Il rally delle Borse mondiali messo a segno dai minimi del marzo 2020, quando scoppiò in Occidente la pandemia da Coronavirus, continua a influenzare il mondo del trading. La volatilità di inizio anno e le recenti tensioni sul fronte della guerra Russia-Ucraina sembrano non aver avuto ricadute negative sull’appetito degli investitori italiani.
Una ricerca commissionata all’istituto di ricerca Pureprofile da GraniteShares, società di investimento che crea e gestisce ETP, ha registrato aspettative di crescita dei volumi di scambio per il 2022 per più della metà degli intervistati. L’indagine è stata condotta tra 100 trader di azioni italiane che compiono operazioni per almeno 1.000 dollari al mese su singoli titoli o ETF.
Questo ottimismo non riguarda solo i volumi di scambio ma persino i profitti: il 39% stima di guadagnare di più anche in virtù del mispricing delle imprese italiane. Il 34% dei trader ritiene infatti il mercato italiano azionario una buona opportunità di investimento perché sottostimato rispetto al 2021. In ogni caso, secondo il 29% degli intervistati i rendimenti delle realtà italiane saranno in salita.
I venti contrari che soffiano da Kiev non sembrano dunque preoccupare eccessivamente i trader azionari italiani, che nel 58% dei casi hanno aumentato il numero di operazioni sui mercati per sfruttare le opportunità a breve termine generate dall’impennata di volatilità seguita all’esplosione del conflitto.
Quello in atto è un trend di crescita iniziato con la crisi Covid. L’82% degli intervistati dichiara di aver iniziato l’attività di trader proprio durante la pandemia o di aver incrementato gli scambi rispetto al passato. La volatilità di queste settimane e i valori raggiunti dal mercato azionario domestico sembrano dunque destinate ad alimentare il boom del trading di breve sul mercato azionario italiano.
Vi è infine un’ultima considerazione da fare alla luce del trend in atto che interessa il trading online italiano. Se i lockdown sono stati occasione preziosa per gli investitori italiani per formarsi e informarsi, tanto che il 94% dei trader intervistati è andato a caccia di report di analisti e di dati corporate per migliorare le proprie strategie di portafoglio, secondo Will Rhind, fondatore e CEO di Granite Shares, vi è anche da sottolineare come “la pandemia ha portato i maggiori investitori ad arrischiarsi su strategie che una volta erano prerogative degli istituzionali”.