In un panorama economico caratterizzato da incertezze geopolitiche e dinamiche di mercato in evoluzione e con l’avvio della riduzione dei tassi di interesse, la parte finale del 2024 potrebbe essere caratterizzata da una volatilità più elevata e richiedere l’aggiunta di asset difensivi nel portafoglio di investimenti. Tra questi il bene rifugio per eccellenza, l’oro, nonostante i recenti massimi storici a 2.563 dollari l’oncia, ma anche le azioni aurifere.
Geopolitica e Banche centrali
L’oro è storicamente considerato un rifugio sicuro in tempi di incertezza. Quelli attuali lo sono decisamente. Sia per i conflitti in corso – Russia contro Ucraina e Hamas contro Israele – sempre a rischio escalation, sia perché la campagna elettorale per le elezioni USA sta per entrare nel vivo. Il 10 settembre si potrebbe tenere il primo confronto tra Donald Trump e Kamala Harris, candidata del Partito democratico al posto di Joe Biden.
“Al prossimo 31 dicembre circa due quinti della popolazione mondiale saranno andati alle urne – spiega Elisa Piscopiello, senior ETF analyst di LGIM -. Ciò significa che in quel giorno, il mondo in cui viviamo potrebbe aver vissuto sorprese e cambiamenti importanti”. Per Piscopiello lo scenario geopolitico ed elettorale rappresenta uno scenario favorevole per l’oro “investimento ideale per tutelarsi contro questo tipo di incertezza”.
A ciò si aggiunge la riduzione dei tassi di interesse, e quindi dei rendimenti, che favorisce uno strumento come l’oro che di rendimenti periodici non ne genera. “Sebbene le performance passate non siano indicative dei risultati futuri, i tassi di interesse reali più bassi sono storicamente positivi per l’oro – spiega Imaru Casanova, portfolio manager oro e metalli preziosi di VanEck -. La performance dell’oro nell’anno successivo all’inizio degli ultimi tre cicli di taglio dei tassi supporta questa visione”.
Oro o azioni aurifere?
Le azioni delle aziende minerarie offrono un’opzione indiretta per investire nell’oro. Queste aziende possono beneficiare di un aumento del prezzo del metallo prezioso. “Il valore delle azioni delle società aurifere è fortemente collegato all’andamento dell’oro ma può essere determinato anche da fattori idiosincratici – riprende Piscopiello -. Gli investitori possono cercare di eliminare i rischi che questi fattori comportano, per esempio evitando di investire nelle società esplorative prediligendo solo quelle con una attività estrattiva avviata, alcuni elementi di incertezza restano”.
“Le azioni aurifere hanno mostrato la loro capacità di aumentare di valore più velocemente del prezzo dell’oro a luglio – prosegue Casanova -. Per i minatori d’oro, i prezzi record del metallo prezioso significano margini record”. I risultati trimestrali pubblicati dalle società del comparto aurifero sembrano andare nella direzione indicata dal portfolio manager di VanEck. “Finora gli aggiornamenti sembrano essere nettamente positivi per il settore, con circa l’80% dei risultati che battono o soddisfano le stime del consenso” aggiunge.
A differenza dell’oro, peraltro, secondo il gestore di VanEck le azioni aurifere sono lontane dai loro picchi storici, mentre l’oro ha da poco segnato un nuovo record.
La scelta se investire direttamente in oro o in modo mediato, utilizzando le azioni aurifere, è in realtà una scelta di attitudine e di strategie dell’investitore per Elisa Piscopiello che conclude affermando che: “Se si desidera una forma di protezione aggiuntiva per un portafoglio diversificato allora è meglio scegliere la via dell’esposizione diretta. Se si vuole invece ottenere rendimenti maggiorati dalle buone performance del metallo giallo, allora le azioni delle società minerarie sono lo strumento migliore in quanto garantiscono un ulteriore premio per di remunerazione del rischio”.
