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Azionario cinese, tre ragioni per essere scettici – BorsaNews24

2025/02/18 2

A fine 2022 il governo cinese ha iniziato l’eliminazione graduale delle restrittive politiche di lotta contro la diffusione del Covid, dando il via alla “riapertura” della Cina. Una decisione, spinta anche dall’ondata di manifestazioni di protesta nel paese – e questa per la Cina è una novità – che avrebbe dovuto innescare un forte recupero dell’economia e dell’azionario cinese. La preoccupazione maggiore era allora che il ritorno in grande stile della crescita cinese avrebbe potuto innescare un incremento della domanda delle materie prime e dare nuova forza all’inflazione.

A cinque mesi di distanza dall’annuncio, tuttavia, rimane solo la delusione per una riapertura che ha perso la sua spinta iniziale, già contenuta. Per Ariel Ying Wang, analista e gestore di Gemway Assets, sono tre le ragioni che stanno frenando la seconda economia mondiale:

 

  • Il confronto con gli Stati Uniti;
  • La mancanza di fiducia;
  • Il settore immobiliare.

 

I rischi per l’azionario cinese

Oltre a rappresentare dei motivi di freno per la ripartenza della Cina, i tre fattori indicati da Ariel Ying Wang rappresentano anche tre rischi per l’andamento dell’azionario cinese.

Le relazioni con gli Stati Uniti hanno subito di recente un ulteriore deterioramento e l’allontanamento tra i due big dell’economia mondiale prosegue. “Non ci aspettiamo che le relazioni migliorino – ha chiarito Wang – ma il punto da cui si parte è davvero basso”.

Il decoupling tra le due economie è evidenziato dalla discesa della percentuale di deficit commerciale USA attribuibile alla Cina. Si è passati dal 49,1% del 2017 (presidenza Trump) al 29,1% attuale. Allo stesso modo il 18% delle importazioni statunitensi sono verso la Cina, contro il 22% del 2018.

La ripresa cinese dopo la riapertura ha deluso e oggi spesso si parla di perdita della spinta iniziale, già debole. Ariel Ying Wang attribuisce questa debolezza al fatto che, rispetto al passato, siano stati i consumi interni a trainare la crescita e non gli investimenti. “Bisogna tenere presente – ha spiegato l’analista di Gemway Assets- che questa volta il recupero è stato sostenuto dai consumi e non dagli investimenti. E per consumare le persone devono sentirsi fiduciose. Ancora non lo sono, anche perché una delle fonti di reddito più importanti non sta andando bene. Si tratta dell’immobiliare”.

Sempre su fronte della crescita Wang attribuisce la lentezza della Cina ai magazzini delle imprese, ancora molto forniti. “Tuttavia – nota l’analista – le imprese non hanno ridotto le loro guidance perché pensano che il recupero, anche se lento, proseguirà”.

Il terzo rischio è che negli Stati Uniti si verifichi il temuto hard landing. Per Gemway Assets non è lo scenario principale ma l’effetto che avrebbe sul dollaro, rafforzandolo, avrebbe conseguenze negative non solo per la Cina ma per tutti i mercati emergenti.

 

Meno Cina in portafoglio

Sulla base delle osservazioni effettuate, il portafoglio di Gemway ha registrato una riduzione dell’esposizione all’azionario cinese dal 38% al 35%, con la vendita dei titoli del produttore di energia Cnooc. L’asset manager, infatti, rimane preoccupato sulla crescita del paese nella seconda parte dell’anno e non prevede al momento un miglioramento della situazione reddituale.

Registra un aumento di attrattività l’India dove Gemway Assets è positiva in particolare sul settore bancario e sul petrolifero Reliance. L’esposizione all’India è stata incrementata dall’11% al 14%.

Rimane stabile al 20% l’esposizione a Corea e Taiwan (20% complessivo). Per quanto riguarda la Corea del Sud Ariel Ying Wang si attende un rimbalzo dei produttori di chip di memoria e di Samsung che ha in atto un piano di riduzione delle scorte. Dai massimi del 2022 l’azione ha perso il 60% di capitalizzazione di Borsa. Maggiore cautela viene invece espressa su Taiwan. Non per le questioni geopolitiche e gli esercizi muscolari di forza cinese, quanto piuttosto per la previsione di un calo della domanda, in particolare per TSMC. Secondo Wang “al momento non è pensabile un tentativo di invasione dell’isola da parte della Cina. Perché iniziare una guerra che si è sicuri di non poter vincere. Inoltre c’è l’esempio della Russia che ha fallito il suo attacco all’Ucraina”.

Il resto dell’esposizione di Gemway si divide tra America Latina, (10%-11%) con il Messico in migliore posizione rispetto al Brasile e due forti convinzioni sulle imprese MercadoLibre e Banorte, e Medio Oriente (4%-5%) dove la strategia è di selezionare le azioni che rappresentano una opportunità.

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