La sterlina continua a essere comprata dagli investitori nei mercati valutari, raggiungendo il livello più alto da un anno a questa parte. Il cambio GBP/USD è arrivato a 1,2963, proprio come a luglio dello scorso anno, dopo una serie di sette sedute consecutive al rialzo.
L’ottimismo verso la valuta britannica si è rafforzato con l’esito delle ultime elezioni nel Regno Unito, che hanno decretato un trionfo a larga maggioranza del partito laburista. La stabilità politica è un plus molto apprezzato dal mercato, diversamente da quanto sta accadendo in Francia dove l’ingovernabilità uscita dal responso elettorale si è riflessa negativamente sugli asset finanziari del Paese.
Inoltre gli investitori si aspettano riforme fiscali che non vadano ad allargare il debito britannico come accaduto con i governi conservatori precedenti, sebbene nel programma elettorale laburista sia previsto comunque un aumento della spesa pubblica senza alzare le tasse. In passato la sterlina è stata messa sotto pressione in occasione di manovre governative che hanno fatto presagire un eccessivo espansionismo fiscale. L’esempio più emblematico risale al 2022, allorché l’allora primo ministro Liz Truss fu costretto a dimettersi dopo soli 44 giorni a Downing Street per aver sconvolto i mercati con alcuni “generosi” provvedimenti fiscali.
Non sono solo gli aspetti politici a dare forza alla moneta di Sua Maestà in questo momento, ma anche alcuni dati macroeconomici molto incoraggianti, come ad esempio quelli sul PIL diffusi questa settimana che hanno certificato una crescita annuale a maggio doppia rispetto a quella del mese precedente. Anche se tutto ciò in realtà frena le aspettative che la Bank of England riduca rapidamente i tassi di interesse per raffreddare l’economia e condurre l’inflazione stabilmente verso gli obiettivi di lungo periodo.
Sterlina: per Goldman Sachs arriverà a 1,30 sul dollaro
Il rally della sterlina può continuare secondo gli analisti. Goldman Sachs vede un livello di 1,30 sul dollaro entro un paio di settimane. Dello stesso tenore è il giudizio di Michael Hart, senior currency strategist di Pictet Wealth Management, diventato rialzista sulla sterlina prima del voto della scorsa settimana. L’esperto considera l’esito delle elezioni britanniche un mover importante per la valuta britannica. “Si può essere d’accordo o meno con il programma laburista, ma almeno c’è un po’ di chiarezza. Siamo positivi sulla sterlina nel breve termine”, ha dichiarato.
C’è però chi procede con cautela, ricordando che la prossima settimana verranno rilasciati i dati sull’inflazione di giugno del Regno Unito che potrebbero mettere pressione ai prezzi della sterlina. Valentin Marinov, responsabile della ricerca valutaria del G-10 presso Credit Agricole, ritiene che se ci dovesse essere un rallentamento significativo del carovita al punto da rafforzare la tesi di un taglio dei tassi imminente della BoE, ciò sarebbe “un duro colpo al sentiment della sterlina”.