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AllianzGI, Battistini: “È ora di ripensare la strategia di portafoglio” – BorsaNews24

2025/02/18 2

Portafogli, ultima chiamata. Prima della partenza dei tagli dei tassi di interesse da parte delle Banche centrali, in particolare da parte di BCE e Fed, chi non l’avesse ancora fatto può rivedere la sua strategia di investimento e sfruttare quanto di buono costruito dal mercato obbligazionario negli ultimi due anni. Borsa&Finanza ne ha parlato con Filippo Battistini (nella foto), head of Business Development Retail Wholesale Italy di AllianzGI, in occasione di ConsulenTia 2024, l’evento dedicato ai consulenti finanziari tenutosi in marzo a Roma.

 

Le Banche centrali si apprestano a tagliare i tassi di interesse mentre l’azionario e l’obbligazionario arrivano da un periodo positivo. Le strategie di portafoglio vanno ripensate? In che direzione?

Nella foto, Filippo Battistini, head of Business Development Retail Wholesale Italy di AllianzGI, a figura intera

“Riteniamo che vadano ripensate. Abbiamo avuto un 2022 in cui tutte le asset class hanno performato male con una correlazione prossima a 1 tra azioni e obbligazioni. Poi è arrivato il 2023 in cui, anche se in maniera non continua, i mercati azionari sono tornati a performare positivamente e anche l’obbligazionario, grazie alla risalita dei tassi di interesse, è tornato a dare valore. Ora ci troviamo in una fase che negli ultimi quindici anni non abbiamo mai attraversato, caratterizzata da tre elementi: Banche centrali che dovrebbero adottare una politica monetaria più accomodante, inflazione che sembra essere tornata sotto controllo, tassi di rendimento reali positivi. È una situazione unica, con le correlazioni tra azionario e obbligazionario che dovrebbero tornare a essere negative. Il ritorno della decorrelazione favorisce le strategie multi-asset, il cui punto di forza è la diversificazione”.

 

In questo momento, dopo il rally azionario guidato dai titoli tecnologici e dove c’è stata una grande concentrazione su obbligazioni investment grade e titoli di Stato, è più importante selezionare o diversificare?

“Sono tutte e due cose importanti. Diversificazione in virtù del ritorno delle correlazioni negative e poi selezione. In questo momento prediligiamo l’azionario, quindi un portafoglio multi-asset in sovrappeso sulla componente azionaria, in particolare Stati Uniti e Giappone. A livello settoriale vediamo molto bene l’energia che è stata penalizzata negli anni precedenti e ora ha raggiunto valutazioni interessanti. Le società del comparto hanno presentato trimestrali positive e godono di un buon momentum in Borsa. Un altro settore interessante è quello delle banche che, grazie alla risalita di tassi di interesse, hanno beneficiato di un incremento del margine di intermediazione. Da ultimo siamo positivi anche sui materiali di base che sono una componente fondamentale della transizione energetica e per i veicoli elettrici. Sulla parte obbligazionaria di portafoglio siamo ancora positivi sui governativi e societari investment grade con una duration media o breve, in quanto non sapendo quando le Banche centrali torneranno a una politica accomodante è meglio essere prudenti”.

 

Stati Uniti e Giappone però hanno corso tanto. Non sono a rischio correzione?

“Continuiamo a pensare che sebbene alcuni settori abbiano corso tanto non verranno penalizzati nell’immediato. Sugli Stati Uniti preferiamo avere, al di là dei settori che menzionavo prima, un approccio abbastanza trasversale, idem per il Giappone, dove la Banca centrale per la prima volta negli ultimi 17 anni ha deciso di alzare i tassi di interesse. Sebbene l’incremento sia stato minimo si tratta di un segnale molto importante. Inoltre alcune grandi società giapponesi hanno riconosciuto, in accordo con i sindacati, aumenti salariali importanti ai dipendenti. Ciò favorisce l’adozione di una politica più restrittiva da parte della BoJ che tuttavia non dovrebbe penalizzare le azioni giapponesi”.

 

Mi ha parlato di Banche centrali accomodanti, ma quando lo diventeranno? A quale livello di tassi di interesse si potrà parlare di Banche centrali accomodanti?

“Molti parlano di giugno come data per il primo taglio dei tassi di interesse. Noi non ne siamo così convinti. Forse bisognerà attendere un po’ di più. Allo stesso tempo pensiamo che i tagli potrebbero andare un po’ più in là di quello che si aspetta il mercato e quindi, a maggior ragione, sono valide le indicazioni che ho dato”.

 

AllianzGI cosa propone?

“Siamo conosciuti sul mercato per le strategie azionarie tematiche. Ne cito due: l’intelligenza artificiale e la pet economy, dove siamo stati pionieri. Inoltre siamo leader nei multi-asset. In questo ambito abbiamo due prodotti flagship, i Dynamic Multi Asset Strategy SRI, una famiglia di tre fondi articolo 8 che adottano un approccio sostenibile e sono differenziati per profilo di rischio e rendimento (15, 50 e 75 dove i tre numeri indicano la quota di azionario all’interno del portafoglio). E poi abbiamo un altro prodotto flagship unico nel suo genere che è l’Allianz Income & Growth, un multi-asset a pesi statici, un terzo obbligazioni high yield americane, un terzo obbligazioni convertibili americane, un terzo azioni americane, il cui obiettivo è quello di staccare una cedola pari a circa il 5% per le classi denominate in dollari. Si tratta di una strategia interessante perché rappresenta un valido complemento ai Btp”.

 

La pet economy non è solo una moda? E la tecnologia: non si rischia di cadere nel rischio di dare troppo spazio alle 7 big tech?

“Riteniamo che l’intelligenza artificiale sia un trend di lunghissimo termine che caratterizzerà l’andamento dei mercati azionari in modo importante. Il nostro approccio per questo motivo è un po’ diverso: il portafoglio non è una pura strategia IT, Solo il 50-60% del portafoglio è investito in società tecnologiche, il resto è diversificato su altri settori. Come conseguenza il peso delle magnifiche sette e delle mega cap è contenuto. Per quanto riguarda la pet economy, secondo noi non è una moda del momento. Dietro ci sono dei trend molto importanti: l’invecchiamento della popolazione, con le classi anagrafiche più anziane che tendono a cercare la compagnia degli animali domestici quando i figli vanno via di casa. Anche le nuove generazioni, in primis i millenials, sono molto più propense ad avere un animale domestico in casa. Un altro dato: la classe media nei Paesi in via di sviluppo o nelle economie già sviluppate, pensiamo in primis alla Cina, sono molto propense a seguire i modelli di consumo occidentali”.

 

Visto che l’inflazione non tornerà più ai livelli zero o negativi che abbiamo visto nel recente passato, forse i multi-asset più conservativi non riusciranno a garantire un rendimento reale sufficiente. Cosa ne pensa?

“Noi in generale raccomandiamo, sui multi-asset, di avere un approccio, soprattutto per un investitore che guarda al medio-lungo termine, con una componente azionaria più importante. Per esempio il 50 (che investe mediamente il 50% del portafoglio in azioni ndr) può essere la soluzione giusta. Ma anche un 15 ha in questo momento tanto valore perché, indipendentemente da quelle che potranno essere le oscillazioni del prezzo delle obbligazioni in portafoglio, le cedole sono elevate. Se mettiamo insieme tutti questi fattori, la nostra view da qui a fine anno è positiva, e un multi-asset prudente può portare ancora un valore tale da contrastare tassi di inflazione che rimarranno comunque abbastanza elevati”.

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