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Titoli di Stato USA: Mnuchin, la scadenza a 20 anni va eliminata – BorsaNews24

2025/02/18 2

Tra i titoli di Stato USA a lungo termine vi è una scadenza che rappresenta una vera spina nel fianco del debito americano. Stiamo parlando delle obbligazioni a 20 anni, che hanno un rendimento ben superiore a quello dei T-Note a 10 anni e ai Treasury Bonds a 30 anni. Oggi, ad esempio, i titoli a scadenza ventennale rendono circa il 4,31%, a fronte del 3,93% dei titoli del Tesoro decennali e del 4,23% di quelli trentennali. Questo comporta in termini di interessi un costo di 2 miliardi di dollari l’anno per il bilancio statale americano. Una cifra minuscola rispetto a una mole di spesa di 7.000 miliardi di dollari, ma che potrebbe essere utilizzata per alcune attività importanti come la gestione dei parchi nazionali.

I bond a 20 anni sono stati reintrodotti nel 2020, dopo oltre tre decenni di assenza, dall’allora ministro del Tesoro USA Steven Mnuchin del governo Trump. In verità, l’economista americano voleva inserire titoli a 50 o a 100 anni ma è stato sconsigliato dai suoi consulenti. Il problema è che questi Treasury non hanno mai fatto breccia nel portafoglio degli investitori. Secondo gli analisti sono diversi i motivi. Tra questi, il fatto che un bond a 20 anni non è liquido come uno a 10 anni e che ha una duration – misura del rischio di tasso di interesse – inferiore rispetto a un equivalente a 30 anni. Oggi proprio Mnuchin vorrebbe eliminare i titoli di Stato USA a 20 anni. “Non continuerei a emetterli. Aveva senso all’epoca, ma le cose non hanno funzionato come previsto. Oggi è solo costoso per il contribuente”, ha dichiarato.

 

Titoli di Stato USA: cosa comporta l’eliminazione della scadenza a 20 anni

Già da subito dopo le prime emissioni si era capito che i bond a 20 anni non avrebbero incontrato molta domanda degli investitori. Per cercare di riequilibrare il mercato, il Tesoro ha ridotto brutalmente la vendita del debito ventennale, portandola dal picco di 75 miliardi di dollari a circa 42 miliardi di dollari attuali. Lo stesso percorso è stato seguito dalle aziende per quanto riguarda le obbligazioni private alla medesima scadenza. In un primo momento hanno incrementato l’offerta fino a un totale di 82 miliardi di dollari quando nel 2020 sono stati introdotti i titoli di Stato USA a 20 anni. In seguito il mercato è praticamente morto, perché l’emissione è stata ridotta nella prima metà del 2024 ad appena 3 miliardi di dollari, rappresentando meno dell’1% delle emissioni a 10 e 30 anni da un 10% precedente.

Insomma, la scadenza a 20 anni non fa presa, ma è possibile in questo momento eliminarla per i Treasury come suggerisce Mnuchin? Il parere degli esperti del mercato obbligazionario non è unanime. Alcuni ritengono che mettere la parola fine alle aste a 20 anni non sarebbe una mossa appropriata per le finanze americane che hanno bisogno del maggior numero di creditori disposti a prestare denaro allo Stato. Avere un’opzione in più dà agli investitori “maggiore flessibilità”, sostiene Brian Sack, responsabile della strategia macro presso l’hedge fund multi-strategia Balyasny Asset Management.

Altri invece sono dell’opinione che mantenere questa scadenza rappresenti solo un peso per lo Stato e per i contribuenti visto che manca la richiesta del mercato e quindi il rendimento sale. Secondo Ed Al-Hussainy, strategist dei tassi presso Columbia Threadneedle Investments a New York, “l’intera faccenda è stata un errore perché non c’è molta domanda per queste particolari obbligazioni”, quindi “non ha senso tenerle”.

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