Dopo un 2022 in cui l’unica certezza sui mercati finanziari è stata la discesa, il 2023 si è aperto con un bel rimbalzo. Il mese di gennaio si avvia a concludersi con rialzi vicini alla doppia cifra per le principali Borse europee, ma secondo Luca Riboldi, direttore degli investimenti di Banor Sim, è meglio rimanere cauti.
Borse europee troppo lontane da Wall Street
In un’intervista rilasciata a Borsa&Finanza, il direttore degli investimenti di Banor Sim ha osservato come, dall’inizio del rimbalzo sui mercati azionari, Wall Street sia rimasta attardata rispetto alle principali Borse europee: “C’è un gap di valutazione tra l’Europa e gli Stati Uniti. A parità di settori e società le azioni europee appaiono molto più convenienti di quelle degli Stati Uniti. A nostro parere molti settori e molte imprese sono ancora sopravvalutati negli Usa nonostante la forte correzione che ha colpito lo scorso anno i titoli tecnologici”. Considerando il ruolo di guida che la Borsa Usa ha sulle altre, una correzione della sopravvalutazione avrebbe conseguenze anche sulle Borse europee.
Per questa ragione il fondo Banor Mistral Long Short Equity mantiene un’esposizione netta lunga sul mercato azionario limitata al 15%. All’interno del portafoglio prevalgono i long su azioni europee e viceversa gli short sono più presenti su titoli del mercato statunitense proprio in considerazione della sopravvalutazione ancora esistente su molti di essi. “Riteniamo – è il commento di Luca Riboldi – che ci saranno revisioni al ribasso degli utili sulle società Usa, con conseguenti riduzioni delle quotazioni in Borsa”.
Lo scenario economico che fa da sfondo ai mercati azionari è d’altronde incerto, con l’economia in frenata e la Cina alle prese con una riapertura accompagnata dalla crescita dei casi di Covid. “Da qui ai prossimi 3-6 mesi potremmo assistere a revisioni al ribasso degli utili aziendali. Anche i tassi Fed non aiuteranno nei prossimi 6-9 mesi” spiega Riboldi, secondo cui bisognerà aspettare la seconda parte dell’anno per sperare in un allentamento della politica monetaria.
I long e gli short del fondo di Banor Sicav
Il fondo Banor Mistral Long Short Equity si è classificato terzo per rendimento nel 2022 tra i fondi long/short equity Europe con una performance positiva del 15,45%, in netta controtendenza con l’andamento delle principali asset class, azioni e obbligazioni. Un rendimento costruito grazie al 5% fornito dai titoli selezionati per le posizioni long e dal 10,5% circa derivante dalle posizioni short sul mercato. In particolare, le azioni del settore energy come i petroliferi integrati – Eni, Shell, Total – le oil service come Tenaris e Saipem e gli operatori nel settore del trasporto e stoccaggio – tanker – sono stati protagonisti nella parte long del portafoglio insieme ai titoli della difesa. Alcune di queste posizioni sono state confermate anche per il 2023 ma in alcuni casi la posizione netta è stata ridotta adeguandola a seguito del rialzo già incamerato. “Rimaniamo ancora long sui titoli della difesa, sulle oil service company e sui tanker anche se abbiamo ridotto l’esposizione netta long. Tra i singoli titoli esempi di posizioni in acquisto sono quelle di Buzzi, mentre siamo short sui corrispettivi statunitensi che consideriamo sopravvalutati, Diasorin e Amplifon che sono tornate a valutazioni interessanti. Nel fondo manteniamo anche delle posizioni opportunistiche su obbligazioni di società che conosciamo bene. Per esempio – conclude Riboldi – alcuni mesi fa abbiamo acquistato su Saipem, IMA, Intesa Sanpaolo con rendimenti fino al 10%”.