I “Trump trade”, ovvero le strategie finanziarie costruite sulle attese di elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, sono tornate in grande stile nel corso della notte europea. Man mano che lo spoglio del voto statunitense procedeva, disegnando i contorni di una vittoria non contestabile del magnate prestato alla politica, gli operatori finanziari iniziavano ad acquistare il dollaro sui mercati delle valute.
Il biglietto verde è, per buona ragione, il re dei Trump trade. Non a caso ha seguito fedelmente, nelle settimane precedenti il voto, le fortune e i rovesci di Donald Trump nei sondaggi. Nel corso della notte e stamane ha potuto liberare di nuovo la sua forza, mettendo a segno il maggiore rialzo giornaliero da inizio 2023. Il dollar index, che confronta la valuta USA con un paniere di altre monete, dalle 17:30 di ieri ha messo a segno un rialzo dell’1,8% arrivando a quotare a 105,31.
L’EUR/USD si è mosso con altrettanta forza al ribasso, perdendo quasi il 2% nel corso della notte europea e attestandosi questa mattina in area 1,0740, dopo aver toccato un minimo a 1,0735. Balzo anche per l’USD/JPY, tornato a sfiorare quota 154 da 151,34 di ieri.
Dollaro, ecco cosa lo rende forte
“Le elezioni presidenziali americane rappresentano storicamente un momento di grande volatilità per i mercati globali e la vittoria di Trump appena annunciata non fa eccezione” spiega a Borsa&Finanza Michele Sansone, country manager di iBanFirst Italia, che prosegue: “Tra tutte le risposte dei mercati, quella del dollaro si è rivelata particolarmente marcata, dimostrando la sua forza contro quasi tutte le valute e segnalando la fiducia degli investitori nella moneta statunitense come pilastro di stabilità in un momento di cambiamento politico significativo. È il dollaro il grande vincitore dell’esito elettorale. Ma cosa rende il dollaro così forte, e perché la vittoria di Trump sembra averlo ulteriormente avvantaggiato sui mercati internazionali?”.
- La performance superiore dell’economia statunitense. Prevediamo che la crescita degli Stati Uniti raggiunga il 2,7% quest’anno, mentre potrebbe essere al massimo dell’1,2% nell’Eurozona. Il prossimo anno, la crescita degli Stati Uniti probabilmente correrà vicino al suo potenziale, intorno al 2%, mentre scenderà allo 0,7% nell’Eurozona. La storia di crescita degli Stati Uniti è unica in un mondo di bassa crescita. La forte resilienza dell’economia statunitense si basa su alti livelli di spesa pubblica – il deficit rimarrà vicino al 5-7% del PIL nei prossimi tre anni almeno. Sono stati molti i discorsi sul mercato riguardo l’alto livello del deficit statunitense. Ma consideriamo che, poiché il dollaro è l’unica moneta di riserva globale, ci saranno sempre investitori stranieri pronti a comprare i titoli di stato americani. La sorprendentemente buona salute dei consumatori americani è un altro fattore che guida la crescita. Fondamentalmente, circa il 60-70% delle famiglie americane sono… ricche, molto ricche. Secondo i dati dell’Università del Michigan, il 37% della popolazione possiede una casa del valore superiore a 500.000 dollari e il 30% della popolazione ha un portafoglio azionario che vale più di 500.000 dollari. Questo è un record.
- Il mercato azionario degli Stati Uniti è il mercato sviluppato con le migliori performance al mondo e ora rappresenta il 50% della capitalizzazione di mercato azionaria globale. Un altro record. Le azioni delle grandi tecnologie, come Meta, Google, Apple, Nvidia, stanno dominando la rivoluzione digitale e dell’intelligenza artificiale. Stanno catturando la maggior parte dei flussi di investimento e mostrando performance senza precedenti. Ad esempio, il prezzo delle azioni di Nvidia è aumentato del 182% dall’inizio dell’anno. La rivoluzione dell’intelligenza artificiale sarà principalmente guidata dalle aziende americane. Esse possiedono un vantaggio tecnologico in questo campo. E, ciò che è ancora più importante, secondo noi, possono contare su prezzi dell’energia bassi per condurre questa rivoluzione. Non dimentichiamo che l’IA è molto energivora. Il costo medio dell’energia negli Stati Uniti è quattro volte inferiore rispetto all’Europa… Questo spiega in parte perché l’Europa non riesce a sviluppare un’industria di IA degna di questo nome. L’Europa chiaramente non compete nella stessa lega degli Stati Uniti.
In questo contesto, non sorprende che i surplus delle aziende globali, delle istituzioni finanziarie, degli stati e dei risparmi delle famiglie vengano trasferiti negli Stati Uniti alla ricerca di alti ritorni sugli investimenti. Storicamente, il surplus dei paesi emergenti è sempre andato negli Stati Uniti. Ciò che è più sorprendente è che questo fenomeno sta ora riguardando anche l’Europa. I surplus europei stanno andando direttamente all’economia statunitense, mentre prima restavano nel continente europeo e aiutavano le piccole e medie imprese domestiche a crescere.
In definitiva, enormi flussi di capitale stanno entrando costantemente nel mercato americano, supportando strutturalmente il tasso di cambio del dollaro. Questo è il principale motore della recente forza del dollaro. Ha un impatto maggiore rispetto ai differenziali sui tassi d’interesse o alla politica.
Abbiamo motivo di credere che la presidenza di Trump potrà avere effetti positivi sul dollaro e sugli asset sicuri, almeno nel breve periodo. La combinazione tra protezionismo, maggiore volatilità dei mercati e rischio geopolitico favorirà gli asset in dollari. Contrariamente al mercato, non pensiamo che la presidenza Trump possa influenzare il ciclo di allentamento della Fed (-25 pb questa settimana). Il tasso neutrale dovrebbe essere raggiunto intorno a giugno dell’anno prossimo, in un momento in cui le politiche di Trump staranno per essere avviate.