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Pozzi (M&G): liquidità per sfruttare le occasioni generate dalla volatilità – BorsaNews24

2025/02/18 2

Una buona dose di liquidità può essere utile per sfruttare le occasioni che la volatilità potrebbe generare nei prossimi mesi e nel corso del 2025. Peraltro, oggi detenere liquidità non ha un costo come quando i tassi di interesse erano in territorio negativo. È l’estrema sintesi di quanto Manuel Pozzi, direttore degli investimenti di M&G Investments Italia, ha raccontato nel corso di un’intervista rilasciata a Borsa&Finanza.

 

Una fotografia a mezzobusto di Manuel Pozzi, direttore degli investimenti di M&G
Manuel Pozzi, M&G

Dottor Pozzi, scorrendo la lista dei principali indici azionari globali si vedono solo performance positive. Perfino settembre, mese statisticamente poco amico delle Borse, è terminato in rialzo, nonostante alcuni accenni di aumento della volatilità. Da dove arriva tutta questa liquidità?

“Veniamo da anni in cui la liquidità ha fatto fatica a essere investita, accumulandosi nei conti correnti in uno scenario di inflazione negativa. Poi, durante il Covid, i governi hanno trasferito denaro pubblico a famiglie e imprese per sostenere le economie. Infine è arrivata una fase di crescita degli utili aziendali che in alcuni settori, come quelli legati alla tecnologia, è stata mirabolante. I mercati azionari hanno fatto bene per questa serie di fattori temporali che si sono manifestati con tempistiche diverse. Alla fine, tuttavia, si è tornati a guardare ciò che conta veramente: gli utili aziendali. Guardando avanti, la questione da analizzare è quanto margine di crescita abbiano ancora gli utili”.

 

Quanto margine hanno?

“In un contesto di economia in frenata e inflazione in via di normalizzazione, come quello che stiamo vivendo ora, è più difficile per le imprese conservare alti margini di profitto, in quanto risulta più complesso trasferire l’inflazione nei prezzi di vendita. Le attese di utili per i prossimi 12, 24 e 36 mesi sono razionali e verosimili ma sfidanti nel contesto economico delineato”.

 

Quindi è il momento di aspettarsi più volatilità ed essere più prudenti?

Nelle scelte di portafoglio multi-asset di M&G siamo tatticamente prudenti e poco aggressivi. Inoltre preferiamo aree geografiche dove le aspettative sono meno sfidanti che negli USA e in Europa”.

 

In cosa si sostanzia questa prudenza? 

“Tendenzialmente manteniamo una dose di liquidità maggiore del solito da impiegare tatticamente, perché la presenza di valutazioni elevate sui mercati, con un consensus molto allineato sul soft landing dell’economia USA e politiche monetarie che si muovono verso la neutralità, ci consigliano di aumentare la diversificazione. Quest’anno abbiamo sfruttato le fasi di volatilità per incrementare le posizioni in mercati a sconto come il Giappone o la Cina. Molte aziende in Cina, scontrandosi con la crisi interna di fiducia delle famiglie e in un contesto difficile per via del confronto commerciale con gli Stati Uniti e con l’Europa, stanno lavorando per diventare più efficienti e adottare politiche favorevoli agli azionisti come buyback o distribuzione di dividendi. Inoltre, a molte imprese statali cinesi, a differenza del passato, viene ora richiesto di generare rendimenti. È un cambiamento epocale finora sottovalutato da molti operatori. Sempre nel corso del 2024 abbiamo cercato di sfruttare la volatilità portata nei mercati dai tanti appuntamenti elettorali, come per esempio in Messico e in Brasile. Per noi sono state delle opportunità per iniziare a prendere posizione”.

 

Anche le elezioni USA hanno portato volatilità. Si è creata qualche occasione?

“Nell’ambito dell’azionario ci sono aree che sono rimaste indietro e hanno un buon potenziale anche negli Stati Uniti, dove i multipli sono mediamente più elevati e si aggirano in area 20-25 volte i profitti dei prossimi dodici mesi. La sanità, per esempio, prima delle elezioni USA finisce sempre al centro del dibattito per le discussioni sul prezzo dei medicinali. O le infrastrutture, settore che dipende molto dal finanziamento a debito e che quindi è stato penalizzato dai tassi di interesse alti. Non a caso, da quando si è iniziato a parlare di taglio dei tassi di interesse, il comparto è tornato a performare in linea con il mercato. Inoltre c’è necessità di investimenti in infrastrutture a prescindere dal colore politico che prevarrà nelle elezioni USA”.

 

Quali sono i maggiori pericoli che M&G vede nello scenario descritto?

“Due, direi quasi opposti. Il primo è quello di una crescita decisamente più solida delle attese, legata magari a maggiori stimoli fiscali. Il deficit in America è intorno al 6% e potrebbe arrivare al 7-9% a seconda di quali e quante promesse elettorali verranno messe in pratica dalla prossima amministrazione. Se poi questa crescita sarà abbinata a dazi doganali, le spinte inflattive saranno ancora più forti e i banchieri centrali faranno molta più fatica a proseguire lungo il percorso che il mercato si prefigura per i tassi di interesse. L’altro pericolo è che la crescita economica sia meno forte del previsto, cosa che impatterebbe sui profitti delle imprese e quindi sui mercati finanziari. In entrambe le situazioni la volatilità è destinata ad aumentare”.

 

Diamo uno sguardo all’obbligazionario: l’occasione dei tassi alti sta svanendo?

“Anche se i tassi non sono più così alti, i rendimenti che si possono ottenere sui mercati obbligazionari rimangono superiori all’inflazione. I Treasury americani o i Gilt inglesi, o ancora i bond australiani, su scadenze lunghe rendono intorno al 4% e forniscono una buona protezione nel caso di crescita economica e inflazione un po’ sopra le attese. Al contrario, se l’economia e i prezzi al consumo dovessero essere più deboli, avere queste obbligazioni in portafoglio sarebbe come possedere un’assicurazione, in quanto la loro quotazione aumenterebbe. Ciò è ancora più vero se si allarga lo sguardo al credito corporate dove i rendimenti attuali sono superiori rispetto al governativo investment grade. In sintesi, è meglio investire in duration soprattutto sui mercati anglosassoni. Con questo non voglio dire che non vi siano occasioni in Europa, ma nel Vecchio continente il mercato delle obbligazioni governative è molto più frastagliato. Le opportunità vanno cercate nel momento in cui si creano. Per esempio, in M&G abbiamo comprato nei mesi passati degli OAT francesi che erano arrivati a rendere più dei bond di alcune utility e banche. Per i titoli di Stato italiani vale lo stesso discorso. In alcuni momenti arrivano a rendere di più anche del credito con rating BBB”.

 

 

 

 

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