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ETF: ecco quali sono le metriche essenziali da guardare – BorsaNews24

2025/02/18 2

Leggere la scheda di un ETF, che viene aggiornata dalla società di gestione che ha creato il prodotto, è molto utile per chi voglia investirvi. Contiene infatti informazioni essenziali. Quelle principali, comuni a tutti gli ETF sono il costo e la differenza di performance rispetto all’indice benchmark, chiamata in inglese tracking difference. Altre informazioni sono invece diverse a seconda che l’oggetto dell’investimento sia un prodotto azionario o un fondo obbligazionario.

 

Le metriche degli ETF obbligazionari

Cominciamo dal cosiddetto reddito fisso. Quando si acquista un ETF obbligazionario le informazioni essenziali da analizzare. contenute nella scheda, sono diverse. Oltre alle ovvie considerazioni su rischio di credito, valutario e diversificazione del portafoglio di investimenti, sono le performance di rendimento a scadenza (Yield to maturity in inglese) e la duration le due informazioni da guardare con la maggiore attenzione.

Il primo dato esprime il potenziale rendimento a scadenza del portafoglio di titoli che compongono il paniere dell’ETF qualora gli stessi venissero portati a scadenza. Nella realtà non sarà così perché il gestore del fondo, al fine di mantenere costante la duration dell’ETF (il secondo dato che andremo a considerare tra poco) deve vendere alcune obbligazioni prima della scadenza e acquistarne altre con una scadenza più lunga. Tuttavia si può dire che, in un arco temporale di poco superiore alla duration del portafoglio, l’informazione sul rendimento a scadenza rappresenta il presumibile tasso di rendimento dell’investimento. Se le obbligazioni che compongono il portafoglio sono in valute differenti dall’euro, per un investitore dell’eurozona ci sarà poi da mettere in conto le oscillazioni valutarie.

Il secondo dato importante è quello della duration, da non confondere con la durata media dei titoli che compongono il portafoglio dell’ETF. La duration rappresenta il tempo entro il quale mediamente un investitore rientra in possesso del capitale investito ed è  solitamente inferiore alla scadenza dei titoli, visto che le cedole accelerano l’accumulazione del capitale.

Più la duration è elevata,  più le oscillazioni dei rendimenti di mercato renderanno volatile lo strumento. Ad esempio, se un ETF ha una duration pari a 7, ciò significa che l’ipotetico movimento percentuale della performance in seguito a una variazione del 1% nei tassi di interesse equivarebbe a in perdita se i tassi salgono o in guadagno se scendono. Solitamente a duration più elevate corrispondono rendimenti a scadenza più elevati a fronte di una maggiore volatilità delle performance.

Per esempio, nella scheda dell’ETF iShares Core € Govt Bond UCITS ETF  che investe su bond governativi dell’area euro si trovano tutte le informazioni più importanti, tra le quali una duration effettiva di 7,32 anni e un rendimento medio ponderato a scadenza del  2,78% (misurazioni effettuata il 23 agosto 2024).

 

Le informazioni importanti per gli ETF azionari

Per quanto riguarda gli ETF azionari, le metriche più interessanti da considerare sono il rapporto tra prezzo e utili del paniere di titoli (P/E) e quello tra i dividendi (distribuiti o reinvestiti) e i prezzi. Il rapporto prezzo utili misura in quanti anni mediamente l’investimento (quindi il prezzo pagato) verrà ripagato dagli utili.

Più questo rapporto è elevato, maggiore sarà il numero di anni necessario per recuperare l’investimento e minore sarà il rendimento atteso. Viceversa, in caso di rapporto tra prezzo e utili più basso. Tuttavia non sempre il P/E è indicativo dell’effettivo rendimento di un investimento azionario, visto che valori elevati potrebbero corrispondere a investimenti in azioni growth ad alto potenziale di crescita futura degli utili. La storia dell’ultimo decennio racconta infatti che i titoli ad alto P/E hanno reso più di quelli a basso P/E (cosiddetti value).

Per chi voglia vivere di rendita e cerchi quindi fonti di reddito periodiche, il rapporto tra dividendi e prezzo indica quanto percentualmente verrebbe incassato negli anni. Si tratta tuttavia di un valore indicativo in quanto i dividendi possono variare, in aumento o in diminuzione. Un rapporto tra dividendi e utili del 4% è già un eccellente valore. Inoltre bisogna considerare che lo stacco dei dividendi si riflette in un analogo calo di prezzo delle azioni.

 

 

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