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Il risparmio gestito e i suoi prodotti finanziari – BorsaNews24

2025/02/18 3

Il risparmio gestito è la pratica che si attiva quando il risparmio di un investitore è gestito da un intermediario finanziario, che può essere una società specializzata di gestione del risparmio (SGR), un intermediario collocatore, un promotore finanziario o una banca depositaria. L’istituto di intermediazione costruisce con questo capitale un portafoglio personalizzato di investimento, acquistando e vendendo attività finanziarie adeguate alla propensione al rischio e alle aspettative di rendimento del cliente e investendo in fondi dedicati ed esterni. L’obiettivo è portare il risparmiatore ad ottenere dei profitti. Le linee guida per la standardizzazione dell’operatività dell’industria dell’asset management sono definite qui dall’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana.

 

Come funziona il risparmio gestito?

Il risparmiatore affida una parte dei suoi fondi al gestore, il quale raccoglie questa somma di denaro insieme agli accantonamenti di altri risparmiatori e inserisce le quote in un fondo di capitale che usa per attivare gli investimenti collettivi. A seconda del tipo di piano, l’investitore può decidere se cambiare o diversificare l’investimento del suo capitale, delegare la gestione dell’investimento investendo in fondi interni alla banca e all’SGR o direttamente in fondi esterni, smobilizzare completamente o parzialmente il suo investimento dopo un determinato periodo di tempo.

Quando il fondo creato ottiene un rendimento, i partecipanti ricevono un profitto proporzionato alla propria specifica quota di partecipazione. Ma in finanza la certezza di ottenere ricavi non esiste. Quando l’investimento non va come sperato, la perdita viene ripartita per tutti i risparmiatori che hanno affidato una quota dei loro fondi al gestore. Se ha operato attenendosi agli accordi sottoscritti nel contratto, l’intermediario non ha alcuna responsabilità sulle eventuali perdite di capitale.

 

I prodotti finanziari

Per gestire i soldi dei risparmiatori, l’intermediario utilizza molteplici strumenti di investimento e di risparmio. Ogni gestore ha un suo stile e un focus preciso, può focalizzarsi sulla performance e sul controllo del rischio, sceglie i prodotti di asset management che ritiene più opportuni per il momento e il tipo di fondo. Ecco i principali e più comuni prodotti di risparmio gestito.

 

Fondi comuni di investimento

Sono gli istituti di intermediazione finanziaria che riuniscono i capitali raccolti dai risparmiatori e li investono, come un unico patrimonio gestito dall’SGR, in azioni, obbligazioni e titoli di Stato. Le quote sono sottoscritte dai risparmiatori e garantiscono uguali diritti. Per entrare nel fondo si pagano commissioni di ingresso, gestione e performance.

 

Fondi pensione

Sono strumenti di previdenza complementari: durante gli anni di lavoro, i risparmiatori versano periodicamente una quota in un fondo, scegliendo quello più adatto alle proprie esigenze, per ottenere una determinata rendita al raggiungimento di una certa età o al momento del ritiro dall’attività lavorativa.

 

Fondi immobiliari

L’investimento del risparmiatore è indirizzato in beni immobiliari, diritti reali e quote di partecipazione in società immobiliari. Presente in Italia dal 1998, è un fondo chiuso e l’SGR decide autonomamente le strategie di investimento.

 

SICAV e ETF

SICAV è un acronimo che sta per Società di Investimento a Capitale Variabile: sono società per azioni, introdotte in Italia nel 1992, che investono collettivamente il capitale raccolto dall’offerta al pubblico delle proprie azioni. Il patrimonio generato da sottoscrizioni e investimenti viene gestito da una banca depositaria. Conosciuti negli Stati Uniti già a partire dai primi anni Novanta, gli ETF (Exchange Traded Funds) sono invece fondi comuni di investimento quotati sui mercati che vengono negoziati in Borsa come se fossero azioni. I tracker combinano quindi le caratteristiche di un fondo a quelle delle azioni.

