L’originalità pittorica di Cy Twombly ha trasformato i suoi lavori in alcune delle opere più costose tra quelle vendute all’asta dei maestri della contemporaneità. Nato a Lexington nel 1928 e morto a Roma nel 2011, il pittore statunitense guida costantemente i cataloghi delle major Christie’s, Sotheby’s e Phillips con tele che superano di continuo le stime iniziali e volano a prezzi da record. Non potrebbe essere altrimenti per un artista che ha sfornato una raffica di capolavori sin dagli anni Sessanta, quando chi ha creduto in lui comprando i suoi dipinti oggi è diventato milionario.
Cy Twombly: le 5 opere più costose vendute in asta
Vero nome Edwin Parker Twombly Jr., Cy Twombly è allievo di Robert Rauschenberg e Franz Kline e amico di John Cage, lavora come crittologo per l’esercito americano e ha un legame fortissimo con l’Italia, dove si divide tra Roma e Gaeta. Maestro dell’astrazione pittorica, influenzato dal passato classico e dalla mitologia ma con uno sguardo sempre originale e rivolto al futuro, la sua prima personale risale al 1951 a New York, mentre alla Biennale di Venezia è ospite per cinque volte a partire dal 1964. Dalla fine degli anni Ottanta i suoi quadri maturano un valore notevole: ecco ad oggi i cinque più costosi battuti nelle vendite all’incanto.
Untitled del 2005
Il critico e curatore Francesco Bonami ritiene che Cy Twombly “è stato per la pittura un po’ quello che Truman Capote è stato per la letteratura americana: un caso, uno snob, un fenomeno. Anche se i suoi segni sulla tela erano più simili ai Fili d’erba di un altro grande scrittore americano, Walt Whitman”. Nel 2005, il periodo della serie Bacchus, il pittore ha 77 anni e realizza una delle sue ultime grandi opere: un quadro imponente (325,1 x 494 cm) composto utilizzando un pennello imbevuto di colore vermiglio e fissato all’estremità di un lungo palo. Nel novembre del 2017 arriva da Christie’s a New York e incassa 46,4 milioni di dollari.

Leda and the Swan
Complice la conoscenza profonda della crittologìa, Twombly lancia messaggi in codice riempiendo i suoi lavori di segni, graffi e linee soltanto in apparenza casuali. Per alcuni, i suoi quadri non sono altro che un’elaborazione bambinesca di scritte e scarabocchi che si trovano nei bagni pubblici. In realtà, spinto dal confronto con la poetica antifigurativa di Jackson Pollock che considera “l’apice della pittura americana”, l’artista virginiano si inserisce a pieno titolo nel filone dell’espressionismo astratto. È del 1962 questa tela che rielabora il mito di Leda e il cigno in cui Giove, trasformato nel bellissimo uccello acquatico, seduce la regina di Sparta sulle rive del fiume Eurota. Da Christie’s a New York nel maggio del 2017 è venduto per 52,8 milioni di dollari.

Untitled del 2007
L’epico e gigantesco (252.1 x 552,5 cm) Senza titolo di Cy Twombly del 2007 fa parte di un gruppo di sei monumentali dipinti noti come A Scattering of Blossoms, un ciclo tra i più importanti dell’artista e ispirato all’arte e alla poesia giapponese del periodo Edo, in particolare gli haiku degli autori del diciassettesimo secolo Bashō e Kikako. Nel novembre del 2021 la tela è all’asta da Sotheby’s a New York all’interno della Macklowe Collection e raggiunge quota 58,8 milioni di dollari. Una curiosità: durante la mostra Blooming, A Scattering of Blossoms and Other Things organizzata dalla Fondazione Lambert di Avignone, l’artista cambogiana Rindy Sam bacia l’opera Phaedrus di Twombly. Il Tribunale la condanna ad un mese di lavori socialmente utili e al pagamento di una multa di 4.500 euro per risarcire i danni da dégradation d’un concept.

Untitled del 1970
La serie Blackboard, realizzata tra il 1966 e il 1971, è una delle più costose di sempre firmate Twombly: una sfilza di scarabocchi aggrovigliati in loop su sfondo lavagna grigio fumo. “La linea è la sensazione di passaggio da una cosa morbida, sognante, a qualcosa di duro, arido, solitario, qualcosa che finisce, che inizia. È come se stessi sperimentando qualcosa di spaventoso e devo essere in quello stato perché anch’io ci sto finendo dentro”, racconta l’autore in un’intervista concessa a David Sylvester. Da Christie’s a New York nel novembre del 2014, il quadro parte da una stima iniziale di 35 milioni e a suon di rilanci è venduto a 69,6 milioni di dollari.

Untitled (New York City)
Ancora dal ciclo Blackboard, una maestosa tela del 1969 (172,7 x 228,6 cm) che si pone l’obiettivo di “articolare l’inspiegabile”, di rappresentare “ciò che non può essere scritto”. Forme cilindriche e ripetizioni ossessive riverberano in questo quadro che passa nelle collezioni della Saatchi Gallery a Londra e di Fred Mueller a New York prima di rimanere nella stessa collezione privata per quasi vent’anni. È il novembre del 2015 quando fa il suo esordio all’asta da Sotheby’s a New York: le palette si alzano fino a 70,5 milioni di dollari. Si tratta del record assoluto per Twombly e della sua opera più costosa mai venduta all’incanto.

Fuori dalla Top 5 meritano una segnalazione otto opere di Cy Twombly capaci comunque di superare il tetto dei 20 milioni di dollari. Un Untitled del 1968 è venduto a 26,7 milioni nel novembre del 2023 da Sotheby’s a New York nell’asta An Era Defined dalla collezione di Emily Fisher Landau. Da Christie’s sempre a New York un Untitled del 1961 raggiunge i 32 milioni nel novembre del 2021, Untitled (New York City) del 1969 arriva a 36,6 milioni nel maggio del 2016 da Sotheby’s.
Nella Contemporary Evening Auction del maggio del 2022 da Sotheby’s a New York, un Untitled del 1969 è battuto a 38 milioni. Sono 38,6 i milioni sborsati nell’ottobre del 2020 da Christie’s per Untitled [Bolsena] del 1969. Da Phillips nel novembre del 2022 è un Untitled del 2005 a salire a 41 milioni. Untitled (Rome) del 1970 raccoglie 41,6 milioni nel maggio del 2021 da Sotheby’s, mentre un Untitled del 1969 è venduto per 42,7 milioni nel maggio del 2015 da Christie’s.