Le azioni cinesi sono tornate a marciare al rialzo nell’ultima seduta di questa settimana, con la Borsa di Hong Kong che ha guadagnato 2,82 punti percentuali in chiusura di seduta odierna. Nella Cina continentale, i mercati sono rimasti ai box in questa ottava per celebrare il 75esimo anniversario della nascita della Repubblica Popolare Cinese. Gli investitori sono impazienti di vedere cosa succederà alla riapertura, ovvero se continuerà il rally innescato dalle misure di stimolo fiscale e monetario annunciate dalle autorità di Pechino. Soprattutto cresce l’attesa per ulteriori provvedimenti di sostegno. La speranza è che il Ministero delle finanze rilasci nel dettaglio politiche di attuazione dei provvedimenti che siano più convincenti di quelle messe in campo finora.
Intanto gli investitori stanno uscendo dagli ETF monetari spostando miliardi di dollari in fondi che replicano le azioni. Secondo i dati riportati da Bloomberg, la scorsa settimana si sono registrati deflussi combinati dai 10 maggiori ETF monetari per 4,1 miliardi di dollari. Al contrario, i 10 maggiori ETF azionari hanno attirato 6 miliardi di dollari di nuovi capitali. Questo è un segnale eloquente che gli investitori stanno dando fiducia alle misure di Pechino.
Azioni cinesi: è il momento di investire?
Il recente boom delle azioni cinesi ha mandato in orbita le quotazioni, in particolare in alcuni settori come quello immobiliare che negli ultimi tre anni sono stati più sotto pressione. Gli investitori si chiedono se salire sul treno in corsa in questo momento sia opportuno oppure si rischi una fragorosa caduta.
A giudizio di Raymond Ma, direttore degli investimenti di Invesco per Hong Kong e Cina continentale “ci sono segnali che l’impennata sia andata troppo oltre per alcuni titoli”. Per questo motivo “gli investitori dovrebbero diffidare dalle azioni che sono aumentate del 30%-40% nel recente boom”. L’esperto ha detto che il suo fondo, che ha acquistato azioni cinesi negli ultimi mesi, ora non sta inseguendo il rally. Questo perché “alcuni titoli sono diventati davvero sopravvalutati e mancano di una chiara proposta di valore basata sulla performance degli utili”. Anzi, “questa è un’opportunità per tagliare”, ha suggerito.
Un avvertimento ancora più aspro viene lanciato dagli economisti di Nomura, secondo cui il più grande rally azionario cinese degli ultimi 16 anni rischia di trasformarsi in un crollo simile a quello del 2015. L’economia cinese è ancora vulnerabile dopo “quasi quattro anni di crisi immobiliare, un debito pubblico locale molto più elevato, l’escalation delle tensioni geopolitiche e altri fattori”, sottolineano gli esperti. La banca giapponese vede uno scenario molto tetro se il rally dovesse fermarsi. A quel punto, “la People’s Bank of China potrebbe ricorrere alla stampa di denaro, con lo yuan che subirebbe pressioni al deprezzamento e una fuga di capitali che sarà probabilmente dilagante”, hanno scritto gli economisti. Tuttavia, lo scenario di base di Nomura è per uno scoppio della bolla “su scala ridotta”. In tale contesto, Pechino introdurrebbe misure fiscali per stabilizzare la domanda, sebbene potrebbe non riuscire “ad affrontare i seri problemi strutturali del Paese e ripulire il caos nel settore immobiliare”.