Sale la febbre dell’attesa per la decisione della Securities and Exchange Commission sull’approvazione del primo ETF spot su Bitcoin. La criptovaluta è balzata a oltre 47.000 dollari nelle ultime ore. Gli investitori pensano che l’autorità di regolamentazione americana potrebbe dare il via libera al prodotto domani, il che potrebbe generare miliardi di dollari di afflussi da parte degli investitori istituzionali.
Non è chiaro quanto denaro potrebbero raccogliere gli ETF spot su Bitcoin. Le stime vanno dai 3 miliardi di dollari nel primo giorno ai 55 miliardi in cinque anni. Secondo Standard Chartered ci saranno afflussi tra 50 e 100 miliardi di dollari solo nel 2024.
Sulla base dei dati forniti dalla piattaforma crittografica Coinglass, l’open interest – importo investito in future su Bitcoin – è cresciuto tra 17 e 18 miliardi di dollari oggi, mentre a inizio dicembre ha raggiunto il record degli ultimi due anni a 19,2 miliardi di dollari. Il risultato è molto indicativo se si pensa che per la maggior parte del 2023 ha stazionato tra 9,5 e 14,5 miliardi di dollari. Inoltre, l’indice Cypto Fear & Greed, elaborato sempre da Coinglass e che misura il sentiment del mercato nei confronti della valuta digitale, è al livello massimo degli ultimi due mesi, mantenendosi da 30 giorni in territorio di “avidità”. I dati di The Block, invece, mostrano come la volatilità implicita delle opzioni su Bitcoin si trovi al punto più alto dell’ultimo anno.
ETF spot Bitcoin: la guerra delle commissioni
Il mercato sta dando per scontato il benestare della SEC all’ETF spot, il che metterebbe fine a un lungo percorso iniziato nel 2013. Da allora tutte le domande sottoposte all’autorità di regolamentazione da parte dei vari gestori patrimoniali sono state sistematicamente respinte. Il regolatore ha sempre considerato il prodotto suscettibile di manipolazioni e frodi. Viceversa non si è opposto agli ETF future su Bitcoin, in quanto ricadenti in un ambito regolamentato.
Tuttavia lo scorso anno però alcuni eventi hanno cambiato le carte in tavola. Ad agosto la decisione di un tribunale USA ha stabilito che la SEC non ha dato spiegazioni sufficienti a giustificazione della bocciatura dei prodotti spot. L’Authority ha deciso di non ricorrere in appello contro la sentenza del tribunale. Inoltre si sono svolti colloqui chiarificatori tra la stessa SEC e una serie di investitori istituzionali come BlackRock, Fidelity e Invesco in merito alle nuove domande presentate.
Gli stessi gestori hanno iniziato negli ultimi giorni una vera guerra di commissioni sugli eventuali nuovi ETF spot. La battaglia per aggiudicarsi quote di mercato è cominciata. In un deposito normativo, BlackRock, VanEck, Ark Investments/21Shares e Bitwise hanno dichiarato una riduzione significativa del TER per gli ETF statunitensi: BlackRock addebiterà lo 0,30%; Bitwise scenderà dallo 0,54% allo 0,24%; Ark e 21Shares abbasseranno la loro commissione dallo 0,80% allo 0,25%. Solitamente, la definizione delle commissioni è l’ultimo dettaglio prima del lancio di un ETF.
Attenzione ai rischi
Quando si configura una situazione di mercato del genere, ossia quando c’è troppa sicurezza sul verificarsi di un evento, esiste il rischio di violente ricadute se qualcosa dovesse andare storto. Il presidente della SEC Gary Gensler ha diverse volte cercato di gettare acqua sul fuoco richiamando alla prudenza. Non è del tutto escluso che possa ancora prendere tempo prima di una decisione definitiva il che potrebbe impattare il sentiment di mercato nei prossimi mesi.
Un altro scenario che potrebbe verificarsi è quello del classico “buy the rumors and sell the news“. È un’ipotesi avanzata da Jag Kooner, responsabile dei derivati di Bitfinex, secondo cui “anche l’approvazione di un ETF spot potrebbe causare un calo dei prezzi”.