L’agenzia di rating Fitch ha rivisto al rialzo il suo giudizio sul merito di credito del Gruppo BCC Iccrea di lungo termine portandolo a BBB- rispetto al precedente BB+ con outlook stabile. L’ottenimento della tripla B, è stato giustificato da Fitch con “implementazione più rapida del previsto da parte del gruppo bancario cooperativo di iniziative strategiche per migliorare la diversificazione del business e dei ricavi “nonostante la storia piuttosto breve del gruppo nella sua attuale struttura”.
Il gruppo BCC Iccrea, con la capogruppo Iccrea Banca, nasce infatti nel 2019 a seguito della riforma del credito cooperativo. La storia della società risale però a oltre 50 prima, con la fondazione al 30 novembre 1963 per volontà di 190 casse rurali. Nel 2023 l’Istituto di Credito delle Casse Rurali e Artigiane ha festeggiato i 60 anni di vita.
“L’odierno giudizio di Fitch Ratings si unisce a una importante serie di riconoscimenti positivi ottenuti dal Gruppo negli ultimi mesi, tra cui i risultati dello Stress Test che ci colloca in Europa tra gli istituti più solidi, le recenti revisioni di rating di DBRS con il livello investment grade e S&P con l’outlook da stabile a positivo, e infine le raccomandazioni sullo SREP 2024 con una riduzione del Pillar 2 Requirement (P2R) di 27 bps” ha commentato il direttore generale del gruppo BCC Iccrea Mario Pastore.
Rivisto al rialzo anche il rating sul debito di breve termine
Quella operata da Fitch Ratings è una revisione complessiva del giudizio sul merito di credito del gruppo bancario cooperativo. Infatti, il rating a breve termine è passato a F3 da B mentre il viability rating a BBB- da BB+. Il viability rating valuta quale sarebbe la situazione della banca se fosse completamente indipendente e non potesse contare su supporti esterni. Fitch ha inoltre migliorato il giudizio a BBB- da BB+ anche sulla capogruppo Iccrea Banca con outlook stabile.
Si tratta della prima volta che il Gruppo BCC Iccrea raggiunge il gradino dell’investment grade da quando Fitch ne segue le evoluzioni, ossia dal 29 marzo 2019 quando gli analisti avevano emesso un primo rating a BB.
“Il gruppo BCC Iccrea opera con un coefficiente di capitale primario Tier 1 (CET1) superiore al 20% e ben al di sopra dei requisiti minimi regolamentari, date le limitazioni legali alla distribuzione del capitale. Ci aspettiamo che il coefficiente CET1 cresca fino a circa il 23% alla fine del 2025 attraverso la generazione di capitale interno e aumenti contenuti degli RWA. Il capitale vincolato per i prestiti deteriorati senza riserve è basso, inferiore al 2% alla fine dei nove mesi del 2023. Tuttavia, il capitale di GBCI rimane vulnerabile all’elevato rischio di concentrazione derivante da ingenti partecipazioni in debito pubblico italiano (capitale CET1 4,4x alla fine dei 9M23)” hanno commentato gli analisti di Fitch Ratings.
Rating BCC Iccrea, ecco cosa può influenzarlo
Nel suo rapporto sul merito di credito di BCC Iccrea l’agenzia di rating Fitch ha specificato quali sono i fattori che possono portare a ulteriori modifiche, in positivo o in negativo, del giudizio. Tra gli elementi che potrebbero giustificare un peggioramento c’è il significativo indebolimento del contesto operativo italiano che potrebbe essere a sua volta determinato da:
- Un abbassamento del rating sovrano dell’Italia;
- Una crescita economica molto più lenta rispetto alle attese di Fitch;
- Una combinazione di inflazione e tassi di interesse elevati che potrebbero determinare un aumento dei tassi di default;
- Un deterioramento della qualità degli asset e della capitalizzazione.
In particolare, secondo gli analisti di Fitch un rapporto crediti deteriorati permanentemente al di sopra del 7%, un utile operativo durevolmente inferiore all’1% delle RWA, un rapporto CET1 strutturalmente più debole dell’attuale livello elevato o prestiti deteriorati non riservati/capitale CET1 tendente al rialzo potrebbero portare a un downgrade. Sul fronte opposto un miglioramento del rating, ritenuto improbabile al momento, potrebbe essere determinato da:
- Un rafforzamento marcato dai profili di business e di rischio;
- Una permanenza del rapporto sui crediti deteriorati al di sotto del 3% e un’utile operativo/RWA in aumento almeno al 2% senza aumenti dei profili di rischio;
- Un coefficiente CET1 superiore al 20%, un numero minimo di crediti deteriorati senza riserve e una concentrazione molto inferiore sul debito sovrano italiano a livelli più in linea con quelli dei Paesi con rating più elevato.