Il cambiamento climatico e la transizione energetica sono sfide significative per i mercati finanziari e gli investimenti, ma anche opportunità, soprattutto in un orizzonte di lungo termine. Irene Lauro, economista ambientale, e Ben Popatlal, strategist multi-asset di Schroders hanno individuato 5 che potrebbero dominare lo scenario nei prossimi 6-24 mesi:
- Inflazione climatica;
- Protezionismo sui metalli;
- Aumento costo polizze casa;
- Legislazione sulla sostenibilità;
- Riforma della corporate governance in Giappone.
“Il riscaldamento globale e la transizione energetica sono fattori che andrebbero integrati nelle ipotesi di rendimento a lungo termine, perché possono avere un impatto significativo sui mercati e sulla performance dei portafogli” hanno sottolineato in un commento i due specialisti dell’asset manager britannico.
I pericoli del cambiamento climatico
Gli eventi climatici estremi in Italia sono aumentati del 22% tra il 2022 e il 2023, raggiungendo quota 378. In pratica uno al giorno. A dirlo è l’Osservatorio sul clima di Legambiente. Oltre a manifestarsi con bombe d’acqua e alluvioni sempre più frequenti, il cambiamento climatico si manifesta anche in modi meno improvvisi ma altrettanto gravi, come la siccità. In questo caso i dati arrivano da una ricerca della BCE condotta da Friderike Kulk, Christiane Nickel, Miles Parker e Wolfgang Modery.
I tre ricercatori hanno osservato le conseguenze dei mesi di caldo estremo del 2022, rilevando un impatto cumulativo sull’inflazione pari allo 0,67% annuo per gli alimenti e allo 0,34% per l’inflazione complessiva europea. Tuttavia non è solo l’Europa a essere interessata da questi fenomeni.
Temperature e precipitazioni estreme si osservano in varie regioni del mondo. Il forte caldo negli Stati Uniti e in America Latina, nell’Europa meridionale e in alcune parti dell’Asia sta esacerbando le condizioni di siccità, con ripercussioni sulla produzione agricola, sulla fornitura di energia idroelettrica e sul trasporto marittimo.
“L’inflazione climatica sarà probabilmente un tema d’investimento importante – spiegano Lauro e Popatlal – e gli investitori potrebbero contrastarla riducendo l’esposizione ai tassi d’interesse nei mercati che dipendono fortemente dalla produzione di energia idroelettrica e in quelli in cui l’inflazione alimentare ha un peso rilevante nel paniere dell’indice dei prezzi al consumo”. I due esperti consigliano inoltre di “ridurre l’esposizione ai titoli azionari con alti livelli di dislocazione della catena di approvvigionamento”.
La soluzione per arginare il cambiamento climatico passa per la transizione energetica. Tuttavia anche lo sviluppo delle energie rinnovabili crea una dinamica inflazionistica, in quanto dipende da materie prime critiche come litio, cobalto e nichel. Con l’aumento della domanda e l’offerta concentrata in pochi Paesi produttori, esiste il rischio di politiche protezionistiche che potrebbero sconvolgere le catene di approvvigionamento globali e aumentare i costi.
Il consiglio dei due rappresentanti di Schroders in questo caso è di “sfruttare questo tema aumentando l’allocazione ai metalli industriali e alle valute delle materie prime, come il dollaro australiano”. Oltre all’Australia, anche la Cina, il Cile e la Repubblica democratica del Congo spiccano tra i Paesi fornitori dei metalli critici per la transizione energetica. Tra i principali “clienti” ci sono invece Stati Uniti, Unione europea, Giappone e Corea del Sud.
Infine ci sono le polizze casa. Gli esperti di Schroder prendono ad esempio quello che sta accadendo negli Stati Uniti. Tra maggio 2022 e maggio 2023 il prezzo di queste polizze è cresciuto del 21% con picchi del 35% nelle zone più esposte, come la Florida. L’osservazione è stata riportata da MarketWatch su dati della piattaforma di confronto prezzi Policygenius.
“Il CPI statunitense considera solo l’assicurazione degli affittuari ma non quella dei proprietari di casa. Di conseguenza, l’impennata dei prezzi delle polizze sulla casa non si riflette nell’inflazione statunitense” specificano Lauro e Popatlal.
Cambiamenti non climatici da tenere d’occhio
Gli altri due fattori presi in considerazione dall’analisi di Schroders non riguardano direttamente il cambiamento climatico ma le politiche legislative e di governance aziendale messe in campo per affrontarlo.
Il crescente peso politico dei partiti di destra nel Parlamento europeo, per esempio, potrebbe rallentare l’adozione di nuove normative per la sostenibilità, creando incertezze per gli chi investe nel settore delle energie rinnovabili. La rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza dell’Ue dovrebbe garantire la continuità delle leggi esistenti ma la progressione del Vecchio continente potrebbe rallentare.
Chi potrebbe approfittarne è invece il Regno Unito. Spiegano Lauro e Popatlal: “Il Regno Unito probabilmente assisterà a un impulso alla sua transizione energetica verde, poiché il nuovo governo laburista vuole fare della Gran Bretagna una superpotenza dell’energia pulita, investendo nelle tecnologie solari ed eoliche”.
Infine, secondo i due esperti è da tenere d’occhio il Giappone, dove le recenti riforme della corporate governance hanno contribuito alla sovraperformance del mercato azionario del Paese. “La Borsa di Tokyo ha esercitato pressioni sulle società quotate per ottenere un maggiore valore per gli azionisti. Le aziende giapponesi hanno poi gradualmente migliorato le loro pratiche di governance grazie anche alle pressioni esercitate da vari stakeholder”.