L’Isee 2025 rappresenta la porta d’accesso a una vasta gamma di bonus e agevolazioni. Una delle novità più rilevanti di quest’anno riguarda l’obbligo di inserire anche le carte prepagate nella Dichiarazione sostitutiva unica (DSU). Spesso considerate secondarie, le carte come PostePay, PostePay Evolution e altre tipologie di prepagate, pur non essendo direttamente collegate a un conto corrente, devono comunque essere dichiarate come parte del patrimonio mobiliare.
Il denaro viene caricato dal proprietario su queste carte ed è pronto all’uso per acquisti e pagamenti. Pur sfruttando i circuiti delle tradizionali carte di credito, si distinguono però sia dalle carte di debito sia da quelle di credito vere e proprie. Tuttavia, proprio questa loro specificità può indurre a pensare, erroneamente, che non debbano essere considerate nell’Isee. Al contrario, è obbligatorio includerle, sia che abbiano un Iban, come la PostePay Evolution, sia che ne siano prive, come la PostePay classica. Vediamo come dichiararle correttamente per evitare problemi.
Quali codici e saldi inserire per le PostePay nell’Isee 2025
È necessario seguire alcune regole ben precise per compilare correttamente la DSU e includere le PostePay. Le carte dotate di Iban, come la PostePay Evolution, devono essere dichiarate nella sezione dedicata ai conti correnti utilizzando il codice 01.
Tale codice identifica strumenti bancari assimilabili ai conti correnti tradizionali. In questi casi, è necessario riportare sia il saldo al 31 dicembre 2023 sia la giacenza media annuale, due parametri che rappresentano rispettivamente la somma presente sulla carta alla fine dell’anno e la media dei fondi disponibili durante tutto il 2023.
Le PostePay classiche, prive di Iban, vanno invece dichiarate nella sezione relativa ad altri strumenti e rapporti finanziari, utilizzando il codice 99. Non è richiesto il dato relativo alla giacenza media, ma basta indicare il saldo disponibile al 31 dicembre 2023.
Attenzione perché tale distinzione è fondamentale per evitare errori nella compilazione della DSU. Una dichiarazione imprecisa o incompleta potrebbe infatti compromettere la validità dell’Isee e comportare la perdita di eventuali benefici legati al calcolo.
Cosa si rischia se non si inseriscono le carte PostePay nell’Isee
Omettere una PostePay dalla DSU può comportare gravi conseguenze. Presentare un Isee incompleto o inesatto equivale a dichiarare il falso e in più si rischia di vedersi togliere agevolazioni e bonus già concessi. In alcuni casi, potrebbe essere richiesta la restituzione di quanto percepito indebitamente.
Il Fisco è in grado di tracciare ogni rapporto finanziario intestato ai cittadini, comprese le carte prepagate. Pertanto, eventuali omissioni non passano inosservate. Qualora vengano rilevate discrepanze, l’Isee potrebbe risultare irregolare o difforme, compromettendo la validità della certificazione. È importante ricordare che anche le carte con saldo zero o negativo devono essere inserite nella dichiarazione.
Come verificare saldo e giacenza delle PostePay
È necessario conoscere il saldo e la giacenza media annuale di ogni carta intestata per dichiarare correttamente le PostePay nell’Isee 2025. Diversi canali sono i canali che permettono di ottenere questi dati:
- Ufficio postale – è sufficiente fornire il proprio codice fiscale e un documento d’identità per richiedere la documentazione necessaria;
- Sito ufficiale di Poste Italiane – utilizzando le proprie credenziali per consultare e scaricare i dati richiesti.
- App PostePay – per verificare in modo rapido il saldo al 31 dicembre 2023 e la giacenza media annuale.
È consigliabile controllare tutte le carte prepagate intestate, incluse quelle inutilizzate o dimenticate, per assicurarsi che ogni strumento finanziario venga correttamente incluso nella DSU.