Cosa sta succedendo a Bitcoin? È una domanda questa che si stanno ponendo in molti, attoniti di fronte alle vendite seguite all’autorizzazione alla quotazione degli ETF Spot sulla criptovaluta. Le quotazioni sono precipitate nelle ultime 24 ore fin sotto i 40.000 dollari, minimo da metà dicembre, mentre immediatamente dopo l’approvazione della Securities and Exchange Commission del primo ETF spot erano arrivate a 49.000 dollari.
Il 2024 si è così colorato di rosso per il Bitcoin, dopo il rally del 157% del 2023 alimentato proprio dalle aspettative sul via libera della SEC agli ETF spot oltre che dalle scommesse su una Federal Reserve più accomodante. A preoccupare ora sono anche le indicazioni provenienti dal Fear & Greed Index, l’indice che riflette il livello di paura e avidità sulle criptovalute, che ora è pari a 63 suggerendo un atteggiamento più prudente del mercato.
Bitcoin: ecco cosa sta tenendo lontani gli investitori dalla criptovaluta
Non è facile spiegare questo calo di entusiasmo degli investitori verso il Bitcoin proprio dopo che i gestori patrimoniali sono riusciti a vincere una battaglia decennale contro la SEC. È possibile che molti abbiano deciso di monetizzare rispettando il classico adagio “buy the rumors and sell the news”. Secondo Greg Moritz, co-fondatore dell’hedge fund di criptovalute AltTab Capital “questo tipo di correzione dopo un significativo rialzo è normale per Bitcoin”.
Non è da escludere anche che ci sia ancora scarsa convinzione da parte di diversi investitori istituzionali a gettarsi nella mischia dei nuovi prodotti quotati per via dei rischi che ne deriverebbero. Al riguardo, Vanguard – il secondo più grande asset manager del mondo dopo BlackRock – ha già riferito di volersi tenere distante in quanto l’accesso agli ETF Bitcoin spot non sarebbe in linea con la politica di investimento della società. Altri protagonisti del mondo della finanza semplicemente attendono una regolamentazione più ampia e completa prima di fare il grande passo.
La SEC non aiuta . L’autorità guidata da Gary Gensler ha approvato senza troppa convinzione gli ETF spot dopo un’estenuante disputa con i gestori di fondi, partita nel 2013 e risoltasi solo la scorsa settimana. Il regolatore si è dovuto piegare alle pressioni derivanti dai tribunali che hanno condannato la sistematica bocciatura delle domande presentate dai gestori. Tuttavia ha espresso ancora disappunto per le criptovalute, precisando che il suo via libera agli ETF non debba essere interpretato come un benestare diffuso al mondo crittografico e avvertendo anzi gli investitori dei rischi insiti negli asset digitali.
In arrivo il primo ETF spot a Hong Kong?
Una buona notizia per il Bitcoin c’è. La società finanziaria Venture Smart Financial Holdings vuole richiedere l’approvazione di un ETF Bitcoin Spot a Hong Kong. Si tratterebbe del primo prodotto a sbarcare in una delle più importanti piazze finanziarie asiatiche, consacrando Bitcoin come asset universalmente riconosciuto nel mondo della finanza. “È un mercato che ha un grande potenziale. Il nostro obiettivo è di avere 500 milioni di masse gestite entro la fine dell’anno” ha dichiarato Brian Chan, a capo del gruppo di investimento.
Da tempo a Hong Kong sono presenti gli ETF futures su Bitcoin, sebbene non abbiano raccolto un grande successo tra gli investitori. Il prodotto spot però potrebbe segnare un cambio di passo e aprire le porte all’ingresso di altri gestori. Ad esempio, alcune settimane fa, Samsung Asset Management aveva espresso interesse a entrare in questo mercato.