Pochi nomi hanno avuto una significativa variazione nel valore rilevato dall’indice Artprice100 al 31 dicembre 2023 come Joan Mitchell: le sue opere più costose vendute all’asta hanno fatto un incredibile balzo in avanti, sia nei prezzi che nell’attenzione di collezionisti e investitori, con il record personale raggiunto dal suo Senza titolo del 1959. L’artista statunitense, nata a Chicago nel 1925 e scomparsa a Neuilly-sur-Seine nel 1992, è senza dubbio una delle pittrici americane più importanti del Novecento, emersa in un periodo storico (subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale) in cui non sono così tante le donne nel movimento dell’espressionismo astratto.
Joan Mitchell: le opere più costose vendute all’asta
Maestra dell’action painting, Joan Mitchell studia pittura all’Art Institute di Chicago, viaggia in Europa, scopre New York e ritorna a Parigi, dove con Jean-Paul Riopelle decide di trasferirsi a Vétheuil, vicino a Giverny. Leggenda dell’espressionismo astratto, la pittrice è protagonista nel 1982 della prima mostra mai dedicata dal Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris a un’artista donna statunitense. Negli ultimi anni le sue opere stanno raggiungendo stime e prezzi d’asta tra i più alti di sempre per un’artista, in particolare per un’espressionista astratta. Ecco la Top 5 con i top lot nelle vendite all’incanto, escludendo quindi le compravendite private.
La Grande Vallée VII
A metà strada tra la scuola astratta americana e l’impressionismo di Claude Monet, Joan Mitchell ha uno stile immediatamente riconoscibile: pennellate sfumate e feroci e strati spessi di colore in perfetto equilibrio formale. È del 1983 il settimo capitolo di questa serie di ventuno dipinti di grandi dimensioni (260 x 260 cm) che sono considerati il culmine creativo della sua lunga carriera. La Grande Vallée del titolo è un luogo dell’anima in cui l’artista ha vissuto i momenti più intensi dell’amicizia con la musicista e compositrice Gisèle Barreau. Nel luglio del 2020 la tela arriva da Christie’s a New York: le palette si alzano fino a 14,4 milioni di dollari.
Blueberry
Nel 1968 Mitchell abbandona il suo studio parigino e si trasferisce a La Tour, una proprietà immersa negli spazi verdi di Vétheuil, cittadina sulle rive della Senna a un’ottantina di chilometri a nord della capitale francese. I paesaggi rurali ispirano la fisicità delle sue opere, tra cui questo imponente dipinto del 1969 (200 x 150 cm) che richiama il Midwest americano e la campagna della sua infanzia, i campi di mais che si estendono fino al Saskatchewan e ai Grandi Laghi. Il quadro debutta da Christie’s a New York nel maggio del 2018 all’interno della Post-War and Contemporary Art Evening Sale: il martelletto si ferma a 16,6 milioni di dollari.
Noon
È ancora del 1969 questo splendore bucolico di calendule e viole che nel 1972 le vale la prima grande rassegna personale all’Everson Museum di Syracuse, in cui viene esposta in particolare quest’opera. Soltanto due anni dopo, toccherà alla monumentale retrospettiva al Whitney Museum of American Art di New York. “Preferirei lasciare la natura a se stessa: è già abbastanza bella così com’è. Non voglio migliorarla… di sicuro non voglio rispecchiarla. Vorrei semplicemente dipingere ciò che mi lascia”, dice dal suo rifugio bucolico. Nel maggio del 2024 da Sotheby’s a New York questo monumentale dipinto (259 x 200 cm) raggiunge i 22,6 milioni di dollari.
Sunflowers
Il lavoro di Mitchell è significativo se si considera la sua vita relativamente breve: l’artista muore nel 1992 all’età di 67 anni. Le sue ultime opere sono tra le più intense e ricercate sul mercato: i Girasoli realizzati tra il 1990 e il 1991 omaggiano Van Gogh e i giardini di Monet con lo stile gestuale dei suoi contemporanei americani come Franz Kline e Willem de Kooning. Il lavoro (280 x 400 cm) fa parte della collezione A Life of Beauty di John Cheim (rimasto in possesso del gallerista, al quale Mitchell l’ha donato, per quasi trent’anni) messa all’asta da Sotheby’s a New York nel novembre del 2023: il prezzo si assesta a 27,9 milioni di dollari.
Senza titolo del 1959
Le opere realizzate da Mitchell negli anni Cinquanta sono particolarmente richieste sul mercato, nonostante l’artista esponga già agli inizi alla Stable Gallery (luogo di culto gestito da Eleanor Ward) e il suo Ladybug del 1957 sia venduto al MoMA di New York nel 1961. Sostenuta dal crescente successo di critica, la pittrice realizza nel 1959 questo dipinto audace e potente, considerato il capolavoro del decennio più cruciale della sua carriera. Nel novembre del 2023 l’asta da Christie’s a New York all’interno della 20th Century Evening Sale è infuocata: vendita vertiginosa a 29 milioni di dollari, ad oggi il prezzo più alto raggiunto dall’artista. La forte eco commerciale è destinata a dare una spinta ulteriore al mercato della pittrice.
Fuori dalla Top 5 meritano una menzione altre cinque opere di Joan Mitchell vendute all’asta da Christie’s a New York a prezzi notevoli. Un Senza titolo del 1977 raggiunge 12,3 milioni di dollari nel maggio del 2021. Chord X del 1987 arriva a 13 milioni di dollari nel maggio del 2024. Plowed Field del 1971 tocca quota 13,3 milioni di dollari nel novembre del 2022. 12 Hawks at 3 O’Clock del 1960 strappa 14 milioni di dollari nel novembre del 2022 all’interno della collezione An American Place di Barney A. Ebsworth. Un Senza titolo del 1989 è per due anni il suo terzo quadro dal prezzo più alto passato all’asta: 14,1 milioni di dollari nel novembre del 2022.
