Assaporiamo il mondo: è il claim di Gourmey, la prima azienda ad aver presentato una richiesta ufficiale di vendita di carne coltivata nell’Unione europea. La start-up francese ha inoltrato alle autorità di regolamentazione dell’UE una domanda di autorizzazione per il suo cultured foie gras, un piatto a base di fegato proveniente da coltivazioni cellulari prodotte in laboratorio. Un omaggio alle tradizioni e al patrimonio culinario francese e al tempo stesso una tecnologia meno inquinante degli allevamenti tradizionali, più sostenibile e rispettosa del pianeta e degli altri animali.
Gourmey: chi c’è dietro l’azienda francese
Fondata nel 2019, Gourmey ha sede a Parigi ed è guidata dal CEO Nicolas Morin-Forest, giovane manager laureato in Scienze politiche e sociali e con un Master in Marketing alla Sciences Po. L’amministratore delegato della start-up ha un background tra grosse aziende di beni di consumo (ha lavorato nella divisione cosmetica di L’Oréal) e progetti ambientali nel settore non-profit con realtà quali Greenpeace, ASCONA (Asociación de Servicio Comunitario Nacional Ambiental para la Conservación de la Naturaleza y la Biodiversidad) e Agriculture Cellulaire France.
Morin-Forest ha creato Gourmey insieme al CTO Victor Sayous, esperto in biologia molecolare laureato in Farmacia all’Université de Bordeaux e con un Master in Molecole e bersagli terapeutici al Muséum national d’Histoire naturelle. Prima di lanciare Gourmey grazie a 47,5 milioni di dollari raccolti in un finanziamento di Serie A tramite Crunchbase per una raccolta complessiva di 65 milioni di euro, Sayous ha collaborato con il team iGem della Sorbonne e con il CNRS – Centre national de la recherche scientifique. Oggi Gourmey conta quasi un centinaio di dipendenti ed è alla continua ricerca di ingegneri, esperti culinari e di tecnologie all’avanguardia.
Carne coltivata: Gourmey attende ok dell’EFSA
La carne coltivata rappresenta un argomento controverso in diversi Paesi: il dibattito su impatto ambientale, sostenibilità economica ed effetti negativi sugli allevatori tradizionali è ancora aperto. Senza limitarsi all’Unione europea, Gourmey ha presentato la sua domanda di autorizzazione alla commercializzazione anche alla Food Agency di Singapore, alla FDA degli Stati Uniti, alla Food Standards Agency nel Regno Unito e all’USAV in Svizzera, alcuni tra i Paesi dove la cultivated meat ha già ottenuto l’approvazione per il consumo umano.
Per essere commercializzata in Europa, la carne coltivata deve ottenere l’approvazione dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare. L’autorizzazione è disciplinata dal regolamento UE sui nuovi prodotti alimentari, entrato in vigore nel gennaio del 2018. Il processo di valutazione ha una durata di almeno 18 mesi e comprende un esame approfondito della sicurezza alimentare e del valore nutrizionale del prodotto. Una volta ricevuto il semaforo verde dell’EFSA, il prodotto può essere commercializzato nel mercato comunitario.
Foie gras coltivato: quando potrebbe arrivare in commercio
Il procedimento è piuttosto lungo e articolato perché la normativa UE sui cosiddetti novel food è una delle più rigorose al mondo. Il foie gras di Gourmey, coltivato a base di cellule di anatra, verrà analizzato durante le fasi di valutazione e gestione del rischio dell’EFSA. La domanda di autorizzazione non significa quindi l’immissione diretta in commercio. Da parta sua, la start-up transalpina parla di un “lavoro incessante” compiuto negli ultimi anni per realizzare “una soluzione sicura, efficiente dal punto di vista delle risorse e commercialmente valida”.
La squadra interna incaricata di studiare la sicurezza alimentare del prodotto è formata da Sayous, Hannah Lester, Brian Chun e Nadine Bongaerts-Duportet. “Poiché l’Europa mira a rafforzare la sicurezza alimentare e a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, siamo convinti che gli alimenti coltivati abbiano un forte potenziale per integrare le catene del valore agroalimentari esistenti, migliorando la resilienza a lungo termine del nostro sistema alimentare”, fa sapere Gourmey in una nota.
Basata su tutte le evidenze scientifiche disponibili, la valutazione dell’EFSA coinvolge anche i potenziali impatti sociali ed economici ed è condivisa con i rappresentanti degli Stati membri dell’Unione: almeno il 55% di quelli che rappresentano il 65% della popolazione complessiva. “Come hanno recentemente sottolineato alcuni ministri europei, la tutela dei prodotti tradizionali non deve diventare un ostacolo all’innovazione alimentare e alla libera scelta del consumatore”, spiega in merito Francesca Gallelli del Good Food Institute Europe.
La domanda della start-up francese Gourmey dimostra che l’innovazione alimentare e la tradizione culinaria possono rafforzarsi a vicenda, offrendo un foie gras che soddisfa le esigenze dei consumatori e tutela il benessere animale. Con una legge viziata e potenzialmente inapplicabile, l’Italia ha deciso di adottare una posizione ideologica, vietando la produzione e la commercializzazione della carne coltivata, a prescindere dalle rigorose valutazioni che adesso verranno svolte dall’UE. È impellente che la legge venga abrogata affinché ricercatori, consumatori e imprese italiane non siano costretti a navigare nell’incertezza. L’uguaglianza tra i cittadini europei e l’equa concorrenza all’interno del mercato unico devono essere garantiti.
Se tutto dovesse procedere per il meglio, il foie gras coltivato di Gourmey potrebbe essere disponibile per la ristorazione entro il 2026 e sugli scaffali dei supermercati negli anni successivi. La start-up parigina sta anche lavorando ad altre carni coltivate per il mercato europeo, insieme a concorrenti come l’olandese Mosa Meat, specializzata in carne di manzo coltivata con energia rinnovabile al 100% e capace di ottenere la certificazione B Corp, diventando la prima azienda di carne coltivata al mondo a guadagnarsi questo riconoscimento.
Per spingere sul pedale dell’innovazione, Gourmey è entrata a far parte di France Deeptech, un collettivo che riunisce i player chiave dell’ecosistema deeptech e agrotech europeo e francese. “Questi tipi di cibo faranno parte delle diete dei prossimi anni e, in quanto invenzione europea, con diversi campioni europei, abbiamo davvero bisogno di preservare questa sovranità tecnologica”, commenta Morin-Forest in un’intervista a Politico. “C’è molta polarizzazione sull’argomento… dobbiamo davvero avere un dialogo fondato sulla scienza e un dibattito pubblico, niente che sia troppo ideologico”.