Il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto ufficialmente un accordo per la riforma dell’IVA nel commercio elettronico. Dopo quasi due anni di negoziati, il Consiglio dei 27 ha trovato la quadra per il cosiddetto pacchetto VAT in the digital age, un insieme di norme sulla fiscalità per chi opera nel settore dell’e-commerce, in particolare per trasporti e ospitalità. Le nuove regole entreranno in vigore dal 2030 e prevedono una stretta su frodi, imposte e fatturazione elettronica. “È una pietra angolare per la transizione digitale e un passo significativo per migliorare la competitività dell’UE”, ha dichiarato Mihály Varga, ministro delle Finanze ungherese e presidente di turno dell’ECOFIN, il Consiglio Economia e finanza.
Come cambia l’IVA nel commercio elettronico dal 2030
Il pacchetto di leggi varate adegua le norme europee in materia di IVA alle nuove realtà digitali e al tempo stesso punta a semplificare il contesto fiscale, promuovere la digitalizzazione e ridurre i costi degli adempimenti per le imprese, in particolare le PMI. Ad essere interessate sono soprattutto le realtà imprenditoriali che operano nei servizi di trasporto di passeggeri e nei servizi ricettivi a breve termine. Quindi le piattaforme di trasporto privato, mobilità e car pooling come Uber, Lyft, Bolt e Gojek e i portali per la ricerca di alloggi come Airbnb, Booking, HomeToGo e Holidu. Le principali novità messe a punto sono tre:
- la comunicazione dei dati in tempo reale e l’obbligo di fatturazione elettronica;
- la responsabilità delle piattaforme nella riscossione dell’IVA;
- la registrazione IVA unica.
Innanzitutto la rendicontazione dei dati dovrà avvenire in tempo reale: stop alle dichiarazioni riepilogative, entro il 2030 le comunicazioni sui dati dell’IVA dovranno essere obbligatorie e digitali per le transazioni tra Stati membri. Diventa obbligatoria la fatturazione elettronica (e-invoicing) per le transazioni business-to-business transfrontaliere, considerata essenziale per evitare perdite di gettito IVA nel vasto mondo del business della mobilità e dell’accoglienza.
Attualmente molti fornitori online di servizi di trasporto passeggeri e alloggi a breve termine non pagano l’IVA perché sono imprese individuali (autisti o persone fisiche che affittano il proprio appartamento) o PMI che non sono tenute a registrarsi e sono oggetto di esclusioni ed esenzioni. Il set di leggi e regolamenti comunitari impone alle piattaforme di far pagare l’IVA ai consumatori e girarla agli erari degli Stati. Quindi saranno i portali a riscuotere l’imposta direttamente dal cliente e a riversarla alle autorità fiscali. I singoli Stati membri, tuttavia, hanno ancora la possibilità di applicare specifiche esenzioni alle piccole e medie imprese.
Il terzo step prioritario del pacchetto è lo sportello unico per la registrazione dell’IVA. Il legislatore ritiene che le autorità nazionali dei Paesi membri debbano comunicare maggiormente tra loro per evitare le frodi legate all’IVA. Il VAT Gap Report 2023 elaborato dalla Commissione europea stima nella mancata riscossione dell’imposta sul valore aggiunto una perdita complessiva di 61 miliardi di euro all’anno. Allo scopo di costruire un sistema comune per la gestione, la condivisione e l’incrocio dei dati e consentire a un numero maggiore di aziende di adempiere ai propri obblighi, il VAT in the digital age introduce uno sportello unico che renderà interoperativi tutti i sistemi fiscali nazionali entro il 2035, salvo slittamenti.
Le nuove regole europee per l’IVA nell’era digitale
L’allungamento dei tempi dei negoziati era dovuto al mancato accordo sulla libertà d’azione delle piattaforme. L’ECOFIN è riuscito a trovare un’intesa grazie all’allargamento della definizione di “locazione di alloggi a breve termine a fini fiscali” (ovvero la nuova regolamentazione per la riscossione dell’IVA sugli affitti brevi) in merito alla responsabilità dei fornitori di servizi. A mettere d’accordo i rappresentanti dei 27 è la possibilità per gli Stati membri di esentare le PMI da queste norme, destinate principalmente ai colossi come Airbnb e Booking con fatturati che superano il miliardo di dollari. Naturalmente è previsto un periodo di transizione per il dovuto adeguamento prima dell’applicazione del pacchetto da parte degli operatori.
“Le nuove norme aggiorneranno i nostri sistemi IVA per riflettere la digitalizzazione delle nostre economie, aiutare a combattere le frodi IVA e semplificare gli obblighi amministrativi per le piccole aziende e i singoli fornitori di servizi”, ha spiegato Varga. “Attraverso la semplificazione e l’ammodernamento dei processi IVA, riduciamo significativamente gli oneri amministrativi per le imprese, in particolare le PMI, per consentire loro di concentrarsi sulla crescita anziché sulla burocrazia”, ha sottolineato Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo per Un’economia al servizio delle persone. “L’accordo facilita la vita dei contribuenti, affronta le frodi e promuove la concorrenza leale”, ha aggiunto il Commissario per l’economia, Paolo Gentiloni.
La registrazione IVA unica agevolerà gli oneri amministrativi per le imprese europee, contribuendo all’espansione transfrontaliera delle PMI. Il regime del fornitore presunto è infine essenziale per garantire condizioni di parità tra le economie tradizionale e di piattaforma. Le nuove norme in materia di IVA rafforzano la nostra capacità di sfruttare le opportunità offerte dalla digitalizzazione, affrontandone allo stesso tempo alcune delle sfide per realizzare un’Europa più equa e competitiva.