Oltre a mettere al centro le donne, la Womenomics per Goldman Sachs rappresenta un elemento capace di impattare positivamente tanto sui ritorni del portafoglio quanto sul rischio. Vediamo perchè
Le modalità attraverso le quali gli investitori effettuano le loro scelte di portafoglio sono cambiate negli ultimi tempi, in cui vi è un crescente interesse per investimenti che hanno un impatto a livello ambientale e sociale. Lo dimostra il fatto che quest’anno le emissioni di strumenti finanziari legati a questi fattori da parte delle aziende e degli Stati sovrani hanno avuto un’impennata. Basti pensare che gli Enviromental Social and Corporate Governance, chiamati più comunemente ESG, hanno raggiunto la quota di 160 miliardi di dollari, più dell’importo cumulativo degli ultimi 5 anni.
In questo contesto il ruolo delle donne è cresciuto sempre di più al punto che Goldman Sachs ha pensato di costruire un indice che tiene conto di questo ruolo, battezzato come Womenomics. In buona sostanza, l’indice si basa su 72 titoli di Stato dei mercati emergenti, dove la presenza delle donne è ancora indietro rispetto a quella dei mercati sviluppati, ma che si fonda su 5 fattori: istruzione, lavoro, tutela, donne in carriera e salute.
Indice Womenomics: ecco come viene costruito
Alcuni studi riportati da Goldman Sachs dimostrano 2 cose importanti. In primo luogo che l’impatto sui risultati economici è positivo quando la gestione è in mano al gentilsesso e in secondo luogo che la rischiosità di portafoglio tende a diminuire. Questi sono fattori che dovranno essere tenuti in considerazione dagli investitori, a giudizio della banca d’affari americana. Per costruire quindi l’indice Womenomics, Goldman ha raccolto una serie di dati che fanno riferimento alle 5 classi citate, vediamole nel dettaglio.
Istruzione
L’istruzione delle donne sta migliorando costantemente. Nei Paesi sviluppati il 98% delle donne ha frequentato una scuola privata, mentre il 76% una scuola superiore secondaria. La percentuale si abbassa rispettivamente all’85% e al 50% con riferimento ai Paesi in via di sviluppo. Le differenze territoriali sono molto marcate se si scende ancora di più nel dettaglio. Ad esempio in Africa solo il 12% ha ricevuto un’istruzione superiore, mentre in Europa circa l’84%.
Lavoro
La partecipazione al lavoro della donna è cresciuta sensibilmente dal 2005, arrivando al 70% nei mercati emergenti e all’85% in quelli sviluppati. Nel primo caso però vi sono differenze evidenti per quanto riguarda le zone, perché nel Medio Oriente solo il 43% delle donne fa parte della forza lavoro, mentre in Africa si arriva all’82%.
Tutela della donna
La legislazione a tutela dei diritti delle donne è migliorata nei Paesi emergenti, sebbene in notevole ritardo rispetto a Europa, Asia e America Latina. Ad esempio nel 2020 la discriminazione nell’accesso al credito era presente nel 56% dei mercati emergenti, mentre l’89% di questi hanno una legislazione per la violenza domestica.
Donne in carriera
La quota di donne che hanno posizioni a livello manageriale si equivalgono tra Paesi emergenti e sviluppati, con una percentuale rispettivamente del 33% e del 34%. Cambia il discorso per quanto riguarda la presenza in Parlamento dove nel primo caso non si supera il 23%, nel secondo si arriva al 38%.
Salute
Nei Paesi emergenti le probabilità di sperimentare violenza fisica e sessuale per le donne ancora sono più elevate rispetto a quelli sviluppati. In Africa e in America Latina poi vi è la piaga del tasso di mortalità materna ancora alta, così come il tasso di fertilità in età adolescenziale.
Indice Womenomics: quali risultati?
Gli investimenti basati su Womenomics rispondono a 3 diversi approcci. Il primo fa riferimento a una strategia long/short basata sull’intero universo di titoli sovrani emessi nei mercati emergenti. Le altre due si basano sul rating e sullo spread. Ogni anno i panieri vengono aggiornati a mano a mano che entrano nuovi dati.
In ogni strategia vengono esclusi i titoli sovrani insolventi e quelli che hanno rischi persistenti. Prendendo i dati dal 2014 a oggi, Goldman Sachs ha rilevato che investire in Paesi con indicizzazione più elevata di Womenomics ha significato una sovraperformance in tutti gli anni. I punteggi più elevati si hanno laddove gli spread sono più ridotti, mentre quelli più scarsi laddove vi è una presenza di violenza sulle donne più marcata.