Le obbligazioni USA stanno vivendo un momento d’oro nei mercati finanziari in questo periodo. Gli investitori puntano sulla speranza che la Federal Reserve tagli rapidamente i tassi di interesse. Tra le quotazioni dei titoli a reddito fisso e i rendimenti sul mercato vi è infatti un rapporto inverso: quando scendono i tassi, salgono i prezzi; se i tassi aumentano, i prezzi decrescono.
Il mercato sconta un taglio di un punto percentuale quest’anno da parte della Fed. Ciò implica che in una delle prossime tre riunioni vi sia una sforbiciata di mezzo punto percentuale. Per il 2025 le aspettative sono di una serie di tagli per almeno un ulteriore punto percentuale complessivo. Una riduzione di oltre il 2% nei prossimi 12 mesi sarebbe la più rapida dagli anni ’80 senza recessione economica.
Tutto questo non significa che sia in arrivo una recessione, come si è temuto dopo i dati pessimi sull’occupazione americana pubblicati all’inizio del mese di agosto. Gli investitori piuttosto ritengono che la Fed abbia mantenuto troppo a lungo i tassi alti o che li abbia alzati troppo nel corso del ciclo restrittivo. Come conseguenza la Banca centrale USA ora deve muoversi a ritroso in modo più veloce.
Obbligazioni USA? Rischioso comprare adesso
Una posizione troppo sbilanciata al rialzo sulle obbligazioni USA può essere però molto rischiosa. Lo scorso mese, in molti sono rimasti scottati dopo la pubblicazione dei dati sugli occupati USA di luglio e dei dati macroeconomici resi noti successivamente che hanno smentito i timori sull’economia statunitense.
Al simposio di Jackson Hole, nel suo intervento del 23 agosto, il governatore Jerome Powell ha spostato l’attenzione dall’inflazione all’occupazione in tema di politica monetaria, sostenendo che “qualsiasi ulteriore raffreddamento del mercato del lavoro sarebbe sgradito”. Questo ha aperto le porte alla possibilità di una serie di tagli veloci. Cosa potrebbe accadere se venerdì prossimo il Bureau of Labor Statistics dovesse mostrare che il mercato del lavoro è più in salute di quanto ci si aspetti? La Fed potrebbe frenare sul taglio dei tassi di interesse.
Di conseguenza, cavalcare il trend sulle obbligazioni USA rischia di rivelarsi una mossa azzardata secondo gli esperti di mercato. “Se vi siete persi il grande rally, sarà un po’ pericoloso inseguirlo ora” ha detto Ed Al-Hussainy, strategist dei tassi presso Columbia Threadneedle Investments. “Stiamo giocando con la probabilità che il mercato del lavoro si stabilizzi o si deteriori rapidamente. Questo è il dibattito per il resto dell’anno”. Pur essendo ancora incline a puntare sul rialzo delle obbligazioni, Al-Hussainy ha affermato che “non è semplice”.
Molto critico sulle obbligazioni USA è anche Simon White, strategist di Bloomberg: “È difficile capire, da uno sguardo spassionato ai dati, come più di 200 punti base di tagli dei tassi potrebbero essere giustificati, dato che una recessione USA nei prossimi 3-4 mesi sembra meno probabile. L’economia si muove in maniera relativamente lenta; solo un rapido calo del mercato, simile a quello che abbiamo visto di recente, giustificherebbe i forti tagli previsti”, ha affermato.
A giudizio di Leslie Falconio, responsabile della strategia nel reddito fisso presso UBS Global Wealth Management, il mercato sta anticipando troppo i tagli dei tassi di interesse: “Continuiamo a considerare l’atterraggio morbido come risultato probabile”, ha dichiarato.
Oltre al rischio legato ai dati sull’occupazione, c’è anche il fatto che il mese di settembre non è storicamente favorevole ai mercati finanziari. In otto degli ultimi dieci anni, il rendimento dei titoli di Stato USA a 10 anni è salito in media di 18 punti base nel mese di settembre. In genere tutte le obbligazioni USA hanno una tendenza all’aumento dei rendimenti in questo mese. Ciò avviene perché, dopo la pausa estiva, le emissioni societarie aumentano, determinando un incremento dell’offerta rispetto alla domanda, con relativa pressione sui prezzi dei titoli.