per le realtà della grande distribuzione organizzata (GDO) che operano a livello internazionale. Queste differenze possono aumentare i costi di produzione. L’introduzione di un DPP armonizzato, con il passaggio dai vecchi codici a barre ai codici QR intelligenti con standard GS1, permetterà di migliorare la circolarità, aumentare la trasparenza e superare il rischio di non conformità. Il punto d’arrivo vuole essere un passaporto unico e comune, conforme alle specifiche di ogni Paese europeo in cui il prodotto viene venduto, tramite il quale le autorità pubbliche, in primis quelle doganali, potranno effettuare più facilmente controlli e verifiche.

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