Nessuno si aspettava un taglio dei tassi di interesse nella prima riunione della Fed nel 2024 ma in molti speravano in una riduzione nella riunione del prossimo marzo, almeno il 50% del consensus di mercato raccolto da Bloomberg. Il presidente della Fed Jerome Powell ha spazzato via questa speranza, generando qualche grattacapo a chi investe in obbligazioni.
Infatti, la Banca centrale USA potrebbe essere molto meno espansiva di quanto si attendono gli investitori e procedere a pochi e misurati tagli nel corso dell’anno. In tal senso la prudenza di Powell sarebbe solo il primo segnale di un piano di riduzione dei tassi di interesse limitato a 75 punti base nel 2024. L’ipotesi è stata avanzata da Alessandro Tentori, direttore degli investimenti in Europa di Axa IM, che ha sottolineato la differenza con le aspettative del mercato, che sconta 125-150 punti base di tagli entro la fine dell’anno. Quali le conseguenze per l’investimento in azioni e obbligazioni?
Obbligazioni: meglio corporate che governative
Per Alessandro Tentori il 2024 potrebbe ricalcare in parte quanto accaduto nel 2023: attese positive sulle obbligazioni ma, alla fine, a spuntare i risultati migliori sono state le azioni. Potrebbe riaccadere in quanto le attese dei mercati non sembrano allineate con la realtà dei fatti.
Lo scenario centrale di molti gestori prevede l’arrivo della recessione attesa da mesi, il proseguimento del calo dell’inflazione e il taglio corposo dei tassi di interesse. In tale scenario i prezzi delle obbligazioni salirebbero. Tuttavia Tentori ricorda che il mercato obbligazionario già sconta questo scenario visto che attende tra i 125 e i 150 punti base di tagli da parte della Fed. Dunque, per avere risultati davvero positivi nel mercato dei bond, i tagli dovrebbero sorprendere ed essere ancora maggiori.
Una situazione ben difficile da immaginare. Come detto, per Tentori i tagli potrebbero essere alla fine meno di quanto stimato attualmente, anche in funzione di uno scenario economico ancora forte, soprattutto negli USA che potrebbero evitare la recessione.
In Europa, invece, Lagarde affronta una situazione più difficile. A un’economia più debole si contrappongono rischi di una spirale inflazionistica prezzi-salari. Inoltre, ha spiegato Tentori “l’eurozona è più direttamente esposta ai due conflitti in corso, quello tra Russia e Ucraina e quello mediorientale che sta già creando problemi alle catene di fornitura dei prodotti”.
Lo scenario descritto dal direttore degli investimenti di Axa IM ha come conseguenza una preferenza per i bond corporate, che offrono uno spread di rendimento. Anche l’high yield è interessante pur in un contesto dove gli spread si sono ristretti. Negli USA si possono spuntare rendimenti superiori all’8% che offrono un buon cuscinetto anche in caso il mercato prenda una direzione sfavorevole. “Peraltro – puntualizza Tentori – anche volendo coprirsi dal rischio cambio si pagherebbe, allo stato attuale, un costo di circa 30 punti base”. Sui governativi, invece, prudenza. “Meglio la parte breve della curva dei Treasury” conclude il direttore investimenti.
Azioni, la tecnologia non finisce di stupire
Anche sul mercato azionario i temi potrebbero essere simili a quelli che hanno caratterizzato il 2023. Per Tentori, infatti, gli investitori dovranno guardare al reddito, dunque ai dividendi, e alla tecnologia. Quest’ultima non deve essere intesa solo come big tech o non necessariamente come un investimento di stile growth, in quanto la tecnologia sta impattando trasversalmente su tutti i settori.
“Le imprese si stanno comportando bene – ha spiegato – con una crescita degli utili che si è stabilizzata. Inoltre non vediamo ancora la fine del ciclo economico e nemmeno una recessione nei prossimi due anni”. Per il direttore investimenti di Axa IM il reddito reale, con l’inflazione in calo, sostiene ancora i consumi, in particolare negli Stati Uniti, nonostante si stia esaurendo il tesoretto di risparmio accumulato durante il Covid.