All’EFPA Italia Meeting in svolgimento a Firenze si è parlato anche di mercati azionari e si è discusso su come interpretare la fase di svolta in corso. Per l’occasione JP Morgan AM ha organizzato un workshop dal titolo “Azionario globale: cambio di leadership e ricerca di valore”, condotto da Maria Paola Toschi, global market strategist. Borsa&Finanza le ha rivolto alcune domande al termine dell’evento.
Dott.ssa Toschi, i mercati azionari segnano rialzi in doppia cifra da inizio anno dopo un 2023 altrettanto eccellente. Guardando avanti c’è ancora valore da estrarre?

“Secondo noi sì, però è necessario adottare un approccio diverso. L’America ha fatto molto bene, l’economia ha continuato a mostrare una forza inattesa e poi c’è stata la tematica dei Magnifici 7 che ha trainato i mercati, sui quali si è verificata però una concentrazione molto forte. Ora stiamo iniziando a vedere un cambiamento nelle fonti di performance dei mercati. Per il futuro ci aspettiamo una concentrazione minore sui provider di tecnologie innovative legate all’intelligenza artificiale e più attenzione alla ricerca delle società che potranno beneficiare di queste tecnologie. Per tale ragione riteniamo che il mercato sia destinato ad ampliarsi. Inoltre il taglio dei tassi di interesse continuerà a favorire la tenuta del contesto economico. La nostra strategia è cercare di avere un approccio globale, andando a identificare magari poche storie ma che possano essere un’opportunità sia in termini di crescita del business sia che abbiano buone valutazioni”.
Abbiamo visto ultimamente i Big tech zoppicare in Borsa. Sono affiorate le prime incertezze. È giunto il momento di fare un check del portafoglio e diversificare le fonti di rendimento, ma con quali strumenti?
“Una delle strategie che JP Morgan AM sta proponendo mantiene una buona esposizione ai titoli tecnologici, ma leggermente ridotta rispetto al peso assunto da queste azioni nel corso dell’ultimo anno. Questo perché, come dicevo prima, ci aspettiamo una fase di convergenza che consentirà di andare alla ricerca di altre opportunità. In questo momento riteniamo sia meglio non avere una strategia concentrata, sia in termini di aree geografiche che di settori. Preferiamo strategie focalizzate sull’individuazione dei nuovi campioni dello scenario tecnologico che, a nostro parere, continuerà ad avere un impatto molto forte sul mercato”.
La Cina ha recentemente adottato un piano di stimoli economici ben accolto dal mercato. Pensa che sia sufficiente o ce ne saranno altri? Inoltre il ritorno della Cina come può cambiare gli equilibri di portafoglio?
“Abbiamo una visione positiva. La risposta data dalle autorità ci è sembrata finalmente molto ampia e ha toccato tanti settori. Secondo noi ciò segnala che la leadership cinese ha finalmente capito di dover mettere in campo un piano di politiche fiscali più efficace. Da questo punto di vista ci è sembrata una misura molto positiva e la reazione dei mercati è stata molto forte. Da adesso in avanti però, pensiamo che ci sia bisogno di capire quale sarà l’effetto di queste misure e se ci sia la volontà della leadership di introdurre altre iniziative che possano sostenere i consumi e portare un aumento della fiducia. Chiaramente non è un pacchetto miracoloso ma è stato un primo segnale importante. Secondo noi vale la pena di adottare un approccio graduale, cauto, per capire se queste misure funzioneranno e se sia l’inizio di un percorso di maggiore sensibilità verso il sostegno alla crescita”.
Possiamo dire che questo rimette in gioco la Cina come investimento?
“Penso di sì, anche perché la Cina ha tante opportunità di investimento che sono state messe in secondo piano dai temi macro: fiducia bassa, pochi consumi, settore real estate in crisi. Al di là di questo c’è molto altro in Cina e quindi noi pensiamo che sia il momento di riconsiderare tutte quelle tematiche, non ultimo la mobilità elettrica, dove la Cina ha una posizione molto forte”.