Tanto tuonò che piovve. Dopo una lunga lotta che ha coinvolto anche i Tribunali, la Securities and Exchange Commission (SEC) ha approvato – quasi costretta – gli ETF sul bitcoin spot. Ma sulle criptovalute, in particolare sul bitcoin, sono piovute le vendite. Per due ragioni: l’uscita di molti investitori dal Grayscale Bitcoin Trust convertito in ETF, giustificata dalla volontà di incassare i profitti realizzati e il fatto che l’approvazione fosse già scontata dal mercato.
Ora però per bitcoin & co. si apre una nuova fase che Alessandro Mondio, Capital Markets Associate di 21Shares, ha definito di “istituzionalizzazione”. “La quotazione di ETF sul bitcoin a Wall Street, che è bene specificare non sono prodotti acquistabili dagli investitori europei, è importante in termini di regolamentazione e di narrativa, non di apprezzamento, in quanto riduce la percezione sul rischio legato al bitcoin per quei consulenti che vogliano investire nel settore” ha spiegato nel corso di un incontro con la stampa.
In particolare, secondo Mondio, saranno quattro gli sviluppi da tenere d’occhio nel 2024 nel settore delle criptovalute:
- L’halving del bitcoin;
- Il rilancio di Solana;
- La tokenizzazione;
- La normativa.
ETF Bitcoin fuori portata per gli investitori europei
L’ultimo punto, la normativa, è quello su cui si è concentrato in maggior misura Massimo Siano, managing director e responsabile per il Sud Europa di 21Shares. È infatti la normativa che impedisce agli investitori europei di accedere agli ETF e lo fa per una questione di tutela.
“La normativa UCITS – ha spiegato Siano – impone non solo la segregazione degli asset nei portafogli degli asset manager e degli investitori istituzionali, ma anche la diversificazione. Ecco perché non è possibile avere ETF con un solo componente. Infatti, in Europa, non esistono nemmeno ETF sull’oro”.
Esistono però gli ETP (o gli ETC per le materie prime), fin dal 2018, il cui obiettivo è replicare l’andamento di una singola attività sottostante. Finora, tuttavia, non hanno ricevuto tutta l’attenzione che hanno invece avuto gli ETF su Bitcoin spot statunitensi in poche settimane. Anche gli ETP hanno il patrimonio segregato per scelta della società emittente e, per questa ragione, lo spread che mostrano rispetto alle quotazioni dell’attività che replicano è infinitesimale.
“Sono lieto che anche gli investitori istituzionali abbiano iniziato a mostrare maggiore interesse verso il Bitcoin – ha commentato Siano -. Allo stesso tempo, però, mi rammarico che gli europei si siano svegliati tardi, dato che nel Vecchio continente gli ETP sulle criptovalute esistono dal 2018 e avrebbero potuto essere acquistati a prezzi molto inferiori di quelli attuali, conseguendo maggiori guadagni”.
In altre parole per Siano si tratterebbe di un’occasione persa. Da ora in avanti, tuttavia, lo scenario potrebbe cambiare e gli investitori istituzionali potrebbero inserire nei loro portafogli quote tra lo 0% e il 5% di criptovalute anche in ottica di diversificazione. La normativa MiCAr, che entrerà in vigore a il prossimo anno, avvicinerà ancora di più il mondo del risparmio alle criptovalute.
Criptovalute, i 4 fattori da monitorare nel 2024
Il 2023 è stato l’anno della rinascita delle criptovalute. Il bitcoin si è rivalutato del 163%, passando da 16.500 a 44.000 dollari; Ethereum è salita dell’85%; Solana del 1.027%.
“Noi abbiamo registrato questo ritorno di interesse nell’andamento dei nostri prodotti – ha commentato Mondio – che hanno avuto un aumento netto delle masse gestite di 357,3 milioni di dollari per un asset under management complessivo di quasi 2,4 miliardi di dollari”.

Tuttavia la crescita 2023 è stata irregolare e si è concentrata soprattutto negli ultimi mesi dell’anno, trainata proprio dall’attesa per l’approvazione degli ETF negli Stati Uniti. “Più della metà dell’aumento delle masse gestite da 21Shares è stato realizzato nella parte finale dell’anno” ha aggiunto Mondio, che si attende una prosecuzione del trend in virtù di quattro fattori positivi. Oltre alla normativa, l’halving, il rilancio di Solana e la tokenizzazione.
Di questi, il più vicino e il più atteso è sicuramente è sicuramente l’halving, in programma per il prossimo aprile, che dimezzerà l’emissione di nuovi bitcoin, riducendo ulteriormente la liquidità dell’asset e innescando un effetto boost sul prezzo.
Oltre al bitcoin, le altre criptovalute beneficeranno dell’espansione del loro utilizzo. In questo ambito, se Ethereum rimane l’ecosistema leader con una quota di mercato del 75%, Solana rappresenta un forte rivale per velocità ed efficienza economica.
Infine proseguirà la tokenizzazione delle attività, sia finanziarie che reali, su blockchain sia pubbliche che private, e la crescita della finanza decentralizzata (DeFi), in entrambi i casi legata allo sviluppo regolamentare.