 

Gestioni Patrimoniali

Il risparmiatore, attraverso un mandato individuale, affida la gestione del capitale a una società specializzata di professionisti del settore: il gestore definisce il portafoglio in base alle analisi dei mercati e al controllo del rischio, sceglie gli strumenti finanziari in cui investire e l’esecuzione delle relative operazioni.

 

Hedge Funds

Fondi di investimento che si rivolgono a un gruppo ristretto di investitori “sofisticati” per generare un forte rendimento in contesti di mercato diversi. Insieme ai Private Equity Funds e ai Venture Capital Funds, gli Hedge Funds sono i principali strumenti tra i FIA, i Fondi di Investimento Alternativi ad alto rischio e guadagno elevato, di nicchia rispetto all’asset management tradizionale.

 

ELTIF (European Long Term Investment Fund)

Fondi innovativi che investono su piccole e medie imprese e startup per contribuire a sostenere l’economia reale, l’innovazione e la competitività. Si contraddistinguono per l’investimento anche in attivi liquidi. L’approccio all’investimento è diverso: l’ottica è di medio e lungo periodo.

Una transazione
Il primo ELTIF in Italia è stato quello di Eurizon, l’asset management company di Intesa Sanpaolo

Commissioni e oneri d’imposta

Le società che operano nel settore dell’asset management percepiscono una commissione sulle attività svolte, al netto dei costi di intermediazione e gestione. Inoltre il complesso dei redditi maturati o incassati nel corso dell’anno è soggetto a un’imposta, pari al 26% o al 12,5% nel caso di tassazione agevolata per i titoli di Stato europei o equiparati. L’imposta è calcolata sul risultato netto maturato nel portafoglio alla fine della gestione. Questi oneri sono pagati direttamente dall’intermediario che gestisce i fondi del risparmiatore. In sostanza, l’investitore non deve pagare altre tasse e gode del vantaggio dell’anonimato perché è il gestore del suo risparmio ad occuparsi di questo saldo.

Differenza tra risparmio gestito e amministrato

La differenza tra il risparmio gestito e il risparmio amministrato è significativa: si tratta di due modi completamente differenti di investire. Il primo è un investimento indiretto e collettivo, il secondo è diretto e individuale. Se nel risparmio gestito il risparmiatore dà un mandato all’intermediario finanziario che diventa libero di operare con i fondi del cliente per accrescerne il valore, nel risparmio amministrato il risparmiatore non delega la gestione dei propri soldi a un intermediario. Il risparmio amministrato prevede un contratto di custodia e di amministrazione: l’intermediario è un sostituto di imposta che si occupa esclusivamente del calcolo di minusvalenze e plusvalenze e degli adempimenti fiscali riguardanti i risparmi investiti.

È l’investitore (e non il gestore, appunto) a vendere e comprare in prima persona i titoli che desidera. L’SGR o la banca non possono interferire nelle scelte del risparmiatore: sono soltanto il canale tramite il quale avvengono le operazioni. Questo regime di tassazione dei redditi è stato introdotto dal decreto legislativo n. 201 del 16 giugno 1998. Anche nel risparmio amministrato ai redditi incassati o maturati si applica la consueta aliquota sostitutiva del 26% (o 12,5% per gli strumenti agevolati) che vale a titolo d’imposta.

Nel risparmio amministrato si investe soprattutto in azioni, conti correnti e obbligazioni. È un settore che il risparmiatore-investitore deve conoscere molto bene perché non ha un professionista esperto alle spalle a cui affidarsi, a differenza di quanto accade nel risparmio gestito che invece si rivolge soprattutto a chi non ha grandi conoscenze in materia di investimenti e finanza. Il risparmiatore che sceglie il risparmio amministrato lo fa perché ha sì esperienza nel settore, ma non un bagaglio di conoscenze sufficiente a maneggiare la gestione delle tasse che derivano dalle rendite finanziarie.

 

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