Il processo di cambiamento è in corso. Il passaggio da un mondo bipolare, che ha caratterizzato gli anni seguiti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, a un mondo multipolare, è un processo i cui effetti si fanno sentire anche sul fronte degli investimenti. Yves Ceelen, responsabile degli investimenti bilanciati globali e dei mandati istituzionali di DPAM ritiene che questa transizione, già in corso, non generi cambiamenti improvvisi ma richieda comunque di adattare la propria visione degli investimenti.
Nel mondo multipolare non contano solo USA e Cina
La contrapposizione economica e geopolitica tra Stati Uniti (e Occidente più in generale) e Cina, è sempre più evidente ma non è l’unica. Secondo Ceelen sono numerosi i paesi che si stanno affacciando sulla scena internazionale e cercano di trovare un posto al Sole. L’India, per esempio, ma anche i paesi dell’America Latina, i BRIC, gli ASEAN. “La coesione tra queste nazioni sta crescendo, come dimostra l’espansione di organismi regionali” evidenzia Ceelen, che sottlinea come “il G7 oggi rappresenta solo il 30% della popolazione mondiale”.
È con queste nazioni che i due grandi protagonisti dell’economia globale, Cina e Stati Uniti, cercano di instaurare alleanze di convenienza economica e politica. Ma spesso questi paesi giocano da battitori liberi “scegliendo le loro alleanze e i loro partner commerciali in base alla loro convenienza, come fanno per esempio l’India e l’Arabia Saudita”.
In questo processo gli Stati Uniti e l’Occidente sono quelli che hanno più da perdere. Sono sfavoriti di fronte a paesi finora relegati in secondo piano, “con storie comuni di oppressione e sfruttamento, spesso per mano dei paesi occidentali”. Si pensi per esempio alle contrapposizioni emerse sui temi ambientali, che interessano tutto il mondo. “I paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, pur avendo contribuito in misura minore ai cambiamenti climatici, sono quelli che soffrono di più per il loro impatto e chiedono un risarcimento” scrivono gli analisti di DPAM.
“Il nuovo ordine mondiale – ha proseguito Celeen – punta al riconoscimento dei singoli paesi sulla base delle dimensioni della popolazione e sulle capacità economiche, ritenute trascurate dalle istituzioni post-194 come il G7 o il G20. Paesi come L’India, l’Arabia Saudita, il Sudafrica e Singapore non sono più disposti a limitarsi a seguire la linea dettata da altri”.
Dove sono le opportunità di investimento nel mondo multipolare
Nello scenario che si va dipanando a livello globale, il dollaro è destinato a perdere la sua centralità, l’oro rappresenta sempre di più un rifugio sicuro e le obbligazioni dei paesi emergenti offrono rendimenti interessanti a fronte di un rischio in diminuzione, purché si guardi a quelle nazioni che possono offrire un adeguato livello di stabilità politica.
“Molti mercati emergenti registrano attualmente tassi di inflazione inferiori rispetto alle loro controparti occidentali. Pertanto riteniamo che le obbligazioni di questi paesi, che offrono un rendimento di circa il 7-8% e rendimenti reali consistenti, costituiscano un’interessante diversificazione per i portafogli a reddito fisso” ha spiegato Celeen.
Secondo Celeen la volatilità sui bond emergenti è destinata a scendere in quanto la dipendenza di questi paesi dal dollaro USA è destinata a ridursi. “Se la volatilità scende – è il commento dello strategist di DPAM – significa che i rendimenti sono destinati a calare e i prezzi al salire e noi ci siamo posizionati per sfruttare questa possibilità”.
Un altro ambito di interesse è rappresentato dalla microfinanza che, secondo lo strategist di DPAM, “può essere utile da incorporare nei portafogli mutiasset. Questa asset class – ha illustrato – composta da numerosi piccoli prestiti a breve termine con tassi di default generalmente bassi e offre potenzialmente un rendimento costante di circa il 4-5%. Inoltre può migliorare in modo significativo la vita quotidiana degli individui e delle piccole imprese di questi paesi”.
E poi c’è l’oro fisico che ha fornito un’importante diversificazione nel 2020 e nel 2021 proteggendo il capitale. Anche in questo caso il protagonismo dei paesi emergenti è evidente, come ha illustrato Celeen: “Tante Banche centrali emergenti stanno acquistando oro per diminuire la dipendenza delle loro valute dal dollaro. Sarà un processo lento perché è ancora rilevante il debito in dollari di questi paesi”.
DPAM, dieci anni di asset management in Italia
L’occasione per disegnare il “nuovo mondo” multipolare è stata la celebrazione dei 10 anni di presenza dell’asset manager Degroof Petercam in Italia. “Dieci anni in cui abbiamo raggiunto un patrimonio in gestione di 2 miliardi di euro circa – ha sottolineato il responsabile per l’Italia, Alessandro Fonzi -. Siamo cresciuti non solo in termini di business ma anche di persone, attualmente sei, e vogliamo continuare a crescere. Ci rivolgiamo principalmente agli istituzionali, che rappresentano il 50% dei nostri clienti, mentre l’altro 50% è diviso in parti quasi uguali tra fund buyer e collocatori a marchio DPAM”.
Tra le caratteristiche distintive dell’asset manager con sede principale in Belgio c’è la forte attenzione ai temi della sostenibilità con soli 200.000 euro investiti in fondi articolo 6 e il resto, la quasi totalità, in articolo 8 e 9 secondo la classificazione della SFDR.