Nel corso dell’ultima settimana i fondamentali che guidano il cambio euro/dollaro si sono modificati a favore del primo. Niente di trascendentale ma tanto è bastato a dare un po’ di fiato all’euro, costretto nei mesi precedenti sulla parità dal dollaro USA. In particolare il cambiamento riguarda la postura delle due banche centrali. Mentre la Bce ha appena iniziato il percorso di normalizzazione della politica monetaria, la Federal Reserve inizia a pensare di rallentare il ritmo dei rialzi essendo giunta al livello di neutralità dei tassi di interesse.
In particolare, la Banca centrale europea ha alzato i tassi dello 0,5% nella riunione del 21 luglio scorso. È la prima volta che accade da dieci anni a questa parte. In Eurozona adesso il tasso sui depositi presso Francoforte è allo 0%. Il divario con i Fed funds è ancora elevato ma, considerato l’esito della riunione della Federal Reserve di mercoledì 29 luglio e le parole pronunciate in conferenza stampa da Jerome Powell, dovrebbe aver smesso di ampliarsi. Ed è probabilmente su questa prospettiva che i mercati hanno iniziato a ragionare.
Ma cosa ha fatto il Comitato di politica monetaria della Federal Reserve e cosa ha detto il suo presidente Jerome Powell in occasione del meeting di mercoledì 27? La Fed ha alzato i tassi di interesse dello 0,75% per la seconda volta consecutiva, un record storico, non era mai accaduto. Le possibilità che ci sia un terzo rialzo “inusuale”, come lo ha definito Powell, è al momento molto bassa. Al contrario, complice anche il visibile rallentamento dell’economia statunitense, Powell potrebbe rallentare il ritmo di rialzo dei tassi di interesse, come lui stesso ha dichiarato:
“Con la politica monetaria che diventa più restrittiva, diventerà probabilmente appropriato rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi, mentre valutiamo in che modo i nostri interventi cumulativi stanno condizionando l’economia e l’inflazione”.
E ieri è arrivato il dato preliminare del Pil statunitense nel mese di luglio, quasi a confermare le parole del presidente della Fed. Per il secondo trimestre consecutivo gli Stati Uniti hanno registrato una crescita negativa, -0,9%, contro attese a +0,5% e un dato precedente a -1,6%.
L’analisi tecnica e le strategie operative sull’euro/dollaro
Il grafico dell’euro/dollaro rimane impostato al ribasso, inserito in un canale discendente che lo accompagna da inizio febbraio e che ha accelerato una discesa già in essere dalla primavera del 2021. Da inizio febbraio la svalutazione dell’euro contro il dollaro USA supera i 10 punti percentuali e al momento si è arrestata proprio in corrispondenza del livello di parità, violato più volte, ma solo in intraday, nelle sedute dal 12 al 14 luglio. Da questi minimi pluriennali, bisogna risalire al dicembre 2002 per ritrovarli, il cambio ha reagito riportandosi sopra area 1,02 e testando più volte la resistenza a 1,027. Poco più di tre punti percentuali di rialzo che, più che guadagnati dall’euro, appaiono persi dal dollaro che ha perso spinta anche contro altre valute.
La violazione al rialzo di area 1,027 punti è necessaria, con conferma in chiusura di seduta, per proseguire il recupero e testare la parte alta del canale ribassista discendente da inizio febbraio e attualmente transitante in area 1,0420. Sul fronte opposto, un ritorno delle quotazioni sotto 1,01 confermerebbe lo scenario ribassista e proporrebbe un nuovo test della parità. La caduta di quest’ultima dovrebbe trovare conferma con diverse chiusure di seduta inferiori al livello.

Cambio euro/dollaro: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
Per quanto riguarda l’operatività, si potrebbero valutare strategie long a partire da 1,027 con target a 1,0480 e stop loss a 1,0080. Per questo tipo di operatività può essere utilizzato un Certificato Turbo24 di IG con facoltà long su EurUsd che abbia il livello di Knock-Out (KO) inferiore alla zona scelta per lo stop loss indicato.
Nel dettaglio, il Certificato Turbo24 Long con ISIN DE000A22ZD00 propone un livello di KO a 0,921469 e leva 11. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo di controllare il moltiplicatore, sotto la voce info. L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché ciò accada le quotazioni dell’EurUsd dovranno raggiungere il livello di KO del Certificato.