Geniale, controverso e rivoluzionario, morto il 12 agosto 1988 ad appena 27 anni, Jean-Michel Basquiat è un’icona assoluta dell’arte moderna. Pioniere del neoespressionismo e del graffitismo, il writer e pittore statunitense ha fatto entrare di tutto nei suoi lavori: dalla religione alla strada, passando per il desiderio di riscatto da figlio della diaspora africana. Complice la sua vita fuori dagli schemi – da homeless senza fissa dimora, esprimendosi sui vagoni dei treni o sulle porte di casa (a firma Samo), assumendo dosi abbondanti di LSD ed eroina, ascoltando la musica portandosi dietro un ghettoblaster –, Basquiat ha subito suscitato l’interesse di collezionisti e bidders. Ma quali sono le opere più costose dell’artista newyorkese?
Jean-Michel Basquiat: le 5 opere più costose
Stilare una classifica in base ai risultati delle aste è molto difficile con Jean-Michel Basquiat. Dagli anni Ottanta ad oggi, il peso di JMB è stato riconosciuto dalle stesse istituzioni che tuttora tendono a sottovalutarlo. Ma tra gli esperti e gli appassionati, rimane uno degli artisti più amati oltre che il più quotato negli Stati Uniti. Le sue opere vengono regolarmente vendute all’asta per decine di milioni di dollari. Tanto per fare un esempio, fuori da questa Top 5 restano Flexible del 1984 (venduto per 45,3 milioni in un’asta da Phillips), Warrior del 1982 (battuto da Christie’s a Hong Kong nel 2021 per 42 milioni) e Dustheads del 1982, venduto da Christie’s a New York nel maggio del 2013 a 48,8 milioni di dollari. Ecco le 5 opere più costose dell’artista contemporaneo più scambiato in asta.
Versus Medici (1982)
Uno dei primi capolavori certificati di Basquiat, un omaggio al Rinascimento italiano, alla figura di Girolamo Savonarola e al tempo stesso un atto di rivolta anti-establishment contro la principale famiglia di mecenati nella storia dell’arte occidentale. Dal 1990 al 2013 il quadro è del collezionista belga-israeliano Yaron Bruckner. Nel maggio del 2021 viene messo all’asta da Sotheby’s a New York partendo da una base di 44 milioni. A comprarlo è l’ex magnate dei casinò di lusso Steve Wynn: il visionario boss di Las Vegas lo paga l’impressionante cifra di 50,8 milioni di dollari, commissioni incluse.

Untitled (Devil) (1982)
Opera di enormi dimensioni (2,40 metri per 5), il quadro “demoniaco” di Basquiat è ancora una volta legato all’Italia: viene realizzato poco dopo che il gallerista Emilio Mazzoli ha invitato il pittore ad esporre a Modena. L’arte italiana fa esplodere il suo flusso creativo. Appartenuto per anni ad Adam Lindemann e Amalia Dayan, che nel 2004 lo pagano 4,5 milioni da Sotheby’s, il dipinto passa a Yusaku Maezawa nel maggio del 2016 per 57,3 milioni. Il collezionista giapponese approfitta della 20th Century & Contemporary Art Evening Sale e nel maggio del 2022 lo mette all’asta da Phillips a New York. La vendita è da record: 85 milioni di dollari, incluse le commissioni. L’acquirente è rimasto sconosciuto.

In This Case (1983)
L’ultimo dei tre monumentali teschi di Basquiat è un’opera che combina simboli e parole, figure e icone, fondendo la storia dell’arte con la scienza, la medicina e la diaspora africana. Nel maggio del 2021, nella prima serata dedicata da Christie’s all’arte degli ultimi quarant’anni, è venduto per 93,1 milioni di dollari, ben oltre i 50 milioni della stima di partenza. A metterlo all’asta è Giancarlo Giammetti, l’imprenditore co-fondatore della maison Valentino, che l’aveva acquistato nel 2007 dal gallerista Larry Gagosian per la penthouse con vista su Central Park. In precedenza In This Case era stato battuto sempre da Sotheby’s nel 2002 per 999.500 dollari: il nuovo prezzo rappresenta un aumento del valore di 90 volte in quasi due decenni.

Boy and Dog in a Johnnypump (1982)
Ken Griffin è il re degli hedge fund e degli investimenti alternativi. Il CEO e fondatore di Citadel LLC e Citadel Securities non si lascia sfuggire le occasioni e grazie a un patrimonio di quasi 30 miliardi, nel 2020 compra per oltre 100 milioni di dollari (non si conosce l’importo preciso versato) questa tela realizzata dal Picasso nero nel suo anno magico e omaggiata da Banksy in un’opera che è diventata a sua volta uno dei suoi lavori più costosi. Il venditore è l’industriale e collezionista Peter Brant, vicino di casa di Griffin a Palm Beach. Per fortuna il ragazzo con cane e johnny pump (l’idrante nello slang di New York) di JMB non è rimasto nel chiuso della villa del manager: Griffin ha messo l’enorme quadro (2,40 metri per 4,20) a disposizione dell’Art Institute of Chicago.

Untitled (1982)
“Crudo, senza censure e ferocemente magnifico”, lo definisce Sotheby’s. È uno dei quadri più famosi di Basquiat e quello (ad oggi) più costoso in assoluto: il miliardario giapponese Yasuku Maezawa se lo aggiudica in asta a New York nel maggio del 2017 per la cifra mostruosa di 110,5 milioni di dollari. Un importo ancora più incredibile se si pensa che l’opera era rimasta praticamente inedita dall’ultima volta che era apparsa sul mercato nel maggio del 1984, quando era stata comprata da Jerry ed Emily Spiegel per 19.000 dollari. Con questa quotazione, il dipinto supera la serigrafia Silver Car Crash (Double Disaster) di Andy Warhol e diventa il sesto quadro più costoso di sempre. Come Ken Griffin, Maezawa ha acconsentito alla sua esposizione ad una mostra dal titolo One Basquiat al Brooklyn Museum e ad un’esposizione al Seattle Art Museum.
