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Indice Artprice100: cos'è e come funziona – BorsaNews24

2025/02/18 2

Gli operatori attivi sul mercato dell’arte per i loro investimenti alternativi attendono ogni anno l’indice Artprice100, il prestigioso indice globale creato da Artprice, il dipartimento di Artmarket (player internazionale fondato nel 1997 da Thierry Ehrmann e quotato all’Euronext di Parigi) dedicato alle quotazioni e agli indici raccolti in banche dati. Nonostante le oscillazioni dovute alle crisi finanziarie, dipinti, sculture, disegni, fotografie, stampe e installazioni continuano a rappresentare un passion asset sicuro sul lungo periodo. Il global index di Artprice è un benchmark che serve proprio a monitorare e quantificare l’incremento di valore del mercato concentrandosi sui suoi elementi più stabili. Ma questo strumento come funziona di preciso?

 

Indice Artprice100: cos’è e che significa artista blue-chip

Lanciato nel 2000, l’Artprice100 simula ogni anno un portafoglio dei 100 artisti blue-chip più venduti al mondo sul mercato globale delle aste per valutare le performance di investimento in questo settore. Sono volutamente esclusi i nomi considerati più volatili, ovvero quelli soggetti all’impatto sui prezzi delle mode, delle tendenze e della speculazione. Per artisti blue-chip, invece, si intende le personalità più affermate, il cui valore di mercato è destinato ad aumentare (indipendentemente dalle condizioni economiche generali) e per cui gli investimenti sono sicuri.

Il termine blue-chip, ossia gettone blu, arriva dal poker: nel gioco d’azzardo, infatti, la fiche di questo colore è quella con il valore più alto. In Borsa, le blue-chip sono le società a maggiore capitalizzazione, ovvero quelle che sono sempre state presenti nei portafogli degli investitori e dei fondi. È su questa logica che si struttura l’index di Artprice: per poter permettere di seguire l’andamento del mercato dell’arte, l’indice si concentra esclusivamente su 100 artisti blue-chip le cui quotazioni superano il milione di euro e restano costanti nel tempo.

Per fare un esempio di artisti blue-chip, Pablo Picasso, Andy Warhol e Claude Monet sono costantemente top lot nei risultati delle aste e rappresentano insieme quasi un quinto del portafoglio simulato dall’indice. L’investimento nelle loro opere è affidabile perché il valore delle tele o delle sculture rimarrà sempre stabile a fronte delle fluttuazioni dell’economia. I blue-chip – per fare altri nomi: Basquiat e Van Gogh, Magritte e Zao Wou-Ki, Richter e Modigliani – hanno accumulato importanti volumi di vendita nel corso degli anni, sono esposti nei musei e nelle gallerie più importanti e prestigiose al mondo e sono riconosciuti dal loro mercato di riferimento.

 

Come funziona l’Artprice100

L’obiettivo dell’indice Artprice100 è monitorare e quantificare l’incremento di valore del mercato dell’arte concentrandosi sui suoi elementi più stabili: le opere dei 100 artisti blue-chip individuati. Per farlo, l’index si comporta come i principali indici azionari mondiali – il FTSE 100, l’S&P 500, lo STOXX Europe 50, il CAC 40, il DAX, il Nikkei 225 – e si concentra sugli artisti fondamentali, tenendo conto del loro peso e della loro importanza. La composizione del portafoglio simulato creato da Artprice viene adeguata da un comitato scientifico ogni 1° gennaio per riflettere l’evoluzione del mercato dell’arte.

L’indice identifica i 100 artisti blue-chip in base al fatturato d’asta annuale e alla liquidità delle loro opere nel corso dei cinque anni precedenti. Per esempio, l’indice del 2023 considera le performance più alte nel 2018, 2019, 2020, 2021 e 2022. Il criterio della liquidità prevede almeno dieci opere di qualità comparabile vendute ogni anno. L’importanza di ciascun artista è proporzionale al suo fatturato annuo d’asta nel periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre. I risultati devono essere regolari e la composizione dell’indice non cambia nel corso dell’anno. Il valore complessivo varia quindi in base alle prestazioni medie individuali, adeguate sulla scorta del peso all’interno del portafoglio.

Con questo metodo di misurazione come fondamento, ogni anno l’Artprice100 mantiene quote fittizie dei 100 artisti più venduti al mondo sul mercato secondario. Il peso relativo di ogni artista è proporzionale al fatturato che le sue opere hanno generato nei cinque anni precedenti: questa cifra viene poi corretta in base al fattore di liquidità. Il 31 dicembre Artprice rileva la variazione teorica del valore di ognuno dei 100 artisti in portafoglio in seguito all’evoluzione dei rispettivi indici di prezzo nell’anno precedente, calcolati su tutti i risultati d’asta registrati durante l’anno. A parte le stampe, gli oggetti d’antiquariato e i mobili che costituiscono un mercato separato, l’indice considera la vendita di qualsiasi tipo di opera.

Il portafoglio è diversificato e si divide in cinque periodi: antichi maestri (nati prima del 1759), arte dell’Ottocento (artisti nati tra il 1760 e il 1859), arte moderna (tra il 1860 e il 1919: il segmento più importante con il 43% dell’investimento iniziale), arte del dopoguerra (tra il 1920 e il 1944) e arte contemporanea (artisti nati dopo il 1945). Questo approccio consente alla comunità finanziaria e degli investitori di ottenere una fotografia attendibile del mercato dell’arte e di comprendere osservando le variazioni percentuali quanto ha reso investire in questo comparto in un determinato anno.

Nel 2023, ad esempio, il ROI complessivo dei 100 artisti blue-chip dell’indice Artprice100 ha fatto segnare un più che positivo +1,55%. Un risultato ottimo considerando che il rendimento del portafoglio è stato inferiore alla media annuale del 10% registrata dal 2000. Per avere una panoramica ancora più chiara sul mercato globale dell’arte, Artmarket pubblica ogni anno in collaborazione con Artron il rapporto The Art Market: quello relativo al 2023 è disponibile sul sito di Artprice.

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