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Treasury, una corsa che vale quattro rialzi Fed – BorsaNews24

2025/02/18 2

Domani si riunisce la Federal Reserve per un meeting dagli esiti in gran parte scontati. I tassi di interesse verranno lasciati nell’intervallo 5,25%-5,50% e il programma di riduzione del bilancio proseguirà al ritmo di 95 miliardi di dollari al mese. Jerome Powell non potrà dichiarare chiusa la fase di rialzo dei tassi di interesse e lascerà aperto uno spiraglio per ulteriori interventi ma probabilmente sottolineerà l’effetto restrittivo derivante dalla corsa dei rendimenti dei Treasury che hanno sfiorato il 5%. Queste, in buona sostanza, sono le attese di analisti e asset manager sul Fomc che si concluderà domani.

 

La corsa dei Treasury vale 1% di rialzi Fed

Diversi membri della Federal Reserve hanno sostenuto, nelle passate settimane, che la corsa al rialzo dei rendimenti dei Treasury ha avuto un effetto restrittivo sulle condizioni finanziarie negli Stati Uniti. Come conseguenza potrebbe non essere necessario un altro rialzo dei tassi di interesse. Gli analisti di Goldman Sachs hanno quantificato l’effetto della salita dei rendimenti obbligazionari a quattro rialzi dei tassi Fed da 25 punti base l’uno.

“L’aumento dei tassi è stato guidato in gran parte da una rivalutazione del tasso neutrale e da un aumento del premio a termine e per questo motivo sembra improbabile che si inverta presto” hanno commentato gli analisti di Goldman Sachs in un report. “Se i rendimenti obbligazionari aumentano o rimangono al livello attuale, ciò si tradurrà in un maggiore irrigidimento finanziario ed è esattamente ciò che la Fed sta cercando di ottenere. Questo potrebbe rendere i funzionari della Fed più fiduciosi nelle loro previsioni di rallentamento dell’inflazione e dell’economia statunitense” spiega Christian Hantel, portfolio manager di Vontobel.

Il grafico a linea mostra l\'andamento del rendimento del Treasury decennale USA
L’andamento del rendimento del Treasury decennale – Fonte: Bloomberg

 

L’economia USA sorprende e costringe la Fed alla prudenza

Una delle ragioni per cui la Federal Reserve non chiuderà del tutto la porta alla possibilità di un ulteriore ritocco dei tassi di interesse è la resilienza mostrata dall’economia USA. “Le proiezioni aggiornate dipingono un quadro più roseo per l’economia statunitense e gli ultimi dati sul PIL, con una crescita trimestrale annualizzata vicina al 5%, rappresentano un’impressionante ripresa rispetto ai numeri precedenti. Si tratta del ritmo di crescita più rapido dal quarto trimestre del 2021” riprende Hantel. Tuttavia, secondo il portfolio manager di Vontobel, questo ritmo potrebbe essere difficile da sostenere e il rialzo recente dei rendimenti obbligazionari potrebbe impattare sulla crescita dei prestiti, sull’utilizzo delle carte di credito, sulle sofferenze e sulla spesa dei consumatori.

Da Goldman Sachs quantificano l’impatto in un rallentamento del PIL del quarto trimestre all’1,6%. Inoltre sottolineano come l’accelerazione dell’economia USA non sia riuscita a far deragliare il riaggiustamento in corso del mercato del lavoro e i progressi nella lotta all’inflazione.

Raphael Olszyna-Marzys, economista di J.Safra Sarasin, concorda con le attese di una crescita reale in moderazione al di sotto del suo tasso tendenziale, con ritorno della domanda e dell’offerta verso un equilibrio migliore e dell’inflazione al 2%. L’economista lascia però spazio per un secondo scenario, residuale, in cui la crescita rimane resistente e l’inflazione si assesta su livelli troppo elevati o addirittura aumenta ulteriormente. “Sebbene non riteniamo che questo sia lo scenario più probabile, i numeri di crescita relativamente forti nei prossimi mesi e un nuovo aumento dei tassi di inflazione core su base sequenziale mensile allo 0,35-0,40% aumenterebbero la probabilità di questo scenario e probabilmente costringerebbero il Fomc a un nuovo rialzo a fine anno”.

 

Obbligazioni: opportunità sulla parte lunga della curva dei rendimenti

La crescita dei rendimenti che ha caratterizzato l’ultimo mese e mezzo, innescata dalla riunione di settembre della Federal Reserve, ha sorpreso gli investitori obbligazionari. Le quotazioni, che si muovono in direzione opposta rispetto ai rendimenti, sono scese penalizzando soprattutto chi aveva già proceduto ad allungare la duration nel proprio portafoglio.

Tuttavia per Hantel “ci stiamo avvicinando al punto di inflessione degli aumenti dei tassi o forse abbiamo già assistito all’ultimo rialzo dei tassi. In genere, i rendimenti elevati rappresentano per gli investitori un punto di partenza interessante per entrare in questa classe di attivi”.

Potrebbe essere il momento buono per investire anche nel credito societario investment grade. Nonostante l’aumento dei tassi di interesse abbia riflessi negativi sulle metriche finanziarie delle società “negli ultimi anni queste ultime hanno effettuato molti rifinanziamenti a rendimenti bassissimi, pagando quindi cedole complessivamente molto basse sul loro debito. Di conseguenza ci vuole un po’ di tempo prima che le società sentano davvero il dolore dell’aumento dei tassi” conclude il gestore di Vontobel.

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