La Gran Bretagna lancia un piano da 161 miliardi di sterline nei prossimi 5 anni per riportare la crescita economica della Gran Bretagna ai livelli pre-Covid. L’annuncio è arrivato davanti al Parlamento britannico dal Cancelliere Kwasi Kwarteng, che ha delineato tutta una serie di misure fiscali che comporteranno tagli per 45 miliardi di sterline entro il 2026. Tra questi vi sarà la cancellazione dell’aliquota aggiuntiva del 45% dell’imposta sul reddito, pagata attualmente dai contribuenti che guadagnano più di 150 mila sterline all’anno. Adesso l’aliquota massima sarà del 40%. Una sforbiciata anche all’imposta sul reddito di base, che passa dal 20% al 19%, a partire dal 2023, un anno prima rispetto a quanto era stato previsto in precedenza.
Non finisce qui. Il Governo abbasserà le tasse anche sulle transazioni immobiliari che riguardano gli acquirenti di case per la prima volta e invertirà l’aumento di 1,25 punti percentuali delle aliquote fiscali sui dividendi in arrivo il prossimo anno. Tagli anche sull’imposta di bollo, che non sarà pagata fino alla somma di 250 mila sterline del valore di una proprietà, dal limite di 125 mila attuali.
In definitiva, il costo dei tagli sarà di 26,7 miliardi di sterline l’anno prossimo, 31,4 miliardi di sterline nel 2024 e 44,8 miliardi di sterline entro il 2026. Tutto ciò si aggiunge ai 60 miliardi di sterline come piano aiuti per sostenere le bollette di famiglie e imprese. Si tratta insomma della più grande serie di riduzioni e agevolazioni fiscali dal 1972. “Questo è un nuovo approccio per una nuova era incentrata sulla crescita, per frenare il circolo vizioso della stagnazione”, ha detto Kwarteng davanti ai parlamentari, accogliendo un tripudio di applausi dai Conservatori e di fischi da parte dei Laburisti, che hanno etichettato il piano del Governo come sostegno alle classi più ricche.
Gran Bretagna: la reazione dei mercati al piano del Governo
Gli investitori non hanno preso bene il programma di tagli del Governo, temendo che ciò potrà aumentare l’indebitamento e agevolare l’inflazione. Infatti, l’Ufficio di gestione del debito della Gran Bretagna dovrà emettere 72 miliardi di sterline per finanziare il pacchetto. I prezzi delle obbligazioni sono scesi su tutte le scadenze, portando in alto i rendimenti. I Gilt a 10 anni sono passati da un rendimento del 3,5% a uno del 3,8% dopo l’annuncio. Secondo Antoine Bouvet, senior rates strategist di ING, “il mercato si sta preparando per ulteriori emissioni obbligazionarie in un contesto di mercato molto difficile”.
A picco anche la sterlina, scivolata del 2,2% a 1,10 sul dollaro USA, toccando un nuovo minimo da 38 anni. Neanche il rialzo dei tassi di 50 punti base attuato ieri dalla Bank of England è servito a frenare la furia ribassista della valuta britannica. “Gli ostacoli che dovrà affrontare il nuovo team per l’economia del Regno Unito sono molto elevati e il mercato al momento non crede che Liz Truss e Kwasi Kwarteng possano presentare una risposta coerente”, afferma David Dowsett, global head of investments di Gam Investments. Per Dan Hanson, economista di Bloomberg Economics, “sarà difficile che avverrà quel cambio di marcia su cui il Governo sta puntando”. Questo significa che “vi sarà un aumento dell’inflazione in un momento in cui la BoE sta cercando di raffreddare l’economia”.