Bitcoin si avvicina a grandi falcate al record storico di novembre 2021 a 68.990 dollari, effettuando in questo inizio settimana un altro importante strappo a oltre 66.000 dollari. Era da circa 28 mesi che la principale criptovaluta non vedeva un livello così alto. La performance di Bitcoin da inizio anno è di circa il 56%, ma la maggior parte del guadagno si è concentrata nelle ultime due settimane allorché si sono intensificati gli afflussi verso gli ETF spot, approvati per la prima volta l’11 gennaio dalla Securities and Exchange Commission.
Secondo i dati forniti da London Stock Exchange Group, nella settimana fino al 1° marzo i flussi netti verso i 10 maggiori fondi spot statunitensi hanno raggiunto quota 2,17 miliardi di dollari. “Ci troviamo in quel tipo di ambiente in cui un giorno o due di consolidamento laterale possono precedere un’azione esplosiva dei prezzi grazie alla vorace domanda di questi nuovi ETF spot”, ha affermato Antoni Trenchev, cofondatore dell’exchange di criptovalute Nexo.
L’entusiasmo degli investitori è tangibile, anche in considerazione del fatto che, dopo tutti gli eventi nefasti che hanno contrassegnato il mondo delle criptovalute nel 2022, sembra essere tornata la fiducia nel settore. “I flussi non si stanno prosciugando poiché gli investitori si sentono più fiduciosi che il prezzo di Bitcoin continui a salire” ha affermato Markus Thielen, responsabile della ricerca presso la società di analisi crypto 10x Research di Singapore.
Non è comunque solo Bitcoin che sta salendo di prezzo in questo periodo. Ethereum, ad esempio, ha ritrovato la forza di un tempo grazie all’attesa che la SEC approvi a maggio la domanda presentata da 8 gestori di fondi per i primi ETF spot su Ether. Anche le meme-coin tipo Dogecoin e Shiba Inu hanno intrapreso un rally che non si vedeva da anni. Contestualmente le azioni legate alle criptovalute stanno cavalcando l’onda. Oggi a Wall Street i titoli Coinbase, Microstrategy, CleanSpark, Marthon Digital, Iris Energy e Riot Platforms, ad esempio, sono in forte rialzo all’apertura delle contrattazioni.
Bitcoin: halving e tecnologia per continuare il rally
Con l’halving alle porte il massimo storico sembra poco più che una formalità per il Bitcoin. Ad aprile si verificherà l’evento che ogni quattro anni dimezza il premio per il mining di Bitcoin. Per effetto di una riduzione dell’offerta rispetto alla domanda ciò comporta solitamente un aumento cospicuo delle quotazioni di Bitcoin sia alcuni mesi prima che dopo l’halving.
Anche tutto ciò che sta accadendo nel settore tecnologico potrebbe servire da supporto all’avanzata di Bitcoin. Di questa opinione è David Duong, responsabile della ricerca istituzionale di Coinbase, secondo cui “la criptovaluta sta beneficiando di un boom di produttività guidato dall’intelligenza artificiale e dalla tecnologia blockchain”. Il legame tra Bitcoin e la tecnologia è sempre molto forte, a giudizio di Brent Donnelly, trader e presidente della società di analisi Spectra Markets. “In un mondo in cui il Nasdaq è sui massimi storici, le criptovalute si comporteranno bene poiché il Bitcoin rimane un proxy tecnologico ad alta volatilità e un termometro della liquidità” ha affermato.
L’avvertimento di JPMorgan
In mezzo a un coro di voci estremamente ottimiste su Bitcoin c’è però un pulpito contrarian. È quello dell’analista di JPMorgan Chase, Nikolaos Panigirtzoglou, che avverte di una possibile correzione verso 42.000 dollari “una volta che l’euforia dopo l’halving di aprile si sarà attenuata”. Secondo l’esperto, a quel punto si potrebbe manifestare il classico “sell the news” per il Bitcoin. Tuttavia, Panigirtzoglou precisa che un crollo del 30% sarebbe possibile, ma se nel frattempo le quotazioni arriveranno a 70.000-80.000 dollari, allora le stime su Bitcoin si sposterebbero a 50.000-55.000 dollari.