Il numero uno della Securities and Exchange Commission, Gary Gensler, ha rassegnato le sue dimissioni. Con una mossa ampiamente attesa, il massimo esponente dell’autorità di regolamentazione finanziaria americana ha anticipato le intenzioni del neo eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che avrebbe voluto destituirlo dalla carica. Il suo mandato proseguirà fino al 20 gennaio, giorno in cui il leader repubblicano si insedierà alla Casa Bianca. Gensler è stato considerato il più feroce nemico delle criptovalute, di cui Trump è intenzionato a favorire lo sviluppo come mai avvenuto prima. Il magnate si è associato ad alcuni critici, secondo i quali la crociata di Gensler contro il settore ha danneggiato l’economia statunitense limitandone l’innovazione e agevolando il trasferimento delle società crittografiche fuori dagli Stati Uniti. L’attuale capo della SEC ha sempre respinto tali affermazioni, sostenendo che invece una solida regolamentazione non faccia altro che aumentare la fiducia nei mercati, fornendo un assist all’innovazione.
Gary Gensler: il nemico delle criptovalute
Sono tante le battaglie che Gary Gensler ha condotto contro gli asset digitali, da lui ritenuti pericolosi perché passibili di frodi e manipolazioni. Storica è stata la causa contro Ripple Labs, la società che ha lanciato il token XRP. La diatriba è iniziata nel 2020, con la SEC che accusava la società di aver venduto un asset come se fosse un titolo, senza rispettare la giurisdizione del regolatore in quell’ambito. Il processo è durato fino all’agosto del 2024, quando il giudice Annalisa Torres ha condannato Ripple a una multa di 125 milioni di dollari.
Durante tutto l’arco del suo mandato, Gensler si è opposto fermamente all’approvazione degli ETF Bitcoin spot, affrontando in tribunale una causa avanzata dal gestore patrimoniale Grayscale Investments. Solo dopo una sentenza della scorsa estate in cui il giudice ha definito immotivato l’ostracismo della SEC, Gensler si è piegato approvando, sebbene a malincuore, i primi strumenti a pronti su una criptovaluta. Ciò nonostante, il regolatore di Baltimora non ha mancato di ribadire tutta la sua avversione al settore crittografico, evidenziandone i rischi per gli investitori.
Altre società importanti che stanno affrontando delle cause in tribunale a seguito di denunce della SEC sono Coinbase, Kraken e Binance, solo per citare alcuni nomi. Tutte sono accusate di mancata registrazione presso l’Agenzia, in violazione palese delle regole dell’autorità.
Criptovalute: cosa cambierà ora?
Trump ancora non ha indicato alcun nome per sostituire Gensler al vertice della SEC. Si prevede che uno degli attuali commissari repubblicani dell’authority, Hester Peirce o Mark Uyeda, possa ricoprire il ruolo di capo ad interim. Secondo alcune indiscrezioni, il nuovo presidente USA potrebbe affidarsi a ex funzionari dell’agenzia per l’incarico ufficiale. Ad ogni modo, chiunque sarà al comando della SEC dovrà porre fine alla repressione delle criptovalute, secondo i dettami trumpiani. Ciò si tradurrà in una revisione di molte regole ritenute opprimenti, nel ritiro delle azioni esecutive che giacciono nei tribunali e nell’attuazione di nuove iniziative volte ad agevolare lo sviluppo degli asset digitali.
Tutto questo si inquadra nel grande progetto del magnate newyorchese di fare degli Stati Uniti la capitale mondiale delle criptovalute. Uno degli obiettivi annunciati in campagna elettorale è stato già raggiunto senza alcuno sforzo, ossia liberarsi di Gensler. Gli altri, come la creazione di una riserva strategica in Bitcoin e il mining made in USA sono più difficili. L’effetto Trump comunque si è fatto sentire. Le criptovalute hanno accresciuto notevolmente il loro valore, con il Bitcoin che flirta con i 100.000 dollari. Nel frattempo le società di investimento hanno preso coraggio e hanno fatto richiesta alla SEC per emettere ETF su Litecoin, Ripple e ultimamente $HBAR di Hedera Hashgraph, prodotti che si aggiungerebbero a quelli su Bitcoin ed Ethereum.
