La prossima settimana potrebbe dire qualcosa di importante sul destino del cambio euro/dollaro. Nel giro di quattro giorni si concentrano gli appuntamenti più importanti di questa fine d’anno che potrebbero determinare la direzionalità per l’Eur/Usd anche per la parte iniziale del 2023. In particolare, il calendario sarà così composto:
- 13 dicembre – Inflazione Usa
- 14 dicembre – Federal Reserve
- 15 dicembre – Banca centrale europea
- 16 dicembre – Inflazione Eurozona
Pesa più l’inflazione o il banchiere centrale?
Rispondere a questa domanda è un po’ come cercare di capire se sia nato prima l’uovo o la gallina. In effetti l’ultima parola spetta ai banchieri centrali ma le loro decisioni sono conseguenza dei dati economici. E mai come in questo frangente. Dopo un anno di rialzo dei tassi di interesse nel corso del 2023 si paleseranno sull’economia gli effetti della manovra delle Banche centrali. Alcuni effetti hanno già iniziato a filtrare. Per esempio i Pmi in Europa sono scesi sotto la soglia dei 50 punti che separa le fasi di espansione da quelle di recessione. Negli Stati Uniti la crescita dei prezzi al consumo ha frenato pur rimanendo su livelli elevati. Ciò ha fatto sì che aumentasse la pressione dei mercati per una pausa nel rialzo dei tassi di interesse nella prima parte del prossimo anno e per una riduzione nell’entità dei rialzi. In effetti la Fed e la Bce sembrano aver abbandonato la strada dei rialzi “inusuali” da 75 punti base, come da definizione del presidente della Federal Reserve Jerome Powell. A dicembre il ritocco sarà comunque di 50 punti base e altri rialzi seguiranno nel 2023.
Fino a dove? I mercati scontano un approdo finale dei tassi di interesse negli Usa intorno al 4,75%-5% dall’attuale 3,75%-4%. Tenendo conto del rialzo di 50 punti base, ormai scontato, nella riunione di dicembre, significa altri 50 punti base di rialzo prima di una pausa o di un pivot. Tuttavia, gli ultimi interventi dei banchieri Fed hanno rimarcato la possibilità che il ritmo e l’entità dei rialzi rallenti ma che si possa estendere la durata complessiva della manovra. Per quanto riguarda la Bce, dal 2% attuale le attese sono per un approdo al 3%. In questo caso, tuttavia, il rischio di un rallentamento dell’economia nella prima parte del 2023 potrebbe frenare la mano di Christine Lagarde.
Gli effetti sull’Euro/dollaro e il quadro tecnico del cambio
Guardando al 2023, nel complesso, il dollaro potrebbe rafforzarsi nei confronti dell’euro nella prima parte dell’anno. Nonostante la Federal Reserve sia più avanti nel cammino di restrizione monetaria rispetto alla Bce – e questo favorirebbe l’euro – bisogna considerare anche l’entità della recessione che gli economisti attendono per il prossimo anno più forte in Europa che negli Stati Uniti. Una recessione più forte in Europa, estesa almeno al primo trimestre del 2023, peserebbe sulla valuta unica. A fronte di questa osservazione l’euro potrebbe perdere parte dei guadagni accumulati durante il recente rally, che peraltro ha corrisposto a una fase di risk on sui mercati azionari. Una fase che potrebbe continuare fino a inizio 2023 e riportare l’euro in area 1,08 contro il dollaro USA.
Per quanto riguarda il quadro grafico, nonostante il recupero di 11 punti percentuali messo a segno dalla valuta unica europea dai minimi del 28 settembre scorso da 0,9535, il bilancio da inizio anno rimane sfavorevole all’euro per poco meno di 7 punti percentuali. Sul grafico settimanale, il rally iniziato dai minimi di settembre ha portato il cambio Euro/dollaro a contatto con la linea di tendenza discendente dai massimi di fine maggio 2021 e della seconda settimana di febbraio 2022. Il superamento di questo livello dinamico (1,0595) permetterebbe allunghi verso 1,080. La prospettiva rientrerebbe su arretramenti del cambio al di sotto di area 1.0350. Da questo livello l’Eur/Usd potrebbe spingersi nuovamente verso la linea di parità.

Cambio euro/dollaro: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
Per quanto riguarda l’operatività, si potrebbero valutare strategie long a partire da 1,0595 con target a 1,0780 e stop loss a 1,0440. Per questo tipo di operatività può essere utilizzato un Certificato Turbo24 di IG con facoltà long su EurUsd che abbia il livello di Knock-Out (KO) inferiore alla zona scelta per lo stop loss indicato.
Nel dettaglio, il Certificato Turbo24 Long con ISIN DE000A23B445 propone un livello di KO a 0,894582 e leva 7. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo di controllare il moltiplicatore, sotto la voce info. L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché ciò accada il cambio Eur/Usd dovrà raggiungere il livello di KO del Certificato.