Il 2023 è iniziato in difesa ma i manager del private banking rimangono pronti a sfruttare i cambiamenti di scenario che si verificheranno nel corso dell’anno. Questo è quanto emerso dall’outlook che l’Associazione Italiana del Private Banking (AIPB) ha effettuato su un campione rappresentativo degli outlook elaborati dagli asset manager associati. Il nuovo anno si trascina alcuni temi già aperti nel 2022 sui quali potrebbe arrivare maggiore chiarezza nel corso dell’anno. Per il momento è quindi preferibile mantenere una strategie difensiva che si traduce in una preferenza per l’asset class rappresentata dai titoli di Stato mentre maggiore cautela viene espressa sull’azionario.
I 3 driver del 2023
Il presidente di AIPB, Andrea Ragaini, commentando lo scenario di inizio hanno nel corso della conferenza “Le sfide degli investimenti. Il ruolo del Private Banking” ha sottolineato che ci troviamo “in un nuovo regime, in cui la geopolitica aumenta il proprio peso sui mercati finanziari e nelle decisioni di politica monetaria, risultando difficilmente prevedibile”. Sono tre i fattori che caratterizzano il quadro attuale:
- La transizione verso un nuovo scenario internazionale;
- La convivenza con l’inflazione;
- La stretta di politica monetaria.
La transizione verso un nuovo scenario internazionale
Dei tre fattori è quello più difficile da prevedere e lontano da una soluzione. Non c’è solo il conflitto tra Russia e Ucraina a rendere complicata l’interpretazione del quadro geopolitico. C’è anche un’economia cinese ancora alle prese con l’uscita dalla pandemia, la competizione tecnologica e commerciale con gli Stati Uniti e i rapporti tesi sul tema Taiwan. Sul fronte europeo il problema principale è rappresentato dal trovare una posizione comune nel rapportarsi con le altre potenze mondiali e con nazioni importanti che vivono forti tensioni interne, come l’Iran.
La convivenza con l’inflazione
Gli asset manager associati ad AIPB sono convinti che l’inflazione non se ne andrà tanto presto. La maggioranza (53%) ritiene che i prezzi al consumo rimarranno superiori al 2%, l’obiettivo delle Banche centrali, nel corso di tutto il prossimo triennio. Mentre il picco è stato raggiunto lo scorso anno, il costo della vita si sgonfierà lentamente. Lo farà in un contesto di crescita globale in rallentamento, secondo il 56% dei manager i quali ritengono una recessione più probabile in Europa (88%) che negli Stati Uniti (44%).
Niente tagli ai tassi nel 2023
La politica monetaria delle Banche centrali rimarrà restrittiva per un certo periodo di tempo dopo che la manovra di rialzo dei tassi di interesse verrà conclusa. Secondo gli asset manager coinvolti nello studio il picco dei tassi sarà tra il 5% e il 5,5% negli Stati Uniti e tra il 3,3% e il 4% in Eurozona. Per il 47% degli interpellati la manovra restrittiva si prolungherà anche nella seconda metà del 2023 e c’è un 20% di opinioni che vede la fine della manovra restrittiva solo nel 2024. Non viene esclusa la possibilità di frenate brusche dell’economia che avrebbe come conseguenza un atteggiamento di politica monetaria più accomodante.
Le scelte di investimento dei manager del Private Banking
L’avvio dell’anno dei manager del Private Banking è stato improntato alla cautela. Quasi tutti hanno evidenziato un ritorno di interesse per il mercato obbligazionario e in particolare per i titoli di Stato, soprattutto statunitensi. Tra le scelte di investimento preferite anche i bond corporate investment grade. Meno convinta la posizione sugli high yield mentre l’approccio verso il mercato azionario è improntato alla cautela. Il rallentamento economico atteso impatterà sugli utili e quindi sulle quotazioni azionarie. I manager preferiscono quindi aspettare e assistere al riprezzamento prima di aumentare l’esposizione alle azioni. Il rallentamento economico getta un’ombra anche sull’andamento delle materie prime. Tra le aree dove possono esservi opportunità rimangono i private market, in particolare infrastrutture e private debt. Infine, sul mercato delle valute, c’è una preferenza per il sottopeso del dollaro.

In ambito settoriale i private banker preferiscono le tematiche di lungo periodo come energia, infrastrutture, healthcare e tech, dove la previsione è per una crescita degli investimenti indipendentemente dalle condizioni di contesto. Tra i megatrend di investimento più seguiti ci sono l’andamento demografico, i cambiamenti sociali, la deglobalizzazione, il cambiamento degli equilibri economici, il cambiamento climatico, la transizione energetica e quella tecnologica.