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Wall Street: ecco 3 domande che inquietano gli investitori – BorsaNews24

2025/02/18 2

La trimestrale di Nvidia rilasciata ieri sera a mercati chiusi rischia di avere strascichi a Wall Street. Il gigante dei chip di fascia alta ha presentato conti del terzo trimestre fiscale migliori delle aspettative degli analisti, ma non è riuscito a entusiasmare il mercato. Un balzo quasi doppio di utili e ricavi non basta più, se c’è un rallentamento rispetto al passato. Tra l’altro, anche la guidance dell’azienda migliore delle aspettative non è stata sufficiente, dal momento che è risultata inferiore rispetto alla migliore delle proiezioni possibili. Insomma, il mercato è diventato incontentabile al riguardo della società più capitalizzata del mondo e ciò potrebbe avere delle ripercussioni sulle quotazioni della Borsa americana, come si sta vedendo. Nvidia è importante non solo per il peso sempre più pronunciato che ha nell’indice S&P 500, ma anche per ciò che rappresenta sulle potenzialità della tecnologia, specialmente sul fronte dell’intelligenza artificiale.

 

 

Wall Street: cosa preoccupa gli investitori

Wall Street ha intrapreso un rally importante dopo le elezioni presidenziali americane del 5 novembre stravinte da Donald Trump. Gli investitori si attendono che la politica fiscale del leader repubblicano, che godrà di un sostegno ampio nelle due Camere del Congresso, apporti grande beneficio alle azioni. Tuttavia, superata la sbornia post-urne e i record storici aggiornati dai principali indici borsistici, gli investitori si stanno facendo delle domande.

La prima è se l’intelligenza artificiale sarà una bolla oppure no. Le grandi aziende tecnologiche stanno investendo miliardi di dollari sulla nuova tecnologia, puntando sul fatto che cambierà totalmente il paradigma nel business. Se tutto questo si tradurrà in risultati concreti in termini di crescita di fatturato e guadagni, allora non ci sarà alcuna bolla e quindi nessuno scoppio. Ma sarà davvero così? La stagione delle trimestrali ha dato risposte vaghe, con alcune Big Tech che hanno mostrato un certo riscontro degli effetti positivi dell’AI (Artificial Intelligence) e altre che invece hanno lasciato spazio a molti interrogativi. Nel corso della chiamata agli utili di Nvidia di ieri sera, l’amministratore delegato della società, Jensen Huang, ha detto che l’intelligenza artificiale “sta trasformando ogni settore, azienda e Paese. Le aziende stanno adottando la nuova tecnologia per rivoluzionare i flussi di lavoro. Gli investimenti nella robotica industriale sono in aumento con le scoperte nell’AI fisica. E i Paesi si sono resi conto dell’importanza di sviluppare l’intelligenza artificiale e le infrastrutture nazionali”.

Un’altra domanda cruciale è a quale livello i rendimenti dei titoli di Stato USA decennali faranno crollare i mercati azionari e se ciò potrà avvenire presto. La risposta a tale domanda probabilmente avverrà dopo che Trump si insedierà alla Casa Bianca. Questo perché solo se il magnate newyorchese darà seguito alle sue promesse lanciate in campagna elettorale sui dazi e sugli stimoli fiscali, si avrà un quadro molto più nitido della situazione. Qualora ciò avvenisse, l’inflazione rischierebbe di mettersi in moto e di spingere in alto i rendimenti dei Treasury. Visto il livello elevato a cui sono giunte le quotazioni a Wall Street, è possibile che gli investitori avrebbero la scusa per monetizzare. Il punto è se, in tal caso, si tratterà di un vero crollo o solo di un forte ritracciamento. La grande liquidità che ancora è in circolazione farebbe propendere per la seconda ipotesi, ma ciò si rapporta alle decisioni che al riguardo prenderà la Federal Reserve.

La terza domanda è sul corso dell’economia americana. Per il momento una recessione è stata evitata, grazie soprattutto agli stimoli fiscali che hanno fatto da contrappeso ai tassi di interesse rimasti alti per due anni e mezzo. La Fed ha iniziato a settembre il ciclo dei tagli al costo del denaro e Trump viene visto dal mercato come una garanzia con la riduzione della tassazione alle società. Rimane però il dubbio sull’impatto dei dazi. C’è chi sostiene che colpirà non solo le aziende straniere che esportano negli Stati Uniti, ma anche quelle americane che sosterranno un costo maggiore all’entrata che poi riverseranno sui consumatori. Altri ritengono che invece tariffe più aspre favoriranno il commercio interno sostenendo la produzione e migliorando i bilanci delle aziende USA. Anche qui, solo il tempo potrà fornire la risposta esatta.

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