Le tele monocrome tagliate da bande verticali e la personalità sui generis di Barnett Newman hanno trasformato i lavori del pittore americano in alcune delle opere da record passate in asta tra i maestri della contemporaneità. Nato a New York nel 1905 e scomparso nel 1970, Newman è un pioniere dell’arte contemporanea e del cosiddetto color field painting insieme a colleghi come Cy Twombly, Mark Rothko e Joan Mitchell. Dopo anni di insegnamento dell’arte nelle scuole pubbliche della Grande Mela, Newman comincia a dipingere ma si ferma e distrugge tutti i suoi quadri allo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Barnett Newman: le 5 opere da record in asta
Mettendo in discussione i valori occidentali e interrogandosi sul ruolo del pittore in una società distrutta dai conflitti, Newman ricomincia a fare arte nel 1944, diventando una leggenda dell’espressionismo astratto. La sua prima personale, presentata alla Betty Parsons Gallery nel 1950, non è accolta con successo. Dovrà aspettare il 1958 prima che il MoMA lo includa nella mostra The New American Painting e il suo nome si trasformi in un riferimento assoluto per chi pratica l’astrazione totale, per chi vuole restituire su tela una realtà metafisica, soggettiva e concettuale. Il mercato tarda a rispondere e si accorge di lui dagli inizi dei Duemila: ecco le sue 5 opere che hanno realizzato vendite da record all’asta.
Untitled 4
Newman si lascia ispirare dai mistici ebraici e dall’arte Kwakiutl, le popolazioni native americane del nord-ovest che disegnano forme geometriche e multicolori sulla sabbia per invocare gli spiriti. È da questo spunto che nascono le zip, strisce di differente colore che attraversano le sue grandi tele monocrome. Nel 1950 distilla ulteriormente questa forma significativa in una serie di sei quadri, due soltanto rimasti in mani private: quelle dell’architetto cinese Ieoh Ming Pei e di sua moglie Eileen. Nel novembre del 2019 uno di questi due senza titolo debutta da Christie’s a New York e fa fermare il martello a 10,49 milioni di dollari.

By Twos
Nel 1949 Newman vive un forte fermento creativo e dipinge la bellezza di diciotto tele, il numero più grande che avrebbe mai prodotto in un anno intero. Tuttavia, undici di queste opere ora risiedono nelle più importanti collezioni museali al mondo, dal MoMA al Met. By Twos di quell’anno è fondamentale perché viene incluso nella seconda personale dell’artista alla Betty Parsons Gallery nel 1951 e nella mostra alla French and Company di New York del 1959, curata da Clement Greenberg e che serve a lanciare definitivamente la carriera del pittore. Nel novembre del 2013 l’opera arriva all’asta da Sotheby’s a New York e fa alzare le palette fino a 20,60 milioni di dollari.

Onement V
Nel 1948 Newman rompe tutti gli schemi dipingendo Onement I e pubblicando il saggio The Sublime Is Now, nei quali sottrae l’arte del tempo, bisognosa di ripartire da zero, all’influenza europea. Un lavoro di rottura che si concretizza anche nei materiali scelti, come la soluzione di vernice acrilica con il marchio Magna che rivoluziona la pittura per la plasticità e la profondità che dona alle tele. È del 1952 questo quadro monumentale (151,4 x 95,9 cm) che compone il celebre ciclo dell’espiazione dell’artista statunitense, composto da sei opere con la famosa cerniera, la retta verticale che ne attraversa il centro. Da Christie’s a New York il dipinto è venduto una prima volta nel maggio del 2012 per 22,48 milioni: nel luglio del 2020 torna all’asta e raggiunge il prezzo di 30,92 milioni di dollari.

Onement VI
Le letture di saggi filosofici e testi sacri aiutano Newman ad alimentare quello che definisce a kind of metaphysical hum, il ronzio metafisico che si trasforma nell’astrazione ripetitiva e nelle totalità sensuali e vibranti dei suoi quadri. Il pittore continua a ripetere che tele enormi come questa del 1953 (259,1 x 304,8 cm) devono essere osservate e vissute da vicino piuttosto che da lontano. Venduto dalla moglie Annalee al collezionista Frederick R. Weisman e a sua moglie Marcia, il dipinto è all’asta da Sotheby’s a New York nel maggio del 2013 in una Contemporary Evening Sale particolarmente agguerrita: prezzo di vendita 43,84 milioni di dollari. La collezionista che si aggiudica il quadro è la signora della moda italiana: Miuccia Prada.

Black Fire I
Capolavoro dell’espressionismo astratto datato 1961, l’opera d’arte pura di Newman, capace di esprimere il più astratto dei pensieri, fa parte di un gruppo significativo di quadri realizzati negli anni tra il 1958 e il 1966. Soltanto tre sono in collezioni private: tutti gli altri, incluso il celebre Le stazioni della Croce, sono esposti in musei prestigiosi dal Kunstmuseum di Basilea alla National Gallery of Art di Washington. Nel maggio del 2014 questa monumentale composizione in bianco e nero (289,5 x 213,3 cm) sbarca da Christie’s a New York e realizza una vendita da 84,16 milioni di dollari: Newman è il più costoso artista dell’anno e il quadro è il top lot di una serata storica per la major che dai 72 lotti della Post-War and Contemporary Evening Sale incassa 745 milioni. In pratica, il risultato più alto mai raggiunto da una evening sale nella storia del mercato.

Fuori dalla Top 5 meritano una segnalazione quattro vendite all’asta e una vendita privata extra di quadri di Barnett Newman. Da Sotheby’s Galaxy del 1949 raggiunge i 9,96 milioni di dollari nel maggio del 2018 e Genesis – The Break del 1946 i 3,63 milioni di dollari nel novembre del 2013. Sempre a New York ma da Christie’s, Untitled del 1969 tocca quota 5,19 milioni di dollari nel maggio del 2008 e Untitled del 1945 i 4,09 milioni di dollari nel novembre del 2017. Nella lista delle opere più costose in assoluto mai vendute, c’è Anna’s Light del 1968, dedicato dal pittore a sua madre: è l’ottobre del 2013 e in una private sale a Tokyo, l’azienda chimica giapponese DIC Corporation vende il dipinto, esposto per anni al Kawamura Memorial DIC Museum of Art, ad un acquirente rimasto anonimo per 10,3 miliardi di yen, pari a circa 105,7 milioni di dollari.