Le prospettive di crescita economica a livello globale mostrano segnali di miglioramento secondo gli asset manager che hanno partecipato al sondaggio per l’outlook 2025 di AIPB, l’Associazione italiana private banking. La ricerca è stata presentata dal presidente di AIPB, Andrea Ragaini, e dalla responsabile del Centro studi di AIPB, Federica Bertoncelli. Contiene previsioni a 12 e 36 mesi e ha coinvolto 23 asset manager e, per la prima volta, gli strategist delle banche associate.
L’outlook economico degli asset manager
Il 48% degli intervistati prevede una crescita economica lieve e il 43% una crescita moderata contro, rispettivamente, il 39% e il 22% della precedente rilevazione. Per quanto riguarda l’Europa, il 18% degli operatori prevede una crescita moderata e il 50% lieve. A trainare il Vecchio continente dovrebbero essere la Spagna (65%) e i Paesi dell’Europa emergente (29%). Stentano invece i big, tra cui Germania e Francia, ritenute non in condizioni di influire positivamente sull’economia del Continente nei prossimi 12 mesi. Nemmeno l’Italia brilla ma con il 12% di rispondenti che ritengono otterrà migliori risultati in termini economici si pone al di sopra delle due principali economie europee.
Si riduce la preoccupazione degli asset manager la recessione. Il 32% dei rispondenti ne prevede una lieve o moderata in Europa, il 23% negli USA, il 10% a livello globale. Se la recessione dovesse infine arrivare, avrebbe un impatto elevato sui mercati nei prossimi 12 mesi per il 43% degli asset manager, un impatto contenuto per un altro 43%, spaccatura che indica la presenza di incertezza sul tema.
Sul fronte dell’inflazione, il 57% degli asset manager ritiene che in Europa si stabilizzerà tra il 2% e il 2,5%, mentre negli USA il 48% la vede in un intervallo tra il 2,5% e il 3%. Il target inflazionistico dovrebbe essere raggiunto in Europa nel 2025, mentre negli Stati Uniti si prevede più incertezza, con il 40% degli intervistati che lo vede realizzabile tra il 2025 e il 2026. Le diverse tempistiche non dovrebbero influire sulle decisioni delle Banche centrali (Fed e BCE), dalle quali sono attesi 4 tagli dei tassi di interesse nei prossimi dodici mesi. Le politiche monetarie delle Banche centrali si spostano verso l’espansione economica ma potrebbero impattare ancora sull’economia europea causando una leggera recessione secondo il 50% del campione, contro il 32% che teme ciò possa accadere negli Stati Uniti.
Outlook sui rischi: l’inflazione non fa più paura
L’inflazione non fa più paura agli asset manager che pensano nei prossimi mesi sarà un rischio basso per i mercati finanziari (53% dei rispondenti), anche se permane un 33% di gestori prudenti che ritengono possa invece rappresentare un rischio elevato. Detto poco sopra della recessione, su cui il campione si è mostrato spaccato, il timore più grande viene dalle tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina.
Queste potrebbero avere un impatto elevato sui mercati nei prossimi dodici mesi per il 43% dei partecipanti alla ricerca e medio per il 52%, mentre solo il 5% ritiene basso questo rischio. Anche lo scoppio della bolla immobiliare cinese, in realtà già avvenuta, rimane una tematica al centro delle preoccupazioni, con il 29% che si aspetta un impatto elevato e il 57% medio.

Le tensioni internazionali, oltre a quelle tra Cina e Stati Uniti, sono presenti nei pensieri degli asset manager anche con riguardo ai conflitti in corso tra Russia e Ucraina ai confini orientali dell’Unione europea, e tra Israele e Hamas in Medio Oriente. Entrano infine nella classifica dei rischi l’incertezza sul risultato delle elezioni USA (24% rischio alto e 52% medio) e la sostenibilità dei debiti sovrani (19% rischio alto e 52% medio).
Il tema del debito è stato oggetto di un focus specifico in questa edizione dell’outlook AIPB. È stato chiesto al campione quale sarà l’impatto del debito sulla stabilità finanziaria di Italia, Stati Uniti, Francia e Germania, nel corso dei prossimi 12 mesi. La Germania, come prevedibile, non desta preoccupazioni mentre comincia a salire la tensione sul debito francese ritenuto preoccupante dal 68% dei rispondenti. Italia e Stati Uniti condividono un 5% a testa di gestori molto preoccupati e un 53% di gestori preoccupati sul debito.

L’asset allocation di gestori e private banker
La composizione dei portafogli Private degli asset manager associati ad AIPB vede un ritorno alla centralità dell’azionario, sovrappesato su orizzonti temporali a 12 e a 36 mesi. Uno spostamento verso l’equity che era stato anticipato nell’outlook AIPB di febbraio e che oggi trova conferma nei numeri. Gli asset manager manifestano attese positive sull’azionario nel 68% e nel 60% di casi, rispettivamente sull’orizzonte temporale dei 3 anni e dei 12 mesi. Solo il 9% e il 15% si mantiene in sottopeso. A febbraio 2024 i gestori in sovrappeso erano al 30%.

Le obbligazioni non escono dalle preferenze degli asset manager ma vedono ridursi il sovrappeso al 55% e al 37% rispettivamente sui 12 mesi e sui 3 anni, dalla quasi totalità dell’edizione precedente della ricerca (80% di sovrappeso). Si riduce anche la liquidità, che con la discesa dei tassi di interesse diventa dannosa da tenere in portafoglio.
L’analisi ha preso in considerazione anche le attività private e del comparto real estate sulla distanza unica dei 3 anni, viste le caratteristiche delle due asset class. Per i mercati privati i gestori hanno mostrato un sovrappeso nel 43% dei casi e una posizione neutrale per un altro 43%. Sul real estate calano al 27% gli asset manager in sovrappeso mentre si posizionano al 67% quelli neutrali.
Le aree geografiche più interessanti per gli asset manager sono i mercati emergenti e gli Stati Uniti, entrambi al 55%, mentre l’Italia e la Cina presentano opinioni più neutrali o sottopesate. Relativamente ai settori, rispetto alla precedente indagine si sgonfia il peso dei neutrali e vi è una maggiore polarizzazione degli operatori tra sovrappeso e sottopeso: ai primi tre posti rimangono sempre healthcare/pharma (86%), tech (62%, ma con un 38% di underweight) e banche (54%); le costruzioni registrano una crescita importante (25% overweight, salendo dal 19° al 9° posto); le ultime due posizioni sono occupate da automotive e industria, per cui vi sono solo giudizi neutrali o di sottopeso, in particolare per l’auto (85%) che risente delle enormi difficoltà legate alla transizione in corso.
Cambia leggermente l’allocazione se a essere interrogati sono gli strategist delle banche associate ad AIPB. Ragaini ha sottolineato come ciò sia spiegabile “con l’obiettivo di proteggere il patrimonio dei clienti che è caratteristica fondamentale del private banking. Considerato il fatto che le obbligazioni ancora offrono rendimento, le posizioni rimangono sovrappeso per i prossimi dodici mesi in attesa che anche questa componente residuale si esaurisca”.
La liquidità piace invece meno ai private banker che si esprimono al massimo con posizioni neutrali nel 36% dei casi e, per il resto, mantengono un sottopeso. Alla riduzione delle posizioni sull’obbligazionario previste dall’orizzonte a 12 mesi verso quello dei 3 anni fa da contraltare l’aumento delle posizioni in azioni, rispettivamente dal 47% al 93% di sovrappeso. Più elevata la quota di private banker in sovrappeso sui mercati privati, al 36% rispetto a quanto espresso dagli asset manager.

I nomi dei partecipanti all’outlook di AIPB
Al sondaggio di AIPB hanno risposto i seguenti asset manager: AcomeA, Algebris Investments, Allianz Global Investors, Allianz Investitori Sgr, Allspring, Arcano, BNP Paribas Asset Management, Capital Group, Eurizon, Fidelity International, Franklin Templeton, GAM Investmets, Goldman Sachs Asset Management, J.P.Morgan Asset Management, Jupiter Asset Management, M&G Investments, Natixis Investment Managers, Nordea Asset Management, Pictet Asset Management, Robeco, Rothschild & Co, T.Rowe Price, Wellington Management.
Le banche private che hanno partecipato sono: 2 AcomeA, Algebris Investments, Allianz Global Investors, Allianz Investitori Sgr, Allspring, Arcano, BNP Paribas Asset Management, Capital Group, Eurizon, Fidelity International, Franklin Templeton, GAM Investmets, Goldman Sachs Asset Management, J.P.Morgan Asset Management, Jupiter Asset Management, M&G Investments, Natixis Investment Managers, Nordea Asset Management, Pictet Asset Management, Robeco, Rothschild & Co, T.Rowe Price, Wellington Management.
3 Banca Aletti, Banca Finint, Banca Generali Private, Banca Patrimoni Sella & C., Banca Profilo, Banco Desio, BNL-BNP Paribas Private Banking, BPER Private Banking, Cassa Lombarda Private Banking, Credem Euromobiliare Private Banking, Credit Agricole, Deutsche Bank, Ersel Wealth Management, Fineco Private Banking, Mediobanca Premier, Mediobanca Private Banking, Mediolanum Private Banking, Unicredit Private Banking.