Per gli Stati Uniti è arrivata ieri, dopo la chiusura dei mercati, una brutta notizia. L’agenzia di rating Fitch ha declassato il debito USA dalla tripla A ad AA+. Secondo gli analisti di Fitch, nei prossimi tre anni ci sarà un deterioramento fiscale e il paese si troverà in difficoltà a causa dei ripetuti negoziati sul tetto del debito tra le forze parlamentari. Quest’anno la crisi del limite al debito da 31.400 miliardi di dollari si è risolta in extremis con un accordo bipartisan, dopo logoranti discussioni portate avanti per molti mesi e che hanno fatto temere il peggio.
L’agenzia di rating ha interpretato tutta la vicenda in chiave negativa, ossia come una minaccia per il futuro dal momento che “i ripetuti stalli politici e le risoluzioni dell’ultimo minuto sul limite del debito hanno eroso la fiducia nella gestione fiscale”. In una nota, l’agenzia di rating ha scritto che “c’è stato un costante deterioramento degli standard di governance negli ultimi 20 anni, anche in materia fiscale e di debito, nonostante l’accordo bipartisan di giugno per sospendere il limite del debito fino a gennaio 2025”.
Fitch: la reazione alla scelta di declassare il debito USA
Già a maggio Fitch aveva segnalato il rischio di downgrade ma poi era tornata sui suoi passi proprio in virtù dell’accordo sul debito. Tuttavia, la società aveva confermato l’intenzione di rivedere il rating nel terzo trimestre. Con questa mossa, Fitch diventa la seconda agenzia dopo Standard & Poor’s a togliere la tripla A al debito a stelle e strisce.
La decisione dell’agenzia di rating ha scatenato la dura reazione da parte delle istituzioni americane, con il segretario al Tesoro Janet Yellen che ha definito il declassamento “arbitrario e basato su dati obsoleti”. La Casa Bianca ha detto a chiare lettere di essere “fortemente in disaccordo con la decisione presa da Fitch”.
Alcuni analisti hanno altresì espresso stupore verso questa scelta. “Non capisco come Fitch abbia informazioni peggiori ora rispetto a prima che la crisi del tetto del debito fosse risolta”, ha detto Wendy Edelberg, direttore di The Hamilton Project presso la Brookings Institution di Washington DC, mentre Michael Schulman, direttore investimenti di Running Point Capital Advisors, ha parlato di “ammaccatura contro la reputazione e la posizione degli Stati Uniti”.
L’impatto sul mercato
Dopo la decisione di Fitch di tagliare il rating sul debito USA le Borse hanno perso terreno. L’Hang Seng di Hong Kong è sceso del 2,48%, Il Nikkei 225 ha perso il 2,27% mentre stamattina in Europa i principali mercati azionari stanno scivolando di oltre l’1%. Anche i future di Wall Street non fanno ben sperare, con l’S&P 500 che preannuncia un calo di 80 punti base. La fuga dalle azioni ha indirizzato gli investitori verso i titoli di Stato USA a 10 anni, i cui rendimenti sono scesi di 54 punti base al 4,028%. Il dollaro USA invece si è mosso poco, rimanendo sostanzialmente piatto nei confronti dell’euro a 1,098.
Tuttavia nel lungo termine gli investitori non vedono grandi cambiamenti. Secondo Jason Ware, direttore degli investimenti di Albion Financial Group, non saranno in troppi a modificare la loro strategia di investimento di lungo periodo vendendo azioni solo perché Fitch ha cambiato il rating al debito USA.
A giudizio di Mohamed El-Erian, presidente del Queens’ College, “nel complesso è molto più probabile che questo annuncio venga respinto piuttosto che avere un impatto dirompente duraturo sull’economia e sui mercati statunitensi”. Per Keith Lerner, co-chief investment officer di Truist Advisory Services ad Atlanta, l’impatto sul mercato è incerto in questo momento: “Il mercato si trova a un punto in cui è in qualche modo vulnerabile alle cattive notizie”.
Manishi Raychaudhuri, responsabile della ricerca azionaria Asia Pacifico di BNP Paribas, ha parlato invece di “reazione istintiva a breve termine” dei mercati. L’esperto ritiene che la mossa di Fitch potrebbe effettivamente portare a un aumento della domanda di titoli del Tesoro USA nell’immediato, in quanto “il debito societario statunitense potrebbe essere visto come più rischioso ora di quanto non fosse in passato”.