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Big Tech: perché puntare sulle società rivolte ai mercati emergenti – BorsaNews24

2025/02/18 3

Le Big tech sono state le grandi protagoniste a Wall Street nel 2024. Gli utili e il boom dell’intelligenza artificiale hanno generato un rally formidabile. Nvidia è stato il principale beneficiario della corsa all’AI, quasi triplicando le quotazioni in Borsa e diventando la società più capitalizzata del mondo. Altre grandi aziende tecnologiche non hanno tenuto lo stesso passo, ma hanno sovraperformato rispetto al mercato generale.

A novembre, poi, è arrivata una buona notizia per il settore: la vittoria alle elezioni presidenziali USA di Donald Trump. Il leader repubblicano è visto come più tech-friendly rispetto al suo predecessore Joe Biden, il quale ha adottato spesso un atteggiamento repressivo dal punto di vista regolamentare nei confronti dei colossi della tecnologia. Trump ha promesso, ad esempio, di fare piazza pulita ai vertici della Federal Trade Commission USA licenziando il presidente Lina Khan, sempre poco tenera con le Big tech.

 

Big Tech: ecco perché continuare a comprare le azioni

Con l’avvento del 2025, Wall Street si chiede se è il caso  di puntare ancora sulla tecnologia oppure se sia più salutare fare un turnover su altri titoli che sono rimasti più indietro. A giudizio di Mark Mobius, presidente del Mobius Emerging Opportunities Fund, la soluzione migliore è quella di investire nelle aziende tecnologiche, concentrandosi su quelle che si rivolgono ai mercati emergenti. “Le società con sede negli Stati Uniti orientate verso la Cina e l’India, così come altre importanti economie dei mercati emergenti, sono ben posizionate”. Per questo, “mi concentro su quelle aziende che sono globali nella loro portata, e producono, esportano e vendono in questi Paesi, perché è lì che ci sarà la crescita”.

A suo avviso, inoltre, gli investitori dovrebbero prendere in considerazione le aziende come i produttori dei chip che sfruttano l’intelligenza artificiale, chiamata da Mobius informazione accelerata. “Chiamo l’intelligenza artificiale ‘informazione accelerata’ perché non c’è nulla di artificiale ed essa non è intelligente. Ma si tratta di ottenere una quantità di informazioni più velocemente ed essere in grado di analizzare tali informazioni in modo molto più efficace”, ha affermato.

Un aspetto importante è quello delle alte valutazioni raggiunte dalle Big Tech per effetto del rally. I multipli però non sono un problema secondo Mobius, sebbene l’investitore abbia ammesso che il prezzo di alcune azioni è salito troppo e con eccessiva velocità. “Bisogna ricordare che non si può guardare solo al rapporto prezzo/utili, la normale misura usata dalle persone per valutare se un settore o un’azione sono troppo costosi, perché il tasso di crescita di queste società è grande”, ha detto.

Su questo fronte c’è da tenere d’occhio Nvidia, soprattutto ora che il nuovo chip AI Blackwell ha catturato le luci della ribalta. Alcuni investitori hanno paura che il colosso di Santa Clara non sarà in grado in futuro di tenere il passo di una crescita finora straordinaria. Mobius però continua a essere ottimista, così come per tutti i Magnifici Sette di Wall Street. I loro guadagni “stanno crescendo a un ritmo formidabile e bisogna essere fiduciosi che continueranno a farlo”. Per questo motivo, “non sono così preoccupato che la maggior parte di queste aziende siano troppo costose, continueranno a fare abbastanza bene”, ha concluso.

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